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Robin Gibb: Like a Fool

Avrei pensato di tutto, tranne al fatto che questo locale così esclusivo permettesse di fare il karaoke

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Avrei pensato di tutto, tranne al fatto che questo locale così esclusivo permettesse di fare il karaoke. Avverto la gente così entusiasta per questa cosa, non vedendo l'ora che questo Lolitaroke, o come diavolo si chiami, abbia inizio; ed io, dopo averne preso consapevolezza, il mio entusiasmo è schizzato alle stelle. Ho urlato un sonoro "Voglio partecipare assolutamente!" alle ragazze al mio fianco, dirigendomi senza esitazioni verso questo palco illuminato solo da dei riflettori, e uno schermo enorme dietro che trasmette solo delle linee e forme sinuose, con lo sfondo del logo di questo posto che cambia font direi...ogni due secondi?

«Allora ragazzi, chi vuole cimentarsi nella strada delle figure di merda, o a tirar fuori il talento più nascosto? Avanti non siate timidi!» Il cosplayer del gangster non la smette di parlare incitando i più coraggiosi a salire sulla piattaforma, dando inizio alla seconda parte della serata. Da quello che ho capito, organizzano questa specie di "concerto" ogni sabato sera, volendo dare un tocco diverso differenziandosi dai soliti pub dove si copula, ci si ubriaca, e ci si droga soltanto, con la musica a palla.

Sento dei "Dove vai?" e un "Oh mio Dio non ci credo, lo vuole fare sul serio!" provenire dietro le mie spalle, che sbiadiscono man mano che percorro la strada che mi separa dal mio obiettivo. Non so se sia l'alcol o al mio desiderio di dimenticare tutto il resto, a partire dalla cavallerizza pazza, ma la voglia di cantare si sta facendo sentire in modo più assordante del solito, mangiandomi dentro in un modo così adrenalinico da farmi accelerare il passo, con il bicchiere ancora in mano. Supero il resto delle persone, adocchiando delle scale; non ci penso due volte a salirle, attirando l'attenzione del piccolo gangster facendolo ridere di sbieco.

«Ah finalmente qualcuno si è degnato di farsi avanti! Prego mia cara signorina venga vicino a me.» Una volta che gli sono accanto, i miei occhi cadono direttamente su ciò che mi ritrovo davanti; una marea di ragazzi e ragazze che mi guardano chi con aria interrogativa, chi in modo divertito, o chi semplicemente non se ne frega nulla, continuando a flirtare e scambiarsi la saliva. Faccio il giro della sala più di una volta, soffermandomi alla mia destra notando Anne e Bonnie iniziare ad incitarmi nemmeno stessi facendo la partita del secolo.

A quanto pare sono tornati anche i ragazzi, chiedendo proprio a queste ultime sicuramente cosa ci facessi qui sopra, dettaglio che fa scattare un pensiero non irrilevante; non ho mai cantato sopra un palco, davanti a tutta questa gente. L'ho sempre fatto in camera mia, o in compagnia di mio padre, accompagnandomi anche lui in modo buffo visto che è stonato come una campana, ma nessuno meglio di lui conosce la musica e tutte le sue sfaccettature.

«Coraggio mia cara, presentati e dicci cosa canterai!» Come se fosse stato un segnale specifico, un tizio con le cuffie e con i capelli rasati mi passa un microfono, segno che tutto quello che sta succedendo sia vero. Oh si che è vero! Sorseggio con tutta calma il mio drink e, senza vacillare ancora nei miei passi, faccio ciò che mi ha gentilmente chiesto.

𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 - 𝑫𝒊 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒐 𝑻𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora