Era passata una decina di minuti da quando ero in quella stanza da sola e appena riuscì a calmarmi mi guardai in torno. Era una specie di sala privata, c'era un grande tavolo al centro della stanza, parecchie sedie e poltrone, un lampadario enorme e parecchi specchi. Forse ci tenevano delle riunioni o degli incontri.
C'era anche un bellissimo pianoforte, fu quello a distrarmi, mi avvicinai per poi sedermi sullo sgabello dello strumento, lasciando la porta incustodita. Provai a suonare ma, ovviamente, non sapevo farlo. Questo mi ricordò che nel mio teatro c'erano dei musicisti bravissimi.
D'un tratto sentii qualcuno sedersi vicino a me, non volevo girarmi a guardarlo, già sapevo fosse Alastor.
"Non eri andata a prendere un po' d'acqua?" Chiese ironico.
"Ho trovato qualcosa di meglio." Non sapevo cosa inventarmi, non mi ero neanche resa conto qualcuno avesse aperto la porta.
"Sai che questo non si può bere vero?" Risi e lui mi prese la mano e la porto sul piano, iniziando a suonare una melodia leggera. "Se vuoi ti mostro come si suona."
Non riuscivo a capirlo, a volte mi spaventava e altre, invece, era così gentile. Si alzò, si posizionò dietro di me e inizio a suonare tenendo le mie mani le stessa melodia di prima. Era così vicino che sentivo il suo respiro sul mio collo. Suonava talmente bene che chiusi gli occhi lasciando che lui guidasse le mie mani sui tasti.
Qualche attimo dopo sentì le sue labbra appoggiarsi sul mio collo. Sospirai come in estasi da quella melodia e dal contatto di lui. Fece scendere le labbra fino alla spallina del mio vestito per poi abbassarla con i denti.
"Alastor..." La parte di me più razionale avrebbe voluto spostarsi ma l'altra mi impediva di farlo.
"Ssh.." sussurrò mentre abbassava anche l'altra spallina.
"Non penso sia una buona ide- ah" mi scappò un gridolino appena i suoi denti affondarono nel mio collo. "Alastor!" Mi alzai di scatto. "Non mi sembra né il luogo né..."
Si alzò e iniziò ad avvicinarsi sempre di più. "Né?"
"Né..." Cercai di indietreggiare ma dopo un po' trovai il tavolo a bloccarmi la strada. "Stai correndo troppo."
"Mi piace rincorrere la preda." Si avvicinò a me afferandomi la vita e appoggiandomi sul lavoro.
Mi si era bloccato il respiro, l'unica cosa che sapevo era che avrei voluto baciarlo. "Al..."
Proprio in quel momento mi baciò con così tanta foga che non riuscivo a prendere fiato. Sentivo affondare le sue unghie nella mia vita. Si staccò dalle mia labbra per concentrarsi subito dopo sul mio collo.
"Alastor..." Cercai di riprendere fiato. "Mi stai facendo male..."
Staccò le sue mani dalla mia vita e rispose con un: "dimmi cosa vuoi."
Ormai ero in quella situazione e la cosa neanche mi dispiaceva. "Ti prego non farmelo dire, fallo e basta."
Mi prese per la vita ma questa volta mi girò sbattendomi a 90 sul tavolo e con i piedi ancora a terra. Ansimai per l'impatto violento con la superficie.
Lui alzo la gonna. "Hai proprio un bel culo." Mi sfilò lentamente le mutande lasciandole a terra per poi darmi uno schiaffo sul culo. "Rosso è ancora meglio cazzo." Continuò con gli schiaffi provocandomi una serie di urli soffocati.
Si slacciò la cintura e abbassò i pantaloni e le mutande. Posò di nuovo le sue mani sul mio culo cercando di separare il più possibile le due zone per avere più spazio intorno al buco e poi appoggiò il suo membro all'ingresso.
Prima di entrare si piego leggermente su di me tirandomi i capelli costringendomi a piegare la testa all indietro.
"Guarda nello specchio Odette. Voglio che guardi come ti scopo."Non parlava MAI in questo modo con nessuno, era molto difficile anche solo che dicesse una parolaccia, e questo mi eccitava ancora di più.
Lasciò la presa sui capelli all'improvviso e ritornò nella posizione di prima.
Entrò interamente senza dire altro.
Mi scappò un urlo per essere entrato tutto dentro all'improvviso. "Stai zitta, non devono sentire."Inizialmente erano botte lente ma decise che poi diventarono sempre più veloci e forti. A quel punto non riuscivo più a controllarmi, ansimavo sempre più forte. Mentre continuava mi diede un altro schiaffo. "Fanculo urla quanto vuoi, nel caso sapranno che non devono toccarti."
Venni e dopo qualche minuto venne anche lui. Prendemmo fiato e dopo un po' cercammo di sistemarci.
Stavo per afferrare le mie mutande ma lui le prese prima e disse "queste le tengo io." E le mise nella tasca interna della sua giacca.
"Si e come torno a casa senza quelle?"
"Tanto ti accompagno io."
Arrivammo fuori casa di Rosie e prima di entrare gli chiesi: "suonerai ancora per me?"
"Certo. Anche se tu orgasmi molto meglio di quanto io sia bravo a suonare."
Ricordai quello appena fatto e diventai rossa. "Ti prego stai zitto."
Rise. "notte cara." Disse per poi baciarmi la mano.
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Ok... questo capitolo è molto più lungo degli altri. Spero di non essere stata eccessiva nel racconto, nel caso posso modificarlo.
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Rosso Sangue // Alastor
Fanfiction⚠️LA STORIA NON È SANA. CONTIENE SCENE DI SESSO, MASOCHISMO, SADISMO, SCENE VIOLENTE E DISTURBANTI E LINGUAGGIO FORTE⚠️ SE SIETE SENSIBILI A QUESTI ARGOMENTI NON LEGGETE!!! Se notate errori di scrittura potete scriverlo nei commenti. Mi fa piacere s...