CAPITOLO 15

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Strange evening

Strange evening

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BETTY POV


Disintegro tra le dita la confezione di plastica, riducendola in diversi piccoli pezzetti. Poco prima vi era incartata con cura una gustosa brioche al cioccolato, che purtroppo ho finito.

Mentre mi dedico al mio bricolage improvvisato, faccio finta di ascoltare mia cugina, che continua a parlare senza freni.

Il venticello di metà Settembre lascia danzare nell'aria i ciuffi che mi sono sfuggiti dalla coda alta. Provo in continuazione a sistemarli, senza ottenere nessun successo.

Al mio cervello giungono solo parole sconnesse da parte della ragazza. Sono troppo occupata a riflettere su una questione a cui penso da ieri sera.

La mia mente sa essere molto pericolosa di solito.

Quando ieri ho visto in prima persona il litigio tra Juliet e David mi sono resa conto di una cosa. I due fratelli Sullivan sono odiati da tutti a scuola, fatta eccezione per Kelly.

Ne ho avuto la conferma quando questa mattina ho visto Alex scendere da un suv nero accompagnato dal padre. Suppongo fossero andati insieme a fare colazione prima di venire a scuola.

Mentre il povero Alex proseguiva verso la scuola, mi sono accorta delle numerose battutine che gli altri ragazzi gli hanno riservato. E non erano belle cose, anzi piuttosto sgradevoli.

Oppure quando questa mattina Juliet è entrata nella classe di matematica. Un ragazzo in ultima fila gli ha letteralmente urlato un: «Ma non è troppo stupida per la matematica? Di solito si dice questo delle bionde ricche e viziate».

Odio il trattamento che gli riservano. La gente sa essere davvero crudele, soffermandosi solo sulle apparenze. Non provano nemmeno a conoscerli per davvero. Infondo non penso siano così male.

E visto che sono una persona empatica, forse un po' troppo visto che diventa un difetto in alcune occasioni, riesco a mettermi nei loro panni. Deve essere davvero difficile per loro.

Premetto che non mi sono mai trovata nella loro situazione, anzi sono piuttosto amata tra questi corridoi. Sono Betty Hale, la ragazza dagli ottimi voti, capo cheerleader, presidentessa di diversi club e, tra poco, rappresentate di istituto.

Se qualcuno ha dei problemi viene a rivolgersi a me, e mi assicuro sempre che vadi tutto bene a scuola. Proprio per questo mi sento in dovere di fare qualcosa per quei due poveri ragazzi.

«E poi ci sono le spiagge...».

Torno alla realtà quando la ragazza davanti a me mi guarda con due occhioni carichi di sogni e di speranza.

Cosa mi sono persa?

Non ho minimamente prestato attenzione a mia cugina. Ero così assorta nei miei pensieri che non mi sono nemmeno accorta di aver cosparso il tavolo di pezzettini di plastica.

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