3-"Veronica?"

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"Chiunque voglia sinceramente la verità
è sempre spaventosamente forte"
~Fëdor Dostoevskij~

POV VERONICA

È il secondo giorno e io sto disegnando su un quaderno mentre il professore di chimica spiega cose di cui nessuno capisce il significato.

<Bene ragazzi, adesso vi assegnerò i posti che dovrete tenere per il resto dell'anno, vi avviso, non farò cambiamenti>

Inizia a fare un elenco di nomi, chiama Mason e Andrew che alzando le spalle perché stavano già in banco insieme.

Poi chiama Alex e Noah e noto che quest'ultimo arrossisce prima di sedersi.

Poi finalmente mi chiama
<Luna con Lopez>

E chi cazzo è Lopez?

Quando vedo Tom alzarsi sgrano gli occhi.
<Perché tra tutti proprio con te dovevo capitare?>
<Non essere troppo entusiasta> mi prende in giro.
Io sbuffo e continuo a scarabocchiare sul quaderno.

Sto prendendo appunti quando Tom si mette a fischiettare piano, in modo che la professoressa non possa sentirlo.
<Smettila> lo ammonisco, ma lui mi ignora e continua a fischiettare.
<Non riesco a concentrarmi se fischi>
<Cazzi tuoi> dice alzando le spalle.
Io sbuffo e cerco di concentrarmi sulla lezione.

Sarà un anno molto difficile.

Sto cercando di prendere appunti quando sento Tom che mi chiama.
<Veronica? Veronica?> bisbiglia
<Che vuoi?>
<Mi dai una penna?>
<No>
<Ma io non ce l'ho>
<Cazzi tuoi, e poi chi è che va a scuola senza una penna?>
<Io>
Sbuffo e torno ad ascoltare la lezione.

<Veronica?>
<Che vuoi?>
<Mi dai un foglio?>
<Ma sei serio? Cosa lo porti a fare lo zaino se è vuoto?>
Lui alza le spalle e io sbuffo per poi tornare alla lezione.

<Veronica?>
<Che vuoi?> dico esasperata.
<Niente, volevo solo infastidirti> ridacchia.
<Ma vaffanculo>
<Vaffanculo tu>

In quel momento l'insegnante tossisce per attirare la nostra attenzione e mi accorgo solo ora che è proprio davanti a noi.
<Questo linguaggio lo potete usare fuori dalla mia aula> dice con voce severa.
<Ma professore io->
<Niente scuse, uscite dalla mia aula!> Suscettibile il professore.
Prendiamo le nostre cose ed usciamo.

<Ecco, per colpa tua ci hanno cacciato dall'aula!> gli urlo contro.
<Colpa mia? Sei tu che mi hai insultato per prima!>
<Sei tu che mi infastidisci da tutta la lezione!>

Continuiamo a litigare quando sentiamo dei passi nel corridoio. Tom mi prende dal braccio e ci fa entrare in uno stanzino delle scope.

<Ma che cazzo fai?> sbotto.
<È il preside, se ci vede siamo nei guai>
<Il professore ci ha cacciati dall'aula, mica siamo scappati>
<Si, ma il preside è molto peggio dei professori, una volta un professore ha cacciato un ragazzo fuori dall'aula perché rideva in classe, il preside è passato di lì e se ne è accorto, così l'ha sospeso per un mese>
<Un mese?> dico incredula. Ma è legale?
<Si, un mese, ma ora sta zitta che se ci becca qui è capace di espellerci>

Sentiamo i passi che si allontanano e tiro un sospiro di sollievo.
Solo ora mi accorgo che siamo in uno stanzino di un metro quadrato e io mi trovo contro il muro mentre Tom è letteralmente schiacciato contro di me.

<Ora possiamo uscire> dico ansimando.
<Sicura di non voler fare altro?> dice guardandomi le labbra.
<Levati> gli rispondo spingendolo via e cercando di uscire dalla porta ma all'improvviso mi blocco

<Henry!> sento chiamare da qualcuno.
<Henry è il nome del preside, quello che sta parlando è il coach> mi bisbiglia Tom più confuso di me.
Sento dei passi avvicinarsi, probabilmente è il preside che sta venendo verso il coach che si trova vicino alla porta dello sgabuzzino.
<Si, Brian?>
<Sul serio hai lasciato che venissero qui, in questa scuola? Hai idea di quanto questo sia pericoloso per loro?>
<Non mi sembra ne il momento ne il luogo di parlarne, e comunque non potevo mica impedirgli di studiare qui senza dargli alcuna spiegazione>
<Certo che puoi, sei il fottuto preside! Quei ragazzi sono in pericolo solo stando in questa città e tu li fai entrare pure in questa scuola?> alza la voce.
<Parla piano, ci possono sentire, non è così importante come credi te, devono solo passare inosservati>
<Inosservati? È mai capitato che un Luna passasse inosservato?> e a sentire il mio cognome inizio ad agitarmi.
Di che cazzo parlano?

<Quei ragazzi sono in pericolo e tu lo sai, sono i figli di Josh e Meredith dopotutto, c'è un motivo se avevano lasciato questa città porca puttana!> perché parla dei miei genitori?
<Continuiamo nel mio ufficio, non possiamo lasciare che qualcuno ci senta>
E sento i passi allontanarsi.

Non riesco a muovermi, sono pietrificata, non capisco cosa sta succedendo ma non mi piace.
<Veronica?> mi scuote un braccio Tom, di cui mi ero dimenticata l'esistenza.
Mi scosto dalla sua presa ed esco dallo sgabuzzino e inizio a respirare pesantemente.
Mi si appanna la vista, sento Tom che chiama il mio nome ma sento tutto ovattato, cerco di dire qualcosa ma non ci riesco.
E all'improvviso vedo tutto buio.

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