Prologo

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Le foglie, i rami, gli insetti che camminano spensierati in cerca di cibo accompagnati da quell'odore inconfondibile della natura, con appena un pizzico di salsedine

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Le foglie, i rami, gli insetti che camminano spensierati in cerca di cibo accompagnati da quell'odore inconfondibile della natura, con appena un pizzico di salsedine. L'ossigeno si sente davvero chiaro e pulito attraverso le mie narici, con l'ombra primaverile in grado di arricchire tutta questa meraviglia. Come si fa a dire che la natura è noiosa? E' come se dicessimo che studiare il passato sia roba inutile, senza un senso apparente. A volte mi chiedo se alcune persone abbiano davvero osservato ciò che ci circonda, scaturendo in me una sorta di dispiacere non indifferente verso chi non riesce a captare l'essenza in ogni minimo dettaglio.

Chi è uno scarso osservatore, non sa cosa si perde!

«Gabriella dove sei?» Sento la voce di mia madre chiamarmi dalla porta sul retro di casa nostra, spezzando il mio piccolo monologo interiore. Il suo tono leggermente irritato mi arriva addosso come una saetta, non ammettendo repliche.

«Sono qui!» Urlo per farmi sentire. Con passo esperto continuo a scendere i resistenti rami dell'enorme quercia che si trova nel retro del nostro giardino, con solo l'obiettivo di rimettere i piedi per terra.

Mi fermo per un momento e rivolgo il mio sguardo sotto di me. Adesso che mancano pochi rami che mi separano dal suolo, vedo perfettamente le sue sopracciglia nere e folte aggrottate, e le mani poggiate sui fianchi.

«"Qui" dove? Non riesco a vederti.» Si guarda intorno, iniziando a battere ripetutamente il piede destro sullo scalino.

Mi lascio scappare una leggera risata, però facendo in modo di renderla il meno rumorosa possibile. Ignoro gli ultimi tre rami rimanenti, e con un salto atterro sull'erba morbida.

«Oh mio Dio...mi hai fatto prendere un colpo!» Alzo appena in tempo lo sguardo per ammirare quello spaventato di mia madre.

Rido di gusto. «Credevo che ti fossi abituata già da anni ormai mamma.» Mi avvicino a lei, iniziando a scuotere i miei lunghi capelli neri.

«Si, ma sei apparsa all'improvviso nel nulla quindi sono giustificata. Ma non è questo il punto...» Inizio ad avanzare, entrando in casa sotto la voce esasperata della donna alle mie spalle. «Hai ormai ventitré anni e continui ancora ad arrampicarti sugli alberi!»

Alzo gli occhi al cielo sorridendo, versandomi dell'acqua in un bicchiere di vetro; Sempre la stessa storia.

Sin da piccola ho sempre avuto questa voglia irrefrenabile di arrampicarmi, mi da quella sensazione di libertà assoluta; si può ammirare davvero un bellissimo panorama visto dall'alto. Quante volte ho avuto il desiderio di svegliarmi all'alba, come anche in questo caso, ed ammirare il magnifico sorgere del sole. Faccio sempre la stessa mossa, salendo silenziosamente le scale della soffitta ed uscire dalla piccola finestra al centro del muro triangolare e sedermi sul tetto, o salire sul possente albero. Mille colori giocano tra loro, regalandoti davvero uno spettacolo unico.

𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 - 𝑫𝒊 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒐 𝑻𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora