CAPITOLO 13

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PHILIP POV

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PHILIP POV


Mentre le strade si susseguono da dietro il finestrino, ripenso a ciò che è successo poco prima.

Mi sono preoccupato.
Mi sono preoccupato per un stupido ingrato.

Prima, mentre i miei amici stavano pestando a morte quel rammollito di Jonson, Alex non stava bene. Mi ha stretto il braccio, come farebbe un un povero bambino indifeso.

La scena torna a ripresentarsi a rallentatore davanti a me. I suoi occhi erano così vaghi, privi di quel calore che emanano solitamente.
Non li avevo mai visti così.

L'intenso azzurro che li contraddistingue solitamente era sbiadito, come se fosse calata un ombra sul suo sguardo.

Vedere quella scena deve averlo spaventato, una reazione abbastanza normale per qualcuno che non ha a che fare tutti i giorni con la violenza.
Eppure non riesco a togliermi dalla testa l'ipotesi che ci sia qualcos'altro sotto.

La cosa più assurda?
È che se c'è davvero qualcosa, voglio saperlo.

Devo documentarmi di più su quel ragazzino.

Quando l'ho visto piangere, ho avvertito una brutta fitta al petto.

Una reazione che non avevo considerato di provare, infondo perché dovrebbe importarmene?

Eppure ho deciso di seguirlo in bagno per assicurarmi che stesse bene e che avesse ripreso fiato, visto che sembrava non riuscire nemmeno a respirare. Ma lui si è permesso di cacciarmi via.

Lo ha fatto in un modo brusco, con quell'aria altezzosa che solo un ragazzino viziato e carismatico come lui  può avere. Come se si sentisse il migliore di tutti.

Bah.
Per me può andare a farsi fottere quel bamboccio.

L'auto si arresta, e mi risveglio dai miei pensieri.

Scendo, sgretolando ciò che rimane della sigaretta che stavo fumando, lasciando ricadere la cenere sul suolo.

Lascio slittare la lingua sul labbro inferiore quando vedo l'auto grigio perla di Oscar, bingo.

Il vecchio magazzino si staglia come una sagoma malinconica nel paesaggio. Le pareti di mattoni scrostati e le finestre spesse trasmettono un aria decadente.

David si guarda intorno prima di entrare nel magazzino. «Concediamo a quel coglione altri due minuti di pace».

«Che vuoi fare? Non lo uccideremo davvero?» domanda Thomas con una briciola di preoccupazione nella voce.

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