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"Se non verrai con me, renderò i tuoi pranzi, le tue cene e le tue care merende, un vero inferno Gab

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"Se non verrai con me, renderò i tuoi pranzi, le tue cene e le tue care merende, un vero inferno Gab."

Ecco come ha fatto a convincermi Anne a venire in questa stupida palestra piena di pompati, con l'ego che sfiora la luna. Stavo così bene a casa, seduta comodamente sul divano con mio fratello a guardare l'emblema delle serie; Peaky Blinders. Se Josh seguiva ogni avvenimento con estrema attenzione e senza distrazioni, io m'incantavo ogni volta che inquadravano Thomas Shelby camminare con quell'andatura sicura, che lo rende a mani basse il criminale di casa Shelby più sexy che esista.

Stavo mangiando il mio bel pacco di patatine quando la bionda è comparsa in casa mia come un uragano e, vedendomi sul divano, ha iniziato il suo solito discorso che riguardava me in versione lottatore di sumo. Con ciò tra una parola e l'altra mi sono lasciata convincere, anche per il fatto che i miei genitori rincarnavano la dose dandole pienamente ragione con motivazioni futili.

Ed ora mi ritrovo in questo posto che puzza di calzini sporchi, con la consapevolezza che una volta finito non avrò un briciolo di forza neanche per arrivare alla macchina di Ian. Ma...ormai siamo qui no? Quindi dato che siamo in ballo, balliamo.

«Da quale cominciamo?» Chiedo ad Anne, troppo applicata a mangiare con gli occhi un biondo tutto muscoli, impegnato a fare delle trazioni. Alzo gli occhi al cielo, dandole in seguito una leggera gomitata.

«Oh...Ahi Gab più piano. So che vuoi farmi fuori ma almeno fallo con un preavviso!» Su questo devo dire che ci ha preso in pieno. Però adesso è inutile piangere sul latte versato quindi, spinta da una leggera grinta di far finire tutto questo in meno tempo possibile, lego i miei capelli e guardo la mia amica che, per fortuna, ha smesso di sbavare dietro quel tizio. Con un leggero slancio mi afferra poi la mano, portandomi verso dei tapis roulant.

«Iniziamo con qualcosa di leggero e, soprattutto, un attrezzo sul quale si ha una vista eccellente.» Ridacchia come se fosse la strega cattiva di turno; è esasperante ma la adoro. Saliamo a bordo del tappeto e, senza ulteriori indugi, partiamo. 

«Alla fine non ci hai più raccontato cos'è successo con quel tipo della festa!»

La guardo per un secondo, distogliendo in seguito lo sguardo in modo da potermi immergere nell'imbarazzo più assoluto, ricordando ciò che è successo solo tre giorni fa.

Da dove comincio...

Mi risveglio con la sensazione di non riuscire a spalancare gli occhi, talmente li senta pesanti. Non si fa attendere il mal di testa atroce che mi si presenta con tutta l'arroganza che possa esistere, accompagnato dall'effetto collaterale di stordimento. 

Cos'è successo? 

Dove mi trovo? 

Lentamente metto a fuoco la vista, notando una stanza per niente familiare. Sollevandomi con riluttanza, per colpa della spossatezza, mi ritrovo ad osservare dei quadri che raffigurano il nome Imaginary, i quali riescono indirettamente a farmi fare il resoconto di tutto.

𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 - 𝑫𝒊 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒐 𝑻𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora