✧ Capitolo Quindici ✧

231 13 16
                                    


Zelda si era messa il primo vestito che aveva trovato nell'armadio, un semplice abito celeste con la gonna che le arrivava a malapena alle caviglie, e aveva seguito Link per i corridoi bui del palazzo.

La sala delle riunioni aveva un aspetto spaventoso di notte, nonostante i candelabri che erano stati accesi all'ultimo minuto: i dipinti sulle pareti sembravano vivi, i loro sguardi sinistri e angoscianti.

Suo padre era già lì, ancora in camicia da notte, la barba arruffata.

C'erano i principali comandanti dell'esercito, il sottufficiale di Link... e Impa.

Se ne stava seduta lungo il grande tavolo di legno, il volto nascosto dalle mani e il corpo scosso dai singhiozzi.

«Impa!» La richiamò Zelda, correndo verso di lei. «Che ti è successo? Stai bene?»

«Principessa-» Singhiozzò lei, scuotendo la testa. «-è successa una tragedia, una tragedia...»

Non fece in tempo a chiederle altro, perché presto tutti presero il loro posto al tavolo.

«Impa, che cosa è successo a Calbarico?» Domandò il re, con gli occhi verdi che sembravano quasi brillargli alla luce delle candele.

Lei prese un lungo respiro.

«Il clan Yiga, vostra maestà.» Rispose lei, con la voce che le tramava. «Hanno appiccato un terribile incendio, molte case sono andate distrutte. Qualcuno è rimasto ferito... ma la cosa più grave è ciò che hanno fatto ai nostri archivi. Hanno rubato uno dei volumi più antichi, un manuale proibito di magia nera.»

Tutti i presenti si guardarono tra loro con angoscia. A Zelda girava terribilmente la testa.

«La mia cara bisnonna era da anni custode dei libri degli archivi, e ha cercato di difenderli come poteva... ma non ci è riuscita. Lei e le due guardie in servizio quella notte sono morte nello scontro con il clan Yiga.» Impa emise un singhiozzo. «Poi hanno bruciato tutto, lasciando solo distruzione.»

Si levarono dei mormorii. Il re si prese la testa fra le mani, visibilmente provato.

«Non abbiamo scelta.» Sentenziò, dopo qualche minuto. «Stanno diventando troppo pericolosi, dobbiamo affrontarli con l'esercito.»

«Ma padre-» Intervenne subito Zelda, alzandosi di scatto. «-affrontare il clan Yiga non è come affrontare dei mostri, o un regno nemico. Significa combattere altri Hylia e Sheikah... sarebbe una guerra civile.»

«Che alternative avreste, principessa?» Domandò un uomo, senza nascondere un velo di saccenza. Aveva folti baffi bianchi, la faccia solcata dalle rughe. Era il capitano del battaglione di Akkala. «Non possiamo certo ignorare un simile affronto.»

«Deve esserci un altro modo.» Controbattè lei, stringendo i pugni. «Mi rifiuto di sporcarmi le mani con il sangue del mio stesso popolo.»

Il capitano fece una smorfia infastidita.

«Non mi risulta che abbiate conoscenze militari, vostra maestà.» Disse, alquanto seccato. «Forse dovreste ritirarvi e lasciar decidere a chi ha competenza.»

«Rivolgetevi di nuovo alla principessa in questo modo-» intervenne Link, con la voce più tagliente di un coltello «-e sarete voi a ritirarvi.»

L'uomo chiese scusa, ma Zelda era rimasta paralizzata da quel commento. Non che per lei fosse una novità... nonostante fosse la principessa e l'unica erede al trono, non erano mai mancati i commenti sgradevoli al suo riguardo.

Anche prima dell'arrivo della Calamità, quando ancora i suoi poteri non si erano risvegliati, sentiva la gente bisbigliare cose terribili alle sue spalle.

𝓣𝓱𝓮 𝓢𝓲𝓵𝓮𝓷𝓽 𝓟𝓻𝓲𝓷𝓬𝓮 || 𝘡𝘦𝘭𝘪𝘯𝘬 ⚔️ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora