"Laaaara, devo dirti una cosaaaaa!!!"
"Come mai sussurri?!"
"Non lo so! Non lo so!"
Emette una risatina isterica, usando solo la vocale "i".È ubriaco fradicio e fa ridere anche me.
Lo sento trafficare sul telefono: fruscii striduli e un tonfo sordo arrivano a sfondarmi il timpano.
Impreca malamente."Ma cosa stai facendo?!"
"Mi è caduto il telefono, volevo chiamarti!!" Protesta indignato." Ma... stai già parlando con me!!"
Resta frastornato qualche secondo, poi si rimette a ridere.
È fuori come un balcone.Tossisce in modo convulso; prevedo che vomiterà anche l'anima stanotte.
"Devo... devo dirti una cosaaaaa!"
" Me la dirai domani da sobrio, ora vai a dormire!"
Me la dirai domani di persona, ora vai a dormire amore, penso, con l'emozione che mi attanaglia il petto.
Sorrido ancora se ripenso a quell'ultima conversazione, ieri sera, mentre a sua insaputa finivo di preparare i miei bagagli.
Stamattina in aeroporto ho provato ad inviargli un messaggio di buongiorno prima di decollare, ma ho visto che non lo ha ricevuto; probabilmente dormiva ancora e aveva il cellulare spento.
Il matrimonio di sua madre alla fine è arrivato, è stato vissuto ed è stato superato.
È andata.
Mi ha mandato molte foto, e mi ha chiamata per ben sei volte, anche se sono state telefonate fugaci.
I suoi stati d'animo si sono alternati nell'arco della giornata: tensione, emozione, malinconia, euforia.
Ma forse l'euforia, arrivata a causa dell'alcol, non conta.È stata un'occasione per rivedere i suoi zii e i suoi cugini, un'occasione di festa per stare insieme alla sua famiglia... a metà della sua famiglia, quella materna.
E lui ha taciuto il disagio che percepiva guardando sua madre mettere definitivamente fine alla possibilità di avere la sua famiglia tutta per intero.
Quando ascolto le sue confidenze, quando mi sbatte in faccia il suo piccolo trauma infantile di figlio che ha subito la separazione dei genitori, mi domando se anche Aron proverà le stesse cose.
Mi chiedo se anche lui in cuor suo spererà sempre di vedermi tornare insieme al suo papà.
Se anche una piccola parte di lui, vedendomi un giorno felice accanto a un altro uomo, penserà con rassegnazione che gli ho portato via l'ultima speranza di sognare la sua vera famiglia di nuovo unita.Sospiro; i sensi di colpa scavano, trovando terreno fertile tra le pareti del mio cervello; si intrufolano dove fa più male, e piantano lì il loro seme.
Cerco di concentrarmi su qualcosa di bello per non affliggermi, qualcosa come quello che mi aspetta, e ritrovo il buon umore.
Sto per fare una follia!
Una consapevole, eccitante, meravigliosa, irrimediabile follia!Ho pianificato tutto.
Arriverò in hotel in tarda mattinata, e dovrò darmi una sistemata, perché stanotte non ho chiuso occhio per l'emozione.
Ho deciso che indosserò quel vestitino bianco che mi arriva appena sopra al ginocchio, aderente sul seno fino al punto vita e poi morbido sui fianchi, con uno scollatura casta davanti, ed una più profonda sulla schiena: quando me l'ha visto la prima volta non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso.
Ci abbinerò una piccola tracolla nera, con la scritta Queen, per farlo ridere.
E poi a completare il look un po' di trucco leggero, una coda di cavallo sbarazzina e una scarpa da ginnastica, per non sembrare troppo grande.
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HIC IPSO TECUM (io qui con te)
RomanceTrovarsi, riconoscersi. Scavare, estrarre, donare. Capirsi, amare.