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«Benvenuti nella mia umile dimora signore e signori e

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«Benvenuti nella mia umile dimora signore e signori e...nipoti miei.»

Rimango meravigliata da cotanta maestosità. Una villa tutta per sé? Zia Rose? Credo di star sognando. «Waw zia è meravigliosa!»

«Dopo anni di studio e sacrifici sono riuscita a progettare una villetta secondo i miei gusti, ne sono tanto orgogliosa di questo mia cara Gab!»

Vedo come la fierezza conquisti quel suo sguardo simile a quello di mio padre. Le somiglia davvero molto, stessi capelli neri e sguardo furbo. A guardarli così da vicino dopo anni, sembrano quasi gemelli.

«Forza andate a sistemare le vostre cose in camera, io intanto preparo il pranzo.»

«E noi sappiamo dove andare vero?» Con queste parole sarcastiche di mia madre lei si ferma improvvisamente, girandosi nella nostra direzione con un leggero imbarazzo. Ridacchia per mascherare ciò.

«Giusto è vero perdonate la mia sbadataggine ragazzi miei, vi faccio vedere prima dove sono le vostre stanze poi preparo il pranzo.»

«Rose ti aiuto anch'io, così non farai tutto da sola.» Le lancia uno sguardo che dire complice è riduttivo, e lei la ricambia. Da quel che ricordo dalle loro storie ripetute in loop sono sempre state legatissime fin da ragazzine, dove il paio d'anni di distanza l'una dall'altra era nulla. Di consuetudine, come accade nei migliori romanzi d'amore, il fratello maggiore s'innamora della migliore amica, rendendo la protagonista più che felice vivendo appassionatamente per sempre felici e contenti. Infine siamo sbucati noi. Lancio uno sguardo verso Josh, intento ad analizzare ogni minimo dettaglio di questa casa; alzo gli occhi al cielo esasperata ma divertita. Siamo due caratteri completamente opposti, pronta a venderlo s'è necessario, ma non permetto ad altri di sfiorarlo neanche con un ramoscello.

Sarebbe oltraggioso! Solo io posso infastidirlo, altrimenti che sorella sarei?

«Ti prego tesoro dalle una mano in cucina, fallo per la nostra preziosa incolumità...» Incalza mio padre con tono teatrale. «Di certo non voglio finire in bagno a vomitare, questa volta per colpa del cibo!»

Zia Rose si rabbuia per un attimo, come se quella consapevolezza messa da parte le avesse sfondato le porte della mente per mettersi arrogantemente in primo piano. Dopo qualche secondo cerca di farsi scivolare da dosso quell'alone di tristezza come se fosse niente, ricomponendo l'espressione sicura. Lo sa bene cosa succede, come del resto tutta la nostra famiglia.

Ormai non mi tocca più; ho imparato cosa significa la parola rassegnazione.

Sospiro non volendoci pensare, iniziando ad ascoltare le due che intraprendono una conversazione riguardante del ragù alla bolognese che piace tanto alla donna che ha contribuito a mettermi al mondo. Se mio padre si è innamorato di quell'architettura, mia madre ha avuto il colpo di fulmine con le ricette più particolari e tipiche del grande stivale; quante volte ci siamo dirette nel nostro ristorante preferito, in cui la proprietaria non esitava ad insegnarle ogni trucchetto fondamentale ai fornelli, ed io ero sempre alle loro calcagna. 

𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 - 𝑫𝒊 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒐 𝑻𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora