CAPITOLO 24

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Prima di iniziare il capitolo,
ci tengo a fare una premessa.
Gli atteggiamenti che descrivo non intendo normalizzarli né tanto meno incitararli.

Il mio unico intento è quello di descrivere
la realtà, sia negli aspetti
belli che in quelli più crudi.

Fatte queste premesse
buona lettura.

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JULIET POV

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JULIET POV

Sto per salire il primo gradino che conduce ai piani superiori quando mia madre mi richiama. «Juliet Sullivan vieni subito qua!».

In un primo momento corruccio la fronte, confusa. Poi mi ricordo della felpa che sto indossando.

Mia madre, con la postura rigida, marcia nella mia direzione, ammiccando smorfie disgustate nei confronti della felpa.

«Questo non è il cognome di quel criminale?!» sbraita dilatando le narici.

«Ehm... può essere».

Come gliela spiego tutta la storia?
Forse è meglio se ometto la parte in cui io e David ci siamo annaffiati a vicenda.

La donna si tira uno schiaffetto sulla fronte ma pare calmarsi. Mi fa segno di seguirla in sala da pranzo, e faccio come richiesto. Ci sediamo al tavolo, una di fianco all'altra.

Si porta le mani a coprirsi gli avambracci, accarezzandoseli appena. Sembra ricercare le parole giuste.

«Devo parlarti di una cosa riguardante questo» comincia, indicando la felpa che sto indossando.

«Lo so. Mi dirai che non devo frequentarlo, che vuoi che stia con Justin e cose così».

«No».

Sbarro gli occhi.
La sua risposta dura mi destabilizza.

Allunga le braccia, stringendo le mie mani nelle sue. Le mie labbra si incurvano inevitabilmente verso l'alto a quel gesto tanto raro. I suoi occhi, uguali a quelli di Alex, mi colpiscono come una carezza.

«Da quando ho definitivamente lasciato tuo padre ho riscoperto me stessa. Ho finalmente preso consapevolezza della persona che sono».

Annuisco, totalmente d'accordo con lei.

Sicuramente è difficile non vedere papà girare per i corridoi di casa. Nonostante non parlassimo molto, era una presenza che si sentiva. Sapevo che potevo contare su di lui nel caso.

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