10-"Stracotto di lui"

67 30 1
                                    

"Piangere sopra un male passato
è il modo più sicuro per attrarsi nuovi mali"
~William Shakespeare~

POV VERONICA

Non faccio in tempo ad elaborare quello che è successo che Tom mi tira giù e ribalta il tavolo in modo che ci faccia da scudo. Sentiamo altri spari faccio per guardare oltre il tavolo ma Tom mi blocca.
<Sta ferma cazzo>
<C'è mio fratello, gli spareranno!> urlo.
<Se esci sparano a te Ronny, devi stare-> non fa in tempo a finire la frase che mi libero dalla sua presa e corro fuori. Arrivo Jack.

Qualche ora prima

<Venite a casa mia alle 8, vi racconterò tutto>

Questo è tutto quello che ha detto il coach quando io e Jack siamo andati da lui stamattina per chiedergli spiegazioni sulla sua conversazione con il preside. Alla fine ho detto tutto a Jack, ho aspettato anche troppo e insieme abbiamo deciso che a cosa migliore era parlare cn l'unica persona che ci avrebbe potuti aiutare: il coach.

Lui è stato molto criptico, ci ha detto che non potevamo parlarne a scuola, ci ha dato l'indirizzo di casa sua e ci ha dato appuntamento questa sera.

<È sicuro andare da lui secondo te?>
<No, per niente, ma non abbiamo altra scelta> mi risponde Jack.
Stiamo andando verso la mensa per pranzare ma quando faccio per entrare Jack mi blocca dal braccio.
<Che c'è?>
<Ecco... visto che è pericoloso andare lì da soli, ho chiesto aiuto a una persona>
<Cosa? Perché? Non ce n'era bisogno. E poi così metti solo a rischio la sua vita, chiunque sia!>
<Comunque non potevamo andare da soli! Troppo pericoloso>
<A chi hai chiesto aiuto, Jack?>
<So che la cosa non ti piacerà ma.... L'ho chiesto a->
<A me> dice una voce alla mie spalle, mi giro di scatto.

<Ha chiamato me> continua Tom.
<Perché?> mi rivolgo a mio fratello.
<È quello che vorrei sapere anch'io> mormora Tom.
<Bè, hai aiutato mia sorella con la telecamera> non avrei dovuto dirglielo <E sei l'unico che sa già quello che sappiamo noi, perciò non ti dobbiamo spiegare niente. E poi non mi sembri un codardo>
<No infatti. Ma cosa ti fa pensare che io vi voglia aiutare?>
<Non sembri sconvolto da quello che ha detto il coach, perciò penso che tu sappia qualcosa che noi non sappiamo, e che in qualche modo in questa storia c'entri anche te. Le informazioni che ha il coach sono utili a noi quanto a te> Tom inarca le sopracciglia ma non dice niente, segno che Jack ci ha preso, mio fratello è sempre stato molto sveglio.
<Ok, vi aiuterò> sbuffa Tom <Ci vediamo stasera>

Il resto della giornata è passato tranquillamente e ora io e Jack stiamo aspettando Tom davanti al palazzo dove abita il coach.
Quando vedo due fari che si avvicinano riconosco la macchina di Tom e faccio un cenno a Jack.
Tom scende dall'auto ma non è da solo.
<E lui che ci fa qui?> chiede Jack.
<Mason ci può aiutare in caso di pericolo e non dirà niente a nessuno>
<Ma-> Jack fa per ribattere.
<Bene andiamo> lo blocco io, la presenza di Mason non mi infastidisce. Anzi, averlo vicino mi rassicura in modo inspiegabile. Forse perché fa così paura che averlo dalla mi parte mi fa stare tranquilla. Si, probabilmente è questo.

Il portone del palazzo è aperto quindi entriamo, andiamo al primo piano e suoniamo alla prima porta a destra, dove il coach ci ha detto di abitare.
Dopo pochi secondi ci viene ad aprire e ci fa entrare.
<Pensavo sareste stati soli> dice guardando Tom e Mason.
<Più siamo e meglio è> rispondo <Allora, ci dica tutto quello che sa>
<Con calma, abbiamo tutto il tempo> si dirige verso il salotto e ci fa cenno di sederci sul divano <Volete qualcosa da bere?>
<No, ci racconti quello che sa e non perdiamo tempo> rispondo senza dare tempo agli altri di dire niente.
<Dritta al punto eh?> ridacchia <Anche tuo padre era così, odiava perdere tempo in chiacchiere>
Lancio un occhiata a Jack <Conosceva bene nostro padre?> gli chiede lui.
<Si, molto bene. Eravamo molto amici. Conoscevo anche bene vostra madre>

Feel Alive Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora