JULIET POVGioco con il cucchiaio, spingendo di qua e di là il mio porridge ormai divenuto freddo.
Sposto al bordo della ciotola i lamponi rossi, e sospiro per l'ennesima volta nell'arco della mattinata.
È giunto il giorno tanto temuto: il primo giorno di scuola. O forse meglio dire di inferno?
Durante la notte mi sono voltata e rigirata nel letto, partorendo innumerevoli scenari su come potesse svolgersi questa giornata, e il più terribile culmina con la mia morte.
«Juliet eviteresti di giocare con quel cucchiaio» mi sgrida mia madre fulminandomi con gli occhi dall'altra parte del tavolo.
«Vediamo...no» rispondo secca guardando disgustata la scodella.
È un semplice porridge con della frutta sopra e io lo odio, se ci fosse della nutella cambierebbe tutto.
«Sono tua madre e non tollero questo linguaggio signorina».
«Non mi piace questa roba» sbuffo allontanando quella scodella da sotto il mio naso.
«E allora non farai colazione».
Alex si intromette in quella discussione schiarendosi la voce. «Tra quanto partite tu e papà?» domanda scoccandomi un'occhiata complice. Quando i nostri genitori non ci sono finalmente possiamo essere liberi.
«Tra due settimane esatte» inizia mamma ma poi nota il sorriso sulle labbra di mio fratello. «Non farti strane idee Alexander, ho lasciato a Monica il menù da farvi durante la mia assenza» continua con massima serietà, poggiando il suo tablet sul tavolo in vetro.
Monica è l'unica donna di servizio che abbiamo deciso di portarci a Chicago. Più precisamente, quando eravamo più piccoli, era la nostra personale baby-sitter, quindi non c'è da stupirsi se nel corso del tempo si è affezionata più a me e a mio fratello rispetto a nostra madre.
Per questo quando i nostri genitori partono per la loro "meritata vacanza", la donna è solita viziarci cucinando tutto ciò che vogliamo.
Ovviamente questo i nostri genitori non lo dovranno mai venire sapere.
«Come al solito» fingo di sentirmi amareggiata a quelle parole.
«Per una volta potresti anche lasciare decidere noi cosa mangiare, oramai siamo grandi» mi regge il gioco Alex e arriccio le labbra per reprimere una risata.
«Questo non succederà finché vivrete sotto il mio tetto». Mia madre è la tiranna della famiglia, e c'è lo ricorda bene ogni volta. Ma come si dice, quando il gatto non c'è i topi ballano, no?
«Certamente signora dittatrice» la prende in giro Alex fingendo un inchino con il capo.
«Hei basta infastidire vostra madre», la voce di papà irruppe seria nella conversazione.
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Finally i found you
Teen FictionJuliet e Alex sono gemelli, abituati alla ricchezza e alla comodità di New York saranno ben presto catapultati in una nuova realtà. A causa dei loro genitori dovranno trasferirsi a Chicago, più precisamente nel South Side. Ovviamente loro non c'ent...