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Montana chiamò i giocatori sul palco, uno ad uno, decantandone lodi e successi. A me sembrò una cosa molto paracula, ma a quanto pare così funzionava. Riconobbi tutti i grandi campioni, altri non li avevo mai visti giocare. Schierati uno accanto all'altro, con sorrisi e sguardi di sfida, mi fecero trasalire.
Stavo sognando, letteralmente.

-Dato che siete tutti qua, possiamo svelare ufficialmente il tabellone-

Venne proiettato il tabellone del torneo. Djokovic era decisamente favorito, mentre per Jannik le cose non si mettevano affatto bene. Lo vidi digrignare leggermente i denti, prima di passare a torturarsi le labbra con gli incisivi.

Rafa sembrava sereno, Zverev cercava lo sguardo del suo team tra il pubblico. Comprensibile, avrebbe dovuto affrontare Alcaraz al secondo turno. Jannik sembrava sereno, o almeno speravo. La sua poker face era davvero difficile da decifrare.

-Bene, voi atleti potete sistemarvi con calma, adesso devo parlare allo staff- annunciò Monatana, invitando gli atleti a ritornare al proprio posto. Jannik tornò vicino a me, ma stavolta era accerchiato dal suo team. Riconobbi subito la figura medica di riferimento, anche perchè mi si avvicinò e mi sorrise.
-Allora sarai tu a darci una mano- esordì.
Annuii e mi presentai sicura.
-Si, anche se so che arriveranno altri ragazzi a breve, giusto il tempo di giungere a Roma. Sarà davvero un onore collaborare con un personale medico di così alto livello e professionalità-

Jannik e gli altri se ne andarono. Potrei giurarvi che mi aveva sorriso, anzi, mi aveva sorriso e salutato con un cenno della mano. Potrà sembrare poco, ma quel gesto mi riempì il cuore di emozioni. Ero fin troppo scombussolata da quel viavai di campioni per accorgermi di un paio di occhi che faticavano a staccarsi da me.

Montana tornò sul palco con in mano un plico di fogli. Speravo davvero non fossero le regole a cui dovevamo sottostare noi membri dello staff organizzativo e medico. L'organizzatore cominciò ad elencare orari di ingresso, orari di uscita, le pause che ci erano concesse e i privilegi di cui potevamo godere.
Insomma, dovevamo essere al Foro per le 7:00, accedere agli spogliatoi per lo staff e indossare una delle tre diverse divise che venivano fornite. Poi bisognava ritirare il nostro cerca-persone con cui comunicare con gli atleti e il loro staff. Alle 13:00 entravamo in pausa, fino alle 14:30. Staccavamo alle 20:00, tranne per il personale di turno nelle partite serali. Cercai di annotare tutto sulla mia agenda, ma ero sicura di aver dimenticato di certo qualcosa.

Quello straziò terminò in pochi minuti e Montana ci tenne a precisare che stavamo già lavorando da un'ora. Passai rapidemante a ritirare le mie altre divise, il cerca-persone e la chiave magnetica dell'armadietto. Avrebbe funzionato anche per tutti gli innumerevoli tornelli di accesso alle aree riservate del torneo. Neanche il tempo di iniziare che il mio cerca-persone cominciò a suonare all'impazzata. Era un trillo davvero acuto e fastidioso, impossibile da ignorare. Sul display apparve un nome, lo ricordo bene, che mi fece sorridere: ''J.Sinner team''. Risposi alla chiamata aspettandomi di dover sgobbare per il suo medico, ma sentii solo suoni indistinti.
-Come caz funziona sto coso...-
Doveva essere Jannik.

-Jannik?-
-Ah mi senti! Che diavolo è? Non vanno di moda i telefoni di ultima generazione?-
Feci fatica a trattenere una risata. Non sarebbe stato professionale.

-Beh, serve per darci un'aria, per sentirci una specie di agenti segreti-
Lo sentii ridere dall'altro capo del cerca-persone.

-Ti serve qualcosa?- chiesi.
-No volevo solo provare questo affare e ho deciso di chiamarti per un caffè. Vieni in zona relax prima che il mio medico mi perquisisca questo aggeggio.-
Riattaccò. Giuro che in quel momento avrei potuto avere benissimo una frequenza cardiaca di 200 battiti al minuto.

Cercai di trovare la zona relax il prima possibile, superando i bagni e la zona dedicata alla fisioterapia. Finalmente arrivai in una specie di salotto gigante con tantissimi divani, dispostivi elettronici di ogni tipo, mega schermi che trasmettevano gli highlights degli scorsi tornei. In piedi, intento a messaggiare, trovai Jannik. Arrivai alle sue spalle e lo chiamai.

-Ah, eccoti! Quanto zucchero?-
Con il badge sbloccò la macchinetta del caffè e selezionò un espresso.
-Niente-
- Amaro come la vita?-
Annuii e sorrisi. Lui schiacciò una serie di pulsanti. Ordinò due espressi amari. La macchina cominciò ad emettere rumori che sembravano provenire dall'oltretomba.
-Insomma, vi fanno sgobbare a voi! Senza il personale tutto questo non sarebbe possibile. Anche se Montana non è un campione di simpatia, anzi.-
-Beh, un uomo tutto d'un pezzo-
-Cosa ti porta qui?-

Quella domanda non aveva un risposta scontata. Avrei dovuto infiocchettare buona parte della storia della mia vita e passare direttamente alla laurea in medicina col massimo dei voti, il sogno di lavorare con gli sportivi e l'amore incondizionato per un atleta che, tra l'altro, avevo anche conosciuto poco prima. Preferii evitare di entrare in certi dettagli che ancora mi facevano male.

-Sono cresciuta col tennis, aspettavo gli Internazionali di Roma come se fossero il Natale. Ho anche giocato, ma ho capito in poco tempo che ero più una campionessa di libri che di smash a rete. Nonostante tutto non ho mai abbandonato l'idea di lavorare con gli sportivi.-

Finalmente i caffè erano pronti, prendemmo i bicchierini e ci accomodammo su uno dei tanti divani. A qualche metro da noi, Zverev e il tuo team armeggiavano con i loro cerca-persone. Significava che a breve sarei dovuta scappare. Avrei preferito restare congelata in quel momento.

-Coraggiosa. Penso che tu sappia chi sono, la mia storia e tutto il resto. Però se vuoi ti racconto qualcosa che i fan non sanno-
Stavo per rispondere, ma il mio cerca-persone cominciò a dimenarsi nella mia tasca destra. Era proprio il team di Zverev.

-Jannik grazie per il caffè, grazie perchè mi hai anche aiutato a sciogliere i nervi dopo la riunione di presentazione. Hai un caffè in sospeso!-
Lo salutai con la mano, ma lui mi anticipò. Volva che gli ''battessi un pugno''. Sorrisi e i nostri pugni si sfiorarono appena.
-Buon lavoro, ci vediamo a pranzo?-

Non ricevette risposta perchè mi ritrovai accerchiata da almeno quattro membri del team di Zverev. Parlavano un inglese fin troppo forbito per le mie capacità, ma mi sforzai di capire ogni singola parola che pronunciavano. Dovevano aver capito dalla faccia che ero dannatamente in confusione.
-Slowly, please- intervenne Zverev dopo avermi fatto un occhiolino. Finalmente riuscii a decifrare il problema. Dovevo controllare il polso del tennista e confezionare un nuovo tutore. Pregai di riuscirci al primo tentativo. Andammo nella zona degli studi medici e, insieme al medico personale di Zverev, riuscimmo a risolvere il problema.

Arrivarono altre chiamate, alcune da Medvedev che voleva integratori per i crampi, altre da Sinner solo perchè voleva accertarsi che stessi sopravvivendo a quella frenetica giornata. Ogni volta che vedevo il suo nome sul display sorridevo come una bambina alle prese con la prima cotta. In tutto ciò, continuavo a ricordare a me stessa di dover mantenere un atteggiamento professionale, dato che molto probabilmente avevo già gli occhi di Montana addosso, pronto a cacciarmi al minimo errore.

La pausa pranzo arrivò senza che me ne rendessi conto. La mensa era situata molto vicino alla zona relax. Appena arrivai mi trovai circondata anche dalle tenniste del torneo, i doppisti, i raccattapalle. Avrei mangiato dopo due ore, dato che non intravedevo nemmeno un posto libero. Sospirai.

-Ehi, vieni qua! Prenditi un vassoio, ti tengo il posto-

Non potevo crederci. Jannik Sinner mi aveva tenuto un posto. Ma non lo aveva fatto semplicemente appoggiandoci qualcosa sopra, c'era una maglietta con un suo autografo sopra. Lo guardai in volto. Agitava un pennarello indelebile blu tra le dita. Anche se mi trovavo ad una certa distanza, potevo leggere ciò che aveva scritto sulla maglia.
''Anche se è dura, ricordati di avere coraggio sempre. Jannik ❤️''

Drop Shot | Jannik Sinner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora