18. LO SCONTRO

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ALEX

1.

Avevo un urgente bisogno di fare la pipì. Aprii gli occhi. Ero ancora a terra dove ero rimasto. Mi faceva male la testa e il petto, ma soprattutto avevo la vescica che scoppiava. Chiusi subito gli occhi. Girai la testa, e accanto a me vidi Victoria che stava parlando con una ragazza, non si accorsero che fossi sveglio. Allungai la mano, e la strinsi a quella di Victoria. Con un sussulto si girò verso di me di scatto.
<Ciao.> dico con voce roca.
<Oh, Alex.> mi rispose con voce strozzata, ma allo stesso tempo sollevata. Mi strinse la mano, poi se l'appoggiò alla guancia.
<Devo andare in bagno.> sussurrai.
Mi fissò e per un attimo si accigliò. <Ok.>
Mi tirai su a sedere.
<Alex, stai giù. Chiamo qualcuno.> Si alzò in piedi con l'aria un pò allarmata.
<Ti prego.> sospirai. <Devo alzarmi.>
"Accidenti mi sento debolissimo."
<Aspetta che ti aiuto!> sbottò.
<Devo fare subito la pipì.> le dissi, con una voce stridula. Avevo la gola e la bocca completamente secche.
<Ti accompagno.> disse.
Le misi le braccia intorno al collo, il corpo abbastanza dolorante. Superammo l'atrio tutto distrutto e potei notare che avevamo perso non so quante persone. C'era sangue dappertutto, morti, e persone che piangevano i loro cari. Altre persone stavano aiutando coloro che fossero ferite, ed altre che facevano la conta dei caduti. Quel posto sembrava un campo da guerra. Mi dispiacque per quelle persone, in parte mi sentii responsabile.
Victoria mi portò nel bagno della mia stanza, mi lasciò e quando lo fece barcollai, mi sentii le gambe molli.
<Ti aspetto qui.> disse, chiudendo la porta alle mie spalle.
Cominciai a fare la pipì, assaporando la sensazione di sollievo. Feci l'inventario delle ferite. Avevo mal di testa e un dolore al petto, dove Esther mi aveva dato il calcio, e la guancia pulsava nel punto in cui mi aveva tagliato. Inoltre avevo sete e fame. "Gesù, altro che fame." Quando ebbi finito, mi voltai a lavare le mani e cominciai ad avere di nuovo un pò l'equilibrio e la forza sulle gambe.
<Ho fatto.> dissi a Victoria, mentre mi asciugavo le mani. Lei entrò in bagno e mi fece appoggiare di nuovo le braccia intorno al collo.
<Ho quasi recuperato la forza nelle gambe.> le dissi.
<Non mi interessa, ora ti faccio sedere e vediamo come ti senti.>
Mi fece accomodare e cominciò a concentrarsi su di me.
<Come ti senti?> mi chiese, comprensiva.
<Dolorante e assetato. Molto assetato.> sussurrai.
<Ti porto un pò d'acqua.> Andò a prendere dell'acqua dal frigo e mi passò una bottiglietta. Bevvi.
Mentre bevevo guardai la mia stanza, e passando in rassegna la camera mi fermai sul comodino dove stava lo schermo che mi diede mio zio. E li ricordai.
Mi alzai di scatto facendo spaventare la ragazza che si trovava dinanzia me.
<Alex! Che fai?!> mi esclamò, cercando di mantenermi. Ma alzandomi barcollai soltanto una volta, poi a parte i dolori riuscii tranquillamente a camminare ed avvicinarmi al comodino. Lo aprii e presi quello che si trovava al suo interno. Lo stilo.
Cercai di capire come si attivasse, premetti tutta la superficie di quell'aggeggio e con mia sorpresa quando premetti l'estremità dello stilo come fosse una penna, l'utensile si attivò creando un suono ad intermittenza.
<Che cos'è?> mi chiese Victoria.
<Quando scappai dalla villa, quella donna con cui ho combattuto prima, ricordi?>
<Si.>
<Bene, me l'ha dato lei, dicendomi che mi sarebbe servito e che qualcosa stava per arrivare.>
<Chi sta arrivando?>
<Non ne ho idea, ma dobbiamo scoprirlo prima che qualcuno piombi qui.>
Mi avvicinai a lei e guardando lo stilo notammo che il suono ad intermittenza era aumentato.
<Dobbiamo radunare gli altri e riferire subito quello che sta per accadere.> dissi prendendo Victoria per la mano e uscendo dalla stanza.

Nell'ufficio di mio zio radunammo tutti: Dominic, Deacon, Ryan, mio zio e Abigail con la sua amica.
Mio zio guardò lo stilo che emetteva quel suono esaminandolo da cima a fondo, cercando di capire come funzionasse quell'affare.
Di colpo gli venne un'illuminazione.
<Non bisogna premere sulla superficie del pennino ma bisogna fare così.> disse, premendo ai due lati della penna e girando entrambe le parti nel verso opposto. Facendo il modo di aprire la penna in due e facendo comparire un piccolo display olografico. Tutti noi ci avvicinammo a mio zio guardando cosa ci fosse sullo sfondo. Potei vedere quello che c'era scritto.

MORTAL VIRUS: LA GENESIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora