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«In bocca al lupo per la partita capitano!»

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«In bocca al lupo per la partita capitano!»

«Farete il culo a tutti, forza Ice Wolves!»

«Mi raccomando ho scommesso bei dollaroni su di voi, non mi deludete!»

E' da stamattina che vengo invaso da affermazioni riguardante la partita di stasera. Si terrà alle 19 in punto, e tutta l'università verrà a vederla. D'altronde come sempre. I miei ragazzi sono carichi come non mai, ed io li seguo a ruota visto che questa è la prima di una serie che ci porterà al campionato di novembre dove partiremo dritti per Pittsburgh in Pennsylvania, patria della Bold Cup. Cos'è? Solo lo storico campionato dove partecipano le squadre universitarie più forti del paese. E se otterremo la vittoria, avremo al contempo un biglietto di sola andata verso il sogno di una vita. Ciò che ho sempre voluto; diventare capitano di una delle squadre più importanti del paese che rappresenti la mia città. Gli Ice Wolves saranno la svolta che Memphis aspetta da quasi 60 anni, ed io sono pronto a dargliela.

Infine, quando saremo arrivati alla vetta, festeggerò in una lussuosa vasca idromassaggio con due belle sventole, viziati da fiumi d'alcol e una serie di threesome che mi renderà ancora più...felice. Troppo sicuro di vincere? No, vengo solo guidato dal piacere di affrontare l'incertezza e plasmarla come voglio io. Come? Allenandomi come un pazzo per far sì che si concretizzi, alimentando la fiducia tra noi ed escogitare piani infallibili.

Niente e nessuno mi assopirà da tutto questo.

Sono così in vena di iniziare che avevo quasi accantonato il senso d'irritazione, propagatosi lungo la mia spina dorsale. Il motivo? Esattamente la morettina inginocchiata davanti al suo armadietto, impegnata a recuperare qualcosa per le lezioni che rinizieranno a breve. Capelli tirati in una coda alta, acconciatura capace di farmi immergere nei suoi lineamenti che ritengo guardabili anche lateralmente. Maglietta color avorio, con le mezze maniche marroni, gonna di jeans slavata della stessa tonalità e gli stivali texani arrivanti quasi sotto le ginocchia. Mi avvicino tranquillo, sicuro che i miei passi si confondano con quelli degli altri, fino a fermarmi dietro di lei ancora col capo chino.

«Sai questi stivali mi ricordano molto il purè di fagioli.»

Blocca i suoi movimenti a mezz'aria, non aspettandosi la mia uscita. «Già...chissà perché.» Mi dedica un tono totalmente disinteressato senza guardarmi in faccia, riprendendo con la sua attività. Il suo profumo si fa sentire in modo prepotente, come se sapesse che una fragranza del genere non l'avessi mai sentita su un'altra ragazza.

Ma che marca usa?

«Non puoi negare che sia stato divertente, no?» Riprendo il mio discorso con disinvoltura. So che se lo ricorda. Fu davvero una delle cose più cattive che le ho fatto, ma non le dirò che mi dispiacque vederla in quello stato di totale disperazione. Sarebbe abominevole.

«Ah certo, l'aggettivo adatto da usare è proprio quello!» Mi fulmina con lo sguardo, assottigliando gli occhi a due fessure stizzite. «Avevi rovinato per sempre i miei stivaletti preferiti che mi regalarono al mio nono compleanno, mettendoci quello schifo preso dalla dispensa di tua nonna mentre eravamo a casa sua.» Si alza, sbattendo con poca eleganza lo sportello di metallo con l'ausilio del piede, forse immaginandosi la mia faccia stampata lì sopra. «Dovetti andarmene in braccio a mio padre mentre mi consolava e promettendomi che me ne avrebbe comprati un paio nuovi...ma...» Si avvicina a me, esaminandomi con quella punta di falsa sicurezza. Mi sto riabituando a queste occhiate. «Nessun altro paio sarebbero stati alla loro altezza.» 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02 ⏰

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𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 - 𝑫𝒊 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒐 𝑻𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora