𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆

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Zafira pov:
Sputai lo sperma di Max per terra, era amaro e non me la sentivo di ingoiare questo schifo e in più figurati se fare un semplice pompino mi avrebbe dato piacere, quell'uomo rendeva anche un semplice pompino un agonia, mente mi truciolavo in questi pensieri mi arrivarono 4 sculaccioni veramente forti << non si sputa quel ben di Dio, pulisci>> mi ordinò, feci per alzarmi ma ricevetti un'altro sculaccione << con la lingua>> sgranai gli occhi e lo guardai incredula, cosa mi aveva chiesto di fare ora? Scossi la testa, ma Max mi prese dai capelli << FALLO! Appena diventerai un sottomesso adulto per te leccare sarà la cosa meno schifosa>> mi butto per terra facendomi anche male, con gli occhi lucidi andai verso lo schifo che avevo sputato e mi sforzai a leccare con la lingua  e anche ingoiarla, faceva schifo tra il sapore astro dello sperma e la polvere del pavimento << ma che brava che sei! Puoi andartene ora, la Megera ti aspetta>> disse, io senza farmelo ripeterlo due volte me ne andai di fretta.

Mi ritirai nel giardino, cercando un momento di tranquillità per sfogare le tensioni che questa vita sottomessa mi imponeva. A volte, riuscivo a tollerarla, ma l'incontro con persone come Max risvegliava in me un odio profondo, un sentimento che credevo di aver sepolto. Senza pensarci, lasciai sfuggire un grido: <<Tutto bene, amore mio?>> Mi voltai e vidi emergere da dietro un albero un ragazzo, i suoi capelli biondi danzavano con il vento, la sua statura non imponente ma sicura, gli occhi scuri che sembravano scrutare l'anima e le labbra sottili che avevo imparato ad amare, come il sapore del lampone. Era Blake, il mio compagno.
La nostra storia era iniziata in un momento di fragilità, quando la Megera mi aveva concesso il permesso di uscire da sola. Fu lui a difendermi da un pericolo imminente in un bar, quando un uomo tentò di violentarmi. All'inizio, lui non sapeva nulla della mia vita segreta, e non potevo permettermi di confidargliela. Ma quando rischiai di perderlo a causa della mia segretezza, decisi di aprirmi completamente. Non fu facile credermi, ma alla fine accettò la verità. Desiderava affrontare la Megera, denunciarla per tutto il male che mi aveva inflitto, ma lo implorai di non farlo, temendo per la sua sicurezza e la mia vita.

<<Che ci fai qui?>>affrontai Blake, spingendolo leggermente all'indietro. Era chiaro che non avrebbe dovuto essere lì, il rischio era troppo alto. Se la Megera lo avesse scoperto, sarebbe stato un disastro <<Volevo vederti,sono passate settimane da quando ci siamo visti>>mi disse avvicinandosi con un bacio sulla testa. Sospirai. <<Sì, ma perché hai gridato?>>chiese mordendosi appena le sue labbra, . <<Prometti di non arrabbiarti?>>,
Lui annui riluttante <<Max>> pronunciai appena quel nome, e lui, come una furia, colpì un albero, ferendosi <<Lo ammazzo, cosa ti ha fatto questa volta? Ti ha toccata?>> "vengo toccata sempre me" pensai, mentre lo osservavo lottare con la sua rabbia repressa. Mi avvicinai nuovamente, le sue mani sanguinavano <<Non posso fare nulla, questa è la mia vita>> dissi, ma lui mi bloccò <<Possiamo scappare, andare lontano>> disse Blake, con il suo solito romanticismo <<Vorrei, ma anche se lo facessimo, ci troverebbero subito. La Megera ha contatti ovunque>> gli rivelai la cruda verità, cercando di farlo comprendere. Il suo sguardo si annebbiò di tristezza, mentre lottava con l'idea di non poter cambiare nulla. Decisi di baciarlo, cercando di trasmettergli un po' di conforto in quel momento di disperazione. Le sue labbra risposero con dolcezza al mio gesto, ma potevo sentire il peso del suo cuore affranto <<Non posso perderti">> sussurrò, stringendomi forte <<Non mi perderai>> promisi, anche se nel profondo sapevo che la nostra fuga era solo un sogno irrealizzabile. Ma in quel momento, nel calore del nostro abbraccio, volevo crederci.

Prima di entrare nella stanza della Megera, feci un sospiro, mi sistemai non volevo che la Megera mi facesse qualche domanda, già dovevo giustificare il mio ritardo.
Entrando vidi che la Megera stava punendo Castiel con la cintura << ti avevo dato il permesso di usare la moto? NO, NON MI PARE>> urlò contro di lui, Castiel provava in tutti i modi a farsi perdonare ma per queste cose la Megera aveva il cerume all'orecchie. Mentre continuava a picchiarlo lo sguardo della Megera si spostò su di me, mi misi sull'attenti << Ti ho chiamato mezz'ora fa, perché non sei venuta subito?>> il suo tono era tagliente, notai che Castiel provò a togliersi da quella posizione ma la megera colpi un'altra volta << ti ho ordinato che puoi andare? Non credo >> mentre parlava gli diedi altri colpi veloci << allora Zafira, dov'eri?>> mi chiese nuovamente << in giardino Megera>> la Megera assottiglio gli occhi leggermente, come se stesse cercando di capire se stessi mentendo,  in realtà stavo dicendo la verità o meglio una mezza verità << sul letto.....mentre tu Castiel all'angolo>> diede un'ultimo colpo a Castiel e lo congedò.
Mi misi sul letto, la padrona avvicinò la sua mano sulla mia intimità << Max mi ha detto che non ti sei comportata bene>> la sua mano si fece sempre più presente << Scusi, ma faceva veramente schifo>> dissi al solo pensiero di quello che schifo << non mi importa, é una cosa base che devi imparare, ne dovrai assaggiare di peggio intesi?>> la megera mi mise una mano dentro la mie mutande e mise un dito facilmente dentro, tanto ero già bagnata e lei aveva un tocco da maestra, inarcai la schiena dal piacere << si Megera intesi>> dissi in risposta << brava la mia piccola>> tolse la mano da lì, la guardai con una faccia del tipo "ne voglio di più" ma lei scosse la testa, prese il computer e si mise al scrivere, mentre io decisi di riposarmi un po' da quella giornata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2024 ⏰

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