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Quella giornata fu indimenticabile. Io ed i ragazzi decidemmo di fare un giro per la capitale, alla ricerca di posti poco turistici, ma altrettanto belli, per poter immortalare momenti e creare splendidi ricordi indimenticabili. Carlos decise di comprare una polaroid con dieci pellicole, così da poter imprimere, per sempre, quei momenti. Il cielo di Roma non era nulla, in confronto agli occhi pieni di vita, spensieratezza e semplicità di quei due pazzi tennisti che erano stati capaci di farmi mettere da parte ogni pensiero negativo.

-Dove andiamo a cena?- chiese Carlos, non appena finito di mangiare il terzo gelato della giornata.
-Penso che tu sia dipendente dal cibo, amico!-

Scoppiammo a ridere, mentre Jannie stava saltellando giù per la scale di Piazza di Spagna. In quel momento, mi era impossibile distinguere Jannie dai mille turisti stranieri impazziti per la bellezza della capitale. Avevano la medesima voglia di scoprire ogni angolo segreto della città, come bambini a Disneyland.

-Che ne dite di andare a vedere qualche villa? Dicono che ci sono dei giardini immensi, immersi tra le strade della città, dove il caos e lo smog sembrano essere lontani anni luce.-

Carlos sembrava essere entusiasta della proposta di Jannie, così optammo per Villa Borghese. Dopo aver chiamato l'ennesimo taxi, finalmente ci allontanammo un po' dalla frenesia e dalla calca che caratterizzavano Roma in piena estate. Villa Borghese fu uno spettacolo per gli occhi di Jannie e Carlos, intenti a guardarsi intorno, come se fossero finiti in un mondo parallelo attraverso uno strano portale magico. Sembravano due bambini alla scoperta del mondo, intenti a guardarsi attorno attoniti, sorpresi dalla bellezza di quel luogo magico ed idilliaco. Il rumore dei clacson aveva lasciato spazio al cinguettare soave degli uccellini, allo sgorgare dell'acqua nel famoso laghetto che si trovava al centro del parco, al suono dei nostri passi sul ghiaino.

-Bellissimo, vero?- decisi di rompere il silenzio.
-Perchè non mi ci hanno portato quando sono venuto in gita a vedere il Colosseo?- chiese Jannik, sfilandosi gli occhiali da sole.
-Roma ha tanti bei posti che, spesso, vengono sottovalutati. Tutti vengono qui per il Colosseo, il Pantheon o Fontana di Trevi, ma esistono piccoli angoli di paradiso nascosti tra i palazzi e le strade. Io ho scoperto Villa Borghese con mio padre, forse la seconda volta che siamo venuti a Roma in occasione degli Internazionali. Avevamo organizzato un picnic, con tanto di cestino e coperta a quadretti. Nulla di che, ma ricorderò per sempre quella giornata. Avevo tutto ciò che amavo, come adesso in realtà.-

Il mio sguardo cadde su quello di Jannik che, avendo colto il senso del mio discorso, mi strinse a sè per poi bacarmi la tempia.

-Ci sono anche io, ne siete consapevoli?-

Carlos cominciò a saltellare, come per farsi notare e, sia io che Jannik, non potemmo fare altro che ridere come due idioti.

-Ormai sei il nostro compagno di avventure, Carlitos!-
-Direi più terzo incomodo, ma va bene lo stesso. Finchè posso mangiare gelato e pasta alla carbonara mi va bene tutto, promesso!-

Il pomeriggiò passò veloce, lasciando spazio alle nuvole color zucchero filato, tipiche dei tramonti romani.
-Ragazzi, io torno in Hotel a sistemarmi, ci vediamo per cena?- esordì Carlos, rendendosi conto del fatto che si era fatta quasi sera.
-Si, io e Jannik andiamo a casa, ci sentiamo!-

Carlos chiamò un taxi, mentre io e Jannik optammo per fare due passi, non essendo troppo lontani da casa mia.
-Come stai? Non ho avuto modo di chiedertelo, ma ti vedo abbastanza sovraccaricata! E' per gli esami?-
Le braccia del tennista dai capelli color del rame mi strinsero in un caldo abbraccio, come a volermi proteggere da qualunque cosa potesse farmi del male.
-Si, sono piuttosto preoccupata! Manca una sola settimana, poi dovrò partire per New York da sola perchè voi tutti sarete già là e, come ben sai, non sono una grande amante dei voli transoceanici. Mi sento incapace di affrontare tutte queste cose contemporaneamente. A volte mi viene solo voglia di dormire, piangere e mangiare gelato senza preoccuparmi della dieta. Non so come voi atleti facciate a sopportare tutto questo stress, la fretta, i viaggi, le competizioni e gli allenamenti. Mi sento come un pesce rosso in una boccia, condannata a gironzolare in tondo, mentre sogno oceani di acqua cristallina, coralli e alghe colorate.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14 ⏰

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