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Montana si chiuse la porta dell'ufficio alle spalle, senza degnarci nemmeno di uno sguardo. Io e Jannik sedevamo con lo sguardo fisso a terra, consapevoli che, a breve, avremmo subito le conseguenze del teatrino messo su da Christian. Mi sarei giocata il posto di lavoro, il futuro e la dignità. Sui social non si parlava di altro che non fosse il triangolo amoroso tra il tennista più famoso del momento, una ragazza sconosciuta e un tizio corpulento e dal fisico statuario. Il video della vicenda stava facendo il giro di internet e Jannik aveva ricevuto migliaia di messaggi da parte dei suoi fan. Era scoppiata una bomba.

Cercai di intercettare lo sguardo di Jannik, ma i suoi occhi erano fissi sull'orologio a parete davanti a lui. Non avevo idea di cosa sarebbe potuto accadere da lì a qualche minuto.

-Avete anche delle spiegazioni per la sceneggiata teatrale di venti minuti fa?-
Montana non aveva intenzione di sedersi, preferiva trotterellarci intorno con aria intimidatoria. Non riuscivo a capire come facesse a vivere in giacca e cravatta, considerando le elevate temperature di quei giorni. Evidentemente, era un suo superpotere.

-Si, signor Montana-
Quella volta, preferii prendere parola al posto di Jannik. Glielo dovevo. Si stava parlando di mettere a rischio la sua finale che, oggettivamente, era una posta in gioco più alta della mia occupazione al torneo.

-Bene, mi dica tutto.-
Respirai profondamente e cominciai a parlare, cercando di nascondere il più possibile il nervosismo e la tensione che mi attanagliavano le interiora.

-Christian è il mio ex-ragazzo, ha avuto la splendida idea di insultarmi e darmi della poco di buono. Jannik mi ha solo difesa, tutto qua. Io e lui non siamo nulla più che due colleghi e amici che si guardano le spalle a vicenda. Io avrei fatto lo stesso se, la sua ex-ragazza o qualsiasi altra persona, lo avessero trattato male. Non ci vedo nulla di male. La situazione è degenerata per colpa di Christian, non di Jannik.-

Feci una pausa in attesa di una qualunque risposta. Mi accontentavo anche di un semplice sorriso, una scrollata di spalle o un ''Ok, mettiamoci una pietra sopra''. Evidentemente mi sbagliavo.

-Signorina, io riponevo fiducia in lei. Non mi sarei mai aspettato una cosa simile. Non si fa altro che parlare della nuova fiamma di Jannik, anzichè festeggiare l'accesso alla finale del suo collega. Il tennis, si ricordi, viene prima di ogni cosa o questione personale e/o sentimentale. Tutte queste storie smielate devono restare fuori dal campo, anzi, fuori dal Foro.-

Non potei far altro che annuire in maniera mesta. Aveva ragione, ma non potevo farci assolutamente nulla. Si era creata una situazione spiacevole per colpa di Christian e io dovevo cercare un modo per salvare la finale di Jannik e, possibilmente, il mio lavoro. Sarebbe stato difficile.

-No, non va bene- esordì Jannik, sbattendosi un pugno sulla coscia.
Montana fu sorpreso dai toni alterati del ragazzo, essendo abituato ad un atleta dall' indole pacata e poco incline alla rabbia. Anche io rimasi di stucco.

-Cosa intende dire, Sinner?- proseguì l'altro.
-Certe cose non possono restare fuori dal campo, signor Montana. Il rispetto, l'amore, i giusti modi di fare sono delle priorità rispetto ad un match. Non sono stato capace di fermarmi davanti a quella mancanza di rispetto. Viola non si merita quelle parole, tantomeno quel trattamento. E' una brava ragazza che si fa il culo per realizzare i suoi sogni, non può permettere ad un perfetto idiota di frantumare il futuro di Viola. Non me ne frega della finale, degli slam, delle vittorie, se il prezzo da pagare è diventare una persona pessima.-

Quelle parole arrivarono dritte a segno. Jannik, per l'ennesima volta, si era dimostrato una persona impeccabile e dal cuore d'oro.
-Sinner, anzi, Jannik, hai davvero dimostrato di essere un uomo come si deve, ma hai anche causato un danno d'immagine al mio torneo. Potevate gestire la situazione in tantissimi modi differenti da quello. Avete agito d'istinto, senza pensare.-

Drop Shot | Jannik Sinner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora