"La luna è una compagna fedele. Non va mai via.
È sempre di guardia, risoluta, ci conosce con il buio e con la luce, e come noi è in continua trasformazione.
Ogni giorno è una versione diversa di se stessa. A volte tenue e pallida, altre intensa e luminosa.
La luna sa cosa significa essere umani. Insicuri. Soli. Butterati dalle imperfezioni"
~Tahereh Mafi~POV VERONICA
Mi sveglio con un forte mal di testa. Cerco di aprire gli occhi ma una luce abbagliante me li fa richiudere. Allora provo ad alzare il busto ma qualcosa me lo impedisce. Una morsa mi tiene attaccata al materasso. Provo a muovere le gambe ma sono imprigionate dalla stessa morsa. Sono legata?
Apro gli occhi con fatica e guardo il mio corpo. Non sono legata, a bloccarmi sono un braccio intorno alla vita e una gamba sopra le mie. E ora la domanda è: chi è che mi sta tenendo incollata al letto?
Mi giro verso destra e vedo un ragazzo con la faccia sprofondata nel cuscino, che mi lascia vedere solo i suoi ricci scuri. Ci metto qualche secondo a capire a chi appartengono quei ricci mori, che riconoscerei tra mille.
<Ti sei svegliata> dice, senza sollevare la testa, con la sua voce roca attutita dal cuscino. Quella voce. Non mi lascia più nessun dubbio su chi sia il mio interlocutore.
<Ti dispiacerebbe smettere di fissarmi? Sei inquietante> dice alzando leggermente la testa.
<Ma se neanche mi stavi guardando!> controbatto.
<Percepirei il tuo sguardo da kilometri><Che ci faccio qui?> dico guardandomi intorno. Avrei potuto pensare che avessimo fatto qualcosa quella notte, se non fosse che sono completamente vestita. Per fortuna.
<Ieri hai bevuto troppo. Sei crollata> mormora alzando completamente la testa e io strabuzzo gli occhi <Che hai fatto al naso?> chiedo preoccupata.
<Che ha il mio naso?> dice confuso.
<Sanguina>
Lui si tocca il naso e dopo qualche secondo scoppia a ridere.
<Che hai da ridere?>
<Mi hai fatto sanguinare il naso, stronza> ridacchia.
<Io?>
<Si, tu con le tue manine delicate>Sbuffo e cerco di alzarmi, ma lui mi tiene ancora bloccata.
<Ti dispiace farmi alzare?>
<Si, parecchio> dice stringendomi ancora più forte. Sbuffo di nuovo e lo guardo male.<Ti ricordi qualcosa di stanotte?> si fa serio.
Ci penso qualche secondo <Io... mi ricordo che sono arrivata alla festa e sono andata subito a ballare, poi sei arrivato tu e... non ricordo nient'altro>
<Quanto hai bevuto?>
<Solo una birra, ma deve essere stata forte, vedevo le pareti muoversi>
Spalanca gli occhi e impreca <Cazzo!>
Lo guardo confusa.
<Ti hanno drogata, l'alcol non ti fa vedere le cose distorte, soprattutto non una bottiglia>
<È impossibile, la bottiglia l'ho stappata io>
<Ti ricordi se qualcuno si è avvicinato a te?>
Scuoto la testa <Solo tu>
Sbuffa e si passa una mano tra i capelli <Va bene, ora non ci pensiamo, non ti è successo niente><Senti... stanotte tu....> inizia a parlare ma non riesce a proseguire la frase.
<Cosa? Che ho fatto?> chiedo preoccupata.
Mi guarda qualche altro secondo, sembra indeciso ma alla fine parla <Mi hai fatto sanguinare il naso e non mi hai chiesto neanche scusa!> fa imbronciato.
<Povero piccolo, ti sei fatto la bua?>
<Sta zitta> si alza dal letto e si mette una maglietta e dei jeans.Io sono ancora stanca quando mi torna in mente una cosa <Merda!> dico saltando giù dal letto.
<Che hai fatto?> chiede Tom preoccupato.
<Jack! Dovevo tornare a casa ieri notte e sono ancora qui! Mi ammazzerà! Si sarà preoccupato da morire! Cazzo!> prendo i miei stivali da terra e cerco di infilarli, ma perdo l'equilibrio e precipito verso il pavimento. Tom, con dei riflessi che non sapevo avesse, mi prende prima che mi schianti al suolo e mi fa sedere sul letto.
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Feel Alive
Storie d'amoreVeronica e suo fratello maggiore Jack si trasferiscono nella tranquilla città di Ravenwood, dieci anni dopo aver vissuto con la zia per via della tragica morte dei loro genitori in un misterioso incidente d'auto. La loro nuova vita sembra un tentati...