5-"Non si saluta?"

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"Io sono nessuno.
Tu chi sei?"
~Emily Dickinson~

Sono passati tre giorni da quando ho sentito la conversazione tra il coach ed il preside e non ho ancora detto niente a mio fratello. Probabilmente dovrei parlargliene ma non so proprio cosa dirgli, non ho capito niente di quello che hanno detto, so solo che siamo in pericolo e per questo dovrò parlarne con Jack.

Comunque oggi è venerdì, quindi posso rimandare i drammi al weekend. È appena finita l'ora di pranzo, saluto Jack ed i ragazzi, e mi incammino verso l'uscita quando una ragazza mi viene addosso. Ho una bottiglia d'acqua in mano, quindi l'acqua le si rovescia su tutta la maglietta.

Non ho ancora metabolizzato quello che è successo quando sento una risatina arrivare da dietro alla ragazza.
<Attenta a dove cammini tesoro> dice una voce stridula continuando a ridere.

La ragazza che ha appena parlato è alta, ha i capelli rossi e gli occhi marroni, indossa una divisa da cheerleader ed ha la voce di un'oca che viene strozzata.

Invece la ragazza che mi è venuta addosso è un pò più bassa, ha i capelli castani e gli occhi marroni, abbassa la testa per un secondo e mormora un flebile "scusa" prima di cercare di andarsene, ma io la prendo per il braccio e la faccio girare verso di me. La guardo più attentamente: ha gli occhi spalancati, e le spalle rigide, ha paura di me.

La Rossa se ne va dicendo qualcosa che neanche ascolto, deve aver spinto la ragazza addosso a me per darle fastidio.
<Ehi, stai bene?>
<S-si, grazie> cerca di andarsene ma la trattengo ancora per il braccio.
<Aspetta, hai la maglietta tutta bagnata, se vuoi ho un cambio nel mio armadietto>
Lei semplicemente annuisce ed andiamo al mio armadietto a prendere la maglietta, poi andiamo ai bagni così che lei si possa cambiare.

Quando esce mi guarda ancora un pò intimorita ma è più tranquilla di prima.
<Sei sicura di stare bene?>
<Si, scusa se ti sono venuta addosso, ma quella ragazza...>
<Si, ti ha spinto, l'avevo capito, non fa niente, non sei tu a doverti scusare, non hai colpe> dico facendole venire un piccolo sorriso.
<Come ti chiami?>
<Valery>
<Io sono Veronica>

Sentiamo la campanella suonare ed usciamo dal banco.
<Che lezione hai ora?>
<Letteratura, tu?>
<Anche io! Fantastico, andiamo!> dico emozionata.
Entriamo in classe e ci sediamo insieme all'ultimo banco.

Non è ancora arrivato il professore quando dalla porta entra Mason.
Cerca un banco libero e si siede proprio davanti a noi, ignorandoci deliberatamente.
<Ehi, non si saluta?> gli chiedo con un finto broncio in viso.
<Ciao rompipalle> alzo gli occhi al cielo <Ciao pulce> saluta Valery al mio fianco.
<Smettila di chiamarmi pulce!> lo rimprovera quest'ultima.
<Mai>
<Voi vi conoscete?> chiedo stranita.
<È un'amico di mio fratello> mi spiega Valery.
<Chi è tuo-> inizio a dire, ma il professore entra nell'aula e mi zittisco.

Il pomeriggio sto guardando the vampire diaries sulla tv quando mi suona il telefono, Valery mi sta chiamando, ci siamo scambiate i numeri prima di uscire da scuola.
<Ciao Ronny>
<Ciao Val, perché mi hai chiamata?>
<Ecco... oggi mio fratello ha potato i suoi amici a casa nostra e non voglio passare l'ennesima serata a stare da sola sentendo loro che urlano, bevono, fumano. Perciò mi stavo chiedendo... ti andrebbe di venire a casa mia per la notte,così non starò sola con loro in casa? Cioè non è che ti voglia a casa mia solo per non stare da sola, mi stai simpatica e se vuoi puoi venire, ma se non vuoi non fa niente, cioè io->
<Ehi ehi, calma, respira, se parli senza prendere fiato rischi di rimanerci. Comunque certo che voglio venire a casa tua, mandami l'indirizzo, dammi una mezz'oretta per prepararmi e fare uno zaino con la mia roba ed esco di casa>

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