19.

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Una volta uscita da quell'ufficio volevo solo scappare via, stavo vivendo un incubo dal quale non riuscivo a svegliarmi. Non riuscivo a capire e spiegarmi perché Josh dopo un silenzio assordante e delle corna che fanno invidia ad un alce, sia tornato alla carica e sia ossessionato col rovinarmi la vita!

Nella mia fuga, andai a travolgere, letteralmente, Oscar.

<Tutto bene Luci?> mi chiese

<Mi- mi dispiace. Scusa> balbettai a causa dell'agitazione

Piastri avvolse le sue mani intorno alle mie braccia, obbligandomi a stare ferma; allineò il suo viso al mio e si limitò a osservarmi.

<No-non dirlo a nessuno> farfugliai

<Che succede?> mi domandò preoccupato

<Io.. io non posso> biascicai per poi liberarmi dalla sua presa e scappare via

Mi posizionai in un punto abbastanza nascosto, mi appoggiai alla parete, una mano sul petto e piano piano, scivolai a terra fino a sedermi. Le mani tremavano, sudavano, il mio respiro si faceva sempre più corto, il petto si abbassava e sollevava velocemente, il mio cuore batteva all'impazzata. Buttai la testa all'indietro, poggiandola al muro e provai, con tutta me stessa, a calmarmi. Speravo che tutto questo finisse al più presto e che una volta svegliata da questo incubo, tutto sarebbe tornato alla normalità.
Non so dirvi per quanto tempo rimasi accucciata in quella posizione, in quell'angolo, lontano da tutti, ma non potevo più stare qui, Lando aveva una qualifica da disputare e io non potevo essere un peso per lui; così mi alzai e tornai al box.

Come entrai, Norris venne nella mia direzione, a grandi falcate, lo avevo fatto sicuramente preoccupare.

<Dove diavolo eri finita?> mi chiese al limite della rabbia, mentre mi tirava a sé e stringeva tra le sue braccia

Non risposi subito, con la coda dell'occhio guardai Oscar, che con un cenno impercettibile mi fece capire che non aveva detto niente a nessuno.

<Avevo delle questioni burocratiche da risolvere, abbastanza urgenti, e mi era scappata l'ora> affermai frastornata

Il pilota sciolse un po' l'abbraccio, posizionò due dita sotto al mio mento e mi sollevò il viso

<Avvisami la prossima volta okay?> accennò un sorriso

In risposta gli feci un cenno affermativo col capo, forzai un sorriso e gli lasciai un tenero bacio sulle labbra, fugace, quasi abituale.

<Ora va e prendi questa pole> lo incoraggiai

<Se la ottengo mi merito un premio> mi provocò lui

<Farò ciò che vuoi> gli ressi il gioco maliziosa

Vidi gli occhi del pilota brillare, un bagliore malizioso e intenso, lo avevo motivato abbastanza, anche se era pienamente consapevole che non serviva una pole per essere sua. Quello che non sapeva, era che stava per cambiare tutto, saremmo precipitati, come quando ti butti da un aereo ma senza paracadute.

Alla fine delle qualifiche, Lando sarebbe partito in prima fila, al fianco di Max, e Oscar ha ottenuto un ottimo quarto tempo; una giornata, tutto sommato, positiva per la scuderia.
Mentre i piloti erano presi dalle interviste e impegni, mi ero recata in hospitality per capire come procedere legalmente contro questo provvedimento ingiusto e cercare un modo, il meno drammatico, per dirlo a Norris.

Just for You // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora