27. UNA DOLCE NOTTE

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VICTORIA

1.

Lui strinse gli occhi mentre mi studiava, valutando rapidamente la situazione. Lo guardai furtiva. Vidi il malumore scemare un po' alla volta, sostituito da una crescente eccitazione.
Avanzai verso di lui e gli accarezzai i pettorali con entrambe le mani.
Lui mi prese per i fianchi.
Mi sentii percorrere da un brivido caldo. Gli misi sfacciatamente la mano sul pene, accarezzandoglielo attraverso i pantaloni. Alex si indurì con rapidità. <Quantaintrapendenza.>
Io gli slacciai il bottone dei pantaloni e abbassai la cerniera.
<Victoria.> sussurrò lui, lo sguardo ardente. Mi prese il collo tra le mani e mi accarezzò la mandibola con i pollici.
Frugai nei suoi boxer e lo presi fra le mani, offrendogli le labbra per un bacio. Lui mi accontentò, prendendo la mia bocca con impeto che mi lasciò senza fiato.
<Ti voglio.> gemette.
Mi inginocchiai sul pavimento, tirandogli giù i pantaloni quel tanto che mi serviva per ciò che dovevo fare.
Respirò a fatica. <Victoria, che cosa...?>
Le mie labbra gli accarezzarono il glande. Lui si appoggiò sul materazzo, le mani strette al bordo con tanta forza da far sbiancare le nocche. Glielo presi con entrambe le mani e me lo infilai in bocca succhiandolo dolcemente. Sentii la vibrazione ripercuotersi in tutto il suo corpo e udii un ruvido gemito montargli nel petto. Alex mi toccò la guancia. <Leccalo.>
Eccitata da quell'ordine, gli girai intorno la lingua e fremetti di piacere quando mi ricompensò con una calda esplosione di liquido pre-eiaculatorio. Stringendo in una mano la base dell'uccello, lo accolsi in bocca, succhiandolo. Avrei voluto avere tempo per farlo durare. Per farlo impazzire...
Lui emise un gemito pieno di agonia. <Dio, Victoria... la tua bocca. Continua. Così...>
Ero così eccitata dal suo piacere che mi contorsi. Le sue mani afferrarono i miei capelli, tirandoli forte. Adoravo il modo in cui iniziava dolcemente e poi diventava sempre più feroce, a mano a mano che il desiderio che sentiva travolgeva il suo autocontrollo.
Quel lieve dolore mi rese più ingorda. La mia testa ondeggiava mentre gli davo piacere. La sua erezione crebbe, diventando più grossa e più lunga. Il mio sguardo era inchiodato su Alex, che, con la testa piegata all'indietro, cercava di prendere fiato.
Mi tenne ferma la testa e prese il comando. Spingendo con i fianchi. Mi aggrappai alle sue cosce tese con entrambe le mani, lavorando freneticamente con le labbra e la lingua.
<Ah, Victoria.> La sua voce era un gemito gutturale. La sua presa tra i capelli si fece più stretta. <Mi stai facendo venire.>
Il fiotto di sperma fu così denso che faticai a ingoiarlo. Accecato dal piacere, Alex si spinse fino in fondo alla mia gola, con il pene che pulsava a ogni scarica dentro la mia bocca. Tremò, mentre prendevo tutto quello che aveva da dare. I suoni che emise e i complimenti che mormorò ansimando furono i più gratificanti che avessi mai sentito.
Gli diedi un'ultima leccata, meravigliandomi di quanto ancora fosse duro dopo quell'orgasmo esplosivo. Sarebbe riuscito ancora a continuare e avermi del tutto sua, fino a lasciarmi priva di sensi.
Infatti lui alzò il mio mento con la mano e si avvicinò a baciarmi cacciando la lingua e sentendo il suo sapore nelle nostre bocche. Si staccò da me e mi guardò.
<Ora è il tuo turno.>

ALEX

2.

Ero infuocato. <Ti ho desiderata dal primo momento in cui ti ho vista. E ora che posso averti, non voglio lasciarti andare.>
<Sì.> gemette lei.
Il sangue mi si scaldò all'istante e sentii di nuovo diffondersi un dolore indefinito nel mio membro. Grugnii di soddisfazione. <Bellissima.>
Mi alzai e ci cambiammo di posto. Entrambi eravamo in piedi, piegai la testa e la baciai ancora con decisione. Slacciai rapidamente la sua zip, per poi sfilarle lentamente la maglietta e lasciarla cadere a terra. Feci un passo indietro per guardarla. Indossava il reggiseno nero di pizzo.
Era uno spettacolo.
<Oh, Victoria. Sei perfetta.>
"Volevo baciare ogni centimetro di quel fisico asciutto."
Tenendole la testa, le passai le dita tra i capelli e la attirai verso di me, baciandola. Lei gemette contro il mio corpo, quel verso dolce di apprezzamento riecheggiò dentro di me fino alla punta della mia erezione. La strinsi con forza, sollevato che lei si aggrappasse soltanto alle mie braccia. Con una mano tra i suoi capelli per tenerla ferma, le feci scivolare l'altra giù per la schiena fino alle natiche e la spinsi contro di me.
Lei gemette di nuovo.
La feci scendere e allungai le mani per sfilarle il pantalone, facendole scorrere i palmi contro il culo sodo, per poi abbassarli del tutto.
Anche io dovevo liberarmi di quel peso che cominciava a infastidirmi.
Dolcemente costrinsi Victoria a sdraiarsi e, con gesti rapidi le tolsi i calzini. Poi senza staccarle gli occhi di dosso mi sfilai la maglietta.
Afferrai le caviglie della ragazza davanti a me aprendole le gambe. Lei sgranò gli occhi e si aggrappò alle lenzuola.
Strisciai lentamente sul letto, in mezzo alle sue gambe lei si contorse sotto di me. Cominciai a leccare il suo addome fino ad arrivare all'ombelico e continuai il mio viaggio verso il basso assaporandola per poi risalire.
Mentre leccavo il suo corpo perfetto, le mie mani arrivarono al reggiseno. Infilai il dito sotto la coppa e le tirai giù, liberando il seno. Il capezzolo era piccolo, ed era duro. Feci in modo che il tessuto e il ferretto fossero sotto il seno, spingendolo verso l'alto. Ripetei la stessa operazione con l'altra coppa e rimasi a guardare, affascinato.
Victoria chiuse gli occhi e inarcò la schiena. Mentre soffiai su un capezzolo, mi rigirai delicatamente l'altro capezzolo tra il pollice e l'indice. Victoria si aggrappò alle lenzuola quando mi avvicinai e glielo succhiai con forza. Il suo corpo si inarcò di nuovo e lei gemette. I suoi capezzoli si indurivano sempre di più e lei cominciò a dondolare i fianchi. Mi concentrai su ciascun capezzolo. "Sì!" Le diedi un bacio veloce per catturare i suoi gemiti con la bocca. Era persa nel suo piacere...
La baciai e lasciai viaggiare la mano lungo il suo corpo, giù fino al pube, sentii il suo calore. Feci scivolare l'indice sotto il pizzo delle mutandine e lo mossi in piccoli cerchi... "Dio mio, è tutta bagnata."
<Quanto ti voglio.> dissi.
Le infilai un dito dentro e lei urlò. Era calda, stretta e bagnata e io la volevo. Testai di nuovo la sua intimità, soffocando le sue grida con la bocca. Le premetti il clitoride con il palmo della mano... mi spinsi giù... mi mossi in circolo. Lei ansimò e si contorse sotto di me. Le tolsi via gli slip.
Vidi che era completamente aperta per me e impotente mentre mi avvicinai concentrando l'attenzione e la punta della lingua sul suo clitoride.
Si lamentò mentre le stuzzicai il centro del piacere, sentendolo diventare turgido sotto le mie carezze umide.
"Quanto mi piaceva."
Mi mise le mani sulla testa rasata e mi attirò forte a se.
Continuai a leccarla, mentre lei cercava di allungare le gambe. Era vicina all'orgasmo. Gemette e strinse più forte le lenzuola, la guardai e sorrisi. Ricominciai ad assaporarla, portandola sempre più vicina al culmine. Lei cominciò ad ondeggiare con i fianchi, muovendosi a ritmo della mia lingua. Stava per godere.
<Ah!> ansimò iniziando a venire. Gettò indietro la testa e si inarcò, consumata dall'orgasmo. Il suo liquido mi riempì la bocca, e il tremolio del suo corpo mi inebriò di un piacere immenso. Mi staccai dalla sua intimità e mi avvicinai per baciarla e farle sentire il suo sapore.
Eravamo pronti.
Mi staccai di poco da lei e mi posizionai, avvicinando la punta del mio cazzo alla sua parte più calda, strofinandolo lentamente per poi infilarglielo dentro con forza strappandole un sospiro strozzato.
"Oh, Dio."
Mi arresi completamente.
Victoria gemette. La presi per i fianchi, muovendola e dandole piacere. <Cazzo!> mormorai, e volevo di più. Molto di più.
Me la tirai su, faccia a faccia con lei, e le misi le mani sul sedere, riempiendola fino in fondo. Lei ansimò e mi afferrò per le braccia mentre io le presi la testa e la guardai in quegli occhi meravigliosi, pieni di desiderio. <Cosa mi fai!> dissi baciandola con passione. < Ah... sì...> rispose chiudendo gli occhi.
La feci sdraiare di nuovo sotto di me e lei mi circondò con le gambe. Iniziai a muovermi più velocemente, rude, godendomi ogni centimetro di lei.
"Ti voglio."
Appoggiai un braccio sopra la sua testa, cullandola nella mia stretta, e lei mi toccò le braccia, le spalle e il culo. La baciai sulla bocca, sul mento, sulla mascella. La portai sempre più vicina al piacre, fino all'orlo dell'eccitazione. Iniziò a tremare. Ansimò forte.
<Lasciati andare...>
<ALEX!> gridò godendo, e io godetti insieme a lei.

MORTAL VIRUS: LA GENESIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora