11.

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🚨: capitolo leggermente spicy

Pov Lando

Alla fine ieri sera sono rimasto a dormire in camera di Lucia e nonostante la situazione fosse già compromessa di suo, lei mi ha reso le cose difficili, a limite dell'impossibile, soprattutto dopo aver assaporato le sue labbra. Ogni tanto mi ha rubato qualche bacetto casto, ma il momento che mi ha fatto capire che ero fregato, è stato quando si è addormentata tra le mie braccia, poggiata al mio petto, la serenità e il senso di pace che ho provato mi ha destabilizzato.

Ho passato quasi tutta la notte in bianco, ero così preoccupato per il risveglio di stamani che i miei occhi non avevano intenzione di chiudersi.
Ogni tanto mi soffermavo a guardarla, Lucia dormiva così profondamente che niente avrebbe potuto turbare la sua quiete. Non si è mai staccata da me, anche quando cambiava posizione cercava un contatto fisico, in attenzione, un gesto inconscio che mi ha sciolto.

Ero poggiato con la nuca alla testata del letto, a doverci vi era solo la mia mano a sostegno del capo; all'improvviso sentii delle leggere pressioni e notai dei movimenti lenti accompagnati da strani mugolii, mi voltai e notai che Lucia si stava svegliando.
Eccoci, ci siamo. Il momento della verità è arrivato.

<Buongiorno> dissi con agitazione nella voce

<Buongiorno> rispose lei tranquilla per poi rannicchiarsi vicino a me

<Come ti senti?> le chiesi titubante

<Ho un lieve mal di testa ma sto bene. Te?> chiese a sua volta

<Tutto okay> risposi dubbioso.
[lieve colpo di tosse] <Hai ricordi di ieri sera?> domandai super agitato

<Cosa vuoi sapere di preciso?> investigò lei

Lo sapevo che ottenere o carpirle informazioni non sarebbe stato facile, così feci cadere la conversazione deluso.

Le mie orecchie furono avvolte da una dolce risata, guardai Lucia confuso e la vidi sorridere mentre mi guardava.

<Che c'è da ridere?> le chiesi con un filo di irritazione

Lei non rispose, si poggiò sui gomiti e si avvicinò a me, lasciandomi un casto bacio sulle labbra.

<Vado a farmi la doccia> mi comunicò con nonchalance per poi alzarsi e dirigersi in bagno

Rimasi intontito per alcuni secondi, poi tornai in me e le gridai
<Sei insopportabile!>

<Lo so!> rispose lei ridendo

Dopo alcuni minuti la vidi uscire dal bagno avvolta solo da un asciugamano e delle goccioline d'acqua che le accarezzavano la pelle.
Deglutì rumorosamente, continuavo a osservare ogni suo movimento ammaliato; se avessi svolto una ricerca sul Google avrei scritto "come diventare un asciugamano seduta stante ".
Lucia si muoveva con naturalezza e disinvoltura, senza prestarmi grande attenzione; un grande errore.

Mi avvicinai a lei in poche falcate, la feci voltare e appoggiare alla parete. Mi posizionai difronte a lei, una mano poggiata al muro e l'altra sulla sua guancia.

<Ti sei già salvata ieri sera, oggi non ho intenzione di tirarmi indietro> dissi con voce piena di desiderio e uno sguardo lussurioso

<Io non ti ho mai chiesto di essere salvata> mi rispose a tono lei

Un sorriso malizioso e piccato mi si formò sul viso pochi istanti prima di fiondarmi su di lei, assaporando le sue labbra, godendomi ogni centimetro e ogni istante. Le feci schiudere le labbra e mi impossessai di tutta la sua bocca, unendo e intrecciando la sua lingua alla mia. Ci staccammo per riprendere fiato, le sue mani salde tra i miei riccioli, uno sguardo intenso e le gote arrossate.

<Sei insopportabilmente bella> le dissi ansimante

Lei mi sorrise e mi baciò; un bacio, due baci, al terzo la situazione iniziava a rifarsi bollente, in una mossa le feci cadere l'asciugamano scoprendo il suo bellissimo corpo nudo. Sentivo la mia erezione premere contro la cucitura del pantaloni e le mie mani iniziarono a vagare su tutto il suo corpo.  Mi sentivo come un adolescente che scopre certe emozioni per la prima volta, sentendole amplificate, non riuscivo a fermarmi e non lo volevo.

Scesi lentamente a baciarle il collo, poi mi soffermai sul seno; feci una brevissima pausa, la volevo con tutto me stesso. Mi tolsi la maglietta e la guardai; con una mano tracciai il bordo delle sue labbra, poi scesi più giù, lentamente, passai in mezzo al suo seno, e mentre le mie labbra si beavano di baciare e succhiare la sua pelle che profumava di vaniglia, le mie dita si destreggiavano nella sua intimità, facendola ansimare sempre più forte e intensamente, fino a farla iniziare a gemere piano.  Come le mie orecchie sentirono il piacere che le stavo procurando, la presi di peso in bracco, l'adagiai sulla scrivania, le divaricai le gambe e mi dedicai al centro del suo piacere. Mentre la mia lingua continuava ad assaggiarla, lei si dimenava e inarcava dal piacere, i gemiti riempivano la stanza; con una mano afferrò i miei riccioli spingendomi sempre di più verso la sua intimità e più lei si muoveva e gemeva e più acceleravo e mi davo da fare anche con le dita.

<Ti voglio> le uscì mentre gemeva

Mi staccai da lei, la tirai per le gambe per avvicinarla a me e lo infilai con un colpo secco. Mi muovevo lentamente all'inizio, per bearmi di questa sensazione di pienezza, poi piano piano iniziai a spingere a ritmo più sostenuto. Prima che potesse raggiungere l'apice del piacere, uscì da lei, la feci alzare e la voltai, piegandola sulla scrivania per poi infilarlo nuovamente e iniziare con un ritmo maggiore, dettato solo dalla passione.
Lucia gemeva a ogni colpo, inarcava la schiena e si aggrappava alla scrivania per non muoversi e godere a pieno di ogni botta. A un certo punto inarcò così tanto la schiena che mi piegai ancora verso di lei e le affermai i capelli tirandoli leggermente con una mano mentre con l'altra giocavo con il suo clitoride.
Poco prima di raggiungere il piacere vero e lasciarmi andare, la volai nuovamente in modo tale che mi guardasse, volevo che capisse quanto la desideravo e quanta voglia ho di lei.

Una volta raggiunto l'orgasmo, mi appoggiai a lei, ero stremato. Lei aveva ancora la testa piegata all'indietro e il rumore dei nostri respiri risuonava nella stanza.

<Sei insopportabile in tutto e per tutto> le dissi con il fiato corto

<Sapessi tu> mi rispose lei sghignazzando

Le lasciai un bacio sul collo, dove con immenso piacere notai di aver lasciato il segno. Molto bene, almeno ora sapranno che non ce n'è per nessuno. Lei mi maledisse perché ora doveva coprire quel segno e ritoccarlo più volta al giorno, soprattutto doveva nasconderlo da Carlos o l'avrebbe tartassata di domande.

Carlos, già. Glielo devo dire, non posso più mentire a me stesso e al mio migliore amico. Ho deciso che voglio provarci e lanciarmi in questa nuova avventura con Lucia, è la prima dopo Luisinha, ad avermi fatto provare emozioni e sensazioni così forti, anzi forse non le avevo mai nemmeno provati prima.

Con calma andammo a farci la doccia e preparammo le valigie per dirigerci nuovamente in sede e poi ripartire in direzione Silverston, il mio gran premio di casa. Sarebbe stato un weekend impegnativo non solo per la pressione che mi sarebbe piombata addosso da parte dei tifosi ma anche perché avevo deciso che avrei parlato con Lucia e con Carlos, non mi sarei più nascosto e mi sarei dato la possibilità di essere felice di nuovo.

Just for You // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora