CAPITOLO 5

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JULIET POV

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JULIET POV

Distendo il braccio lungo il fianco, stringendo la mano a pugno. Mi sopraggiunge un forte dolore, dovuto alle unghie che conficcano il palmo, ma resisto, accogliendolo tutto.

"Schiena dritta, testa alta e sorridi".

Continuo a ripetermi queste parole mentre giungo in soggiorno, dove la luce naturale proveniente dalle finestre mi colpisce gli occhi, lasciandoli ristringere lievemente.

Dinnanzi al divano color confetto, adagiato su un cavalletto, vi è una videocamera di ultima generazione. Un addetto apposito la sta controllando con minuziosa attenzione, regolando luce e immagine.

Mi ripeto mentalmente le battute già preparate. "Sono felice di questo nuovo percorso che dovrò affrontare, e sono grata di avere mio fratello affianco. Abbiamo passato momenti difficili, ma la nostra famiglia è pronta a iniziare un nuovo cammino".

Infondo imparare un copione è l'ultimo dei miei problemi, sono abituata a mentire. La vera difficoltà sarà quella di ostentare un sorriso abbastanza credibile e dovermi fingere in tutti i modi entusiasta di questa nuova vita che mi attende.

Purtroppo mio padre è una figura abbastanza in vista a New York. È il capo di un importante complesso industriale, è la notizia che dovesse trasferirsi insieme alla sua famiglia ovviamente a destato molti sospetti. Dunque oggi dovremo dare delle valide argomentazioni, tentando di fingere che sia tutto a posto.

Ma io so che in realtà non è così.
C'è qualcosa che continua a non tornarmi in questo trasferimento.

Perché una famiglia benestante come la nostra si è dovuta trasferire proprio nel South Side?
Perché non in qualsiasi altro luogo?

Queste domande continuano a vorticarmi in testa mentre mia madre mi raggiunge, stretta in un sofisticato tubino verde smeraldo. Le sue linee delicate aderiscono alla perfezione al tessuto pregiato.

Affila gli occhi azzurri in una sguardo di superiorità. «Ottima scelta Julie» si congratula, riferendosi al mio vestito di un color bianco acceso, con dei piccoli dettagli in oro. «Anche se ti mette un po' in risalto la pancia, cerca di moderarti da oggi».

Abbasso gli occhi per una frazione di secondi, puntandomi le mani al ventre. Quando li rialzo tento di mascherare la sensazione di angoscia che mi imprime sul petto. Non voglio che pensi che le sue parole possano scalfirmi. «È perché sono in pre ciclo».

Non appare troppo convinta della mia risposta, «lo spero». Con finta premura mi accarezza il braccio, lasciando sbattere le sue folte ciglia, «lo dico per te tesoro, smettila di mangiare tutte quelle schifezze».

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