CAPITOLO 9 - Patto

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Lo lasciai entrare chiudendo la porta per poi recarci insieme in cucina. "ti va di mangiare qui?"

"Dipende da cosa si mangia."disse avvicinandosi e mettendomi un a mano sul fianco.

Mi allontanai da lui facendo finta di niente. "Cervo?"

"Si, mi piace il Cervo." Rispose senza dare troppo peso al fatto che mi fossi allontanata.

"Va bene ma ci metto un po' a prepararlo quindi dovrai aspettare." Lo avvisai.

"Sarei molto felice di darti una mano a cucinare." Disse a voce bassa prendendomi la mano.

"Non pensavo sapessi anche cucinare."

"Cara così mi sottovaluti." Avvicinò la mano alle labbra e iniziò a baciala più e più volte. Sembrava davvero si stesse trattenendo dal mangiarla.

"Sei un uomo dalle mille risorse vedo."

"Anche tu non scherzi." Rispose guardandomi negli occhi.

Cucinammo insieme e poi ci sedemmo a tavola vicini iniziando a mangiare con calma.

"Allora? Di cosa volevi parlarmi?" Chiese mentre si guastava la carne di cervo.

"Di Luis." Dritta al punto.

"Di chi?" Chiese lui confuso.

"Il mio ex capo." Spiegai.

"Aah monsieur théâtre!"

"Davvero? È così che si fa chiamare adesso?! La gente veniva a teatro per ascoltare me non lui!" Risposi arrabbiandomi.

Non disse niente, si limito a guardarmi.

"Lasciamo stare" sbuffai. "volevo sapere come lo hai conosciuto, tutto qui."

"Bè diciamo che il suo nome in altre città del inferno non è sconosciuto. Possiede parecchio teatri."

"Stai dicendo che vai nei suoi teatri?" Chiesi confusa.

"Che c'è? Mi piace l'opera non lui." Disse come se fosse ovvio. "Ad ogni modo lo odio. Mi era anche lievemente simpatico all'inizio ma po' si è rivelato l' imbroglione che ho sempre sospettato fosse e abbiamo avuto una discussione."

"Del tipo?" Chiesi sperando in più dettagli.

"Gli ho distrutto il teatro più grande con gli ospiti all'interno." Disse soddisfatto.

"Bè non posso dire che mi dispiace." Non potevo credere che tutto quello che aveva fatto in vita continuava a farlo qui. Mi disgustava.

Abbassò lo sguardo sulla mia gamba per poi appoggiare la mano sopra di essa provocandomi un brivido. "A te invece? Cosa ha fatto? Perché sei così arrabbiata con lui?"

Gli raccontai in breve la storia cercando di non farmi distrarre dal contatto anche se era parecchio difficile. "Questo è tutto."

Lui rimase zitto per qualche minuto guardando il vuoto. Sembrava molto pensieroso e turbato, quasi come se stesse decidendo se dirmi o no qualcosa. Questo ovviamente non eliminava il suo sorriso, quello c'era sempre. D'un tratto tornò a guardarmi negli occhi con un espressione seria. Iniziò a stringere la sua mano nel mio interno coscia sempre più forte. Provocandomi una serie di piccole scosse di dolore e piacere contemporaneamente. Con l'altra mano schioccò le dita facendo comparire sul tavolo una penna e un foglio quasi tutto scritto. C'era solo uno spazio vuoto... Quello dove si firma.

"Ti propongo un patto Odette."

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Ciaoo! Spero di esservi mancata hahahhahah. So che mi starete meledicendo per aver finito così il capitolo, ma tranquilli farò uscire il 10 il prima possibile.
promesso.

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