13-"Ci sono qui io. Non ti lascio"

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"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.
Leggerli in ordine è vivere.
Sfogliarli a caso è sognare"
~Arthur Schopenhauer~

Mezz'ora dopo stiamo andando alla festa con la macchina di Oliver.
Mi sono messa un vestito nero semplice, degli stivali col tacco e un giubbotto di pelle.

<E se invece di andare alla festa ci prendessimo una pizza?> Tyler prova per l'ennesima volta a dissuaderci dall'andare alla festa.
<Ma perché non sei rimasto con Jack a casa nostra?>
<Perché mi fa un pò paura Jack, è alto, tutto muscoli, se volesse potrebbe aprirmi come una scatoletta di tonno>
<Perché mai dovrebbe farlo?> chiede Alex incredulo.
<Non lo so, ma non voglio rischiare>

Dopo pochi minuti parcheggiamo vicino a casa di Tom e scendiamo dall'auto.
La casa sembra totalmente diversa dalle altre volte in cui l'avevo vista: ero abituata a vederla completamente vuota, mentre ora è piena di gente, e mentre di solito la casa è ordinata con niente fuori posto, in questo momento ci sono bicchieri e bottiglie sparsi sul pavimento, mobili spostati che riesco a intravedere dalle finestre.

La musica si sente già da fuori e in giardino ci sono persone svenute a terra con delle bottiglie di qualcosa in mano. Entriamo c'è il delirio: persone che urlano, altre che ballano sopra i tavoli, musica così alta che non riuscirei a sentire la mia stessa voce.

Faccio qualche passo e mi giro per dire qualcosa ad Alex ma non lo vedo. Come non vedo Oliver. Ne Tyler.
Cerco il telefono nella tasca del giubbotto ma non lo trovo. Devo averlo lasciato a casa, o in auto. 'Fanculo.

Decido di non farmi scoraggiare e vado in cucina per prendere qualcosa da bere. Prendo una birra, la stappo, e vado in "pista", cioè in salotto, a ballare. Nel tragitto mi viene addosso un ragazzo ma non ci faccio molto caso e proseguo.

Ballo un pò e nel frattempo prendo qualche sorso di birra. Ha un sapore strano. Ma non può esserci niente, l'ho stappata io. Quindi continuo a bere e a ballare.

POV TOM

<Oh Tom> geme la mora che sta seduta sopra di me.
Mi stacco dal bacio e gli dò un morso al labbro <Sta zitta> ringhio.
Lei non se lo fa ripetere e torna a baciarmi.

Dovremmo prenderci una stanza? Forse. Dovremmo smettere di strisciarci addosso sul divano, dove tutti possono vederci? Forse. Lo farò? No. Casa mia, regole mie.

Britney, o Beatrix, o qualunque sia il suo nome, continua a strusciarmi su di me. E fin qui nulla di strano. Solo che mi inizia a infastidire tutto di lei. I capelli, gli occhi, la voce, è tutto sbagliato. Allora chiudo gli occhi ed immagino una certa biondina, con la lingua lunga e la voce melodica.

<Mhm.. ce l'hai così duro> non per merito tuo.
La sua voce stridula rompe l'incantesimo e me la levo bruscamente di dosso.
<Ma che->
<Senti Britney>
<Bailey>
<Bailey. Oggi non è serata ok? Niente di personale ma ora non mi va> traduzione: levati dai coglioni.

Non gli do tempo di ribattere e mi dirigo in pista, a cercare qualsiasi bionda che possa ricordarmi lei. Non so perché, ho semplicemente bisogno di lei. Forse è per il modo in cui Noah ci ha interrotti quella notte, mi è rimasta la voglia di lei, quando me la sarò portata a letto questa fissa mi passerà. Si, è così. Deve essere così.

E neanche a farlo apposta, la vedo. Lei. Veronica. Sta ballando in mezzo alla pista, i suoi fianchi che si muovono a ritmo di musica, le mani che si alzano in aria. Ma quando mi avvicino non mi sembra stare bene, sembra... ubriaca? Forse.

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