CAPITOLO 17 - Provini

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Mi svegliai con il rumore di qualcuno che bussava alla porta della mia camera. "Si?" Dissi parecchio assonnata e abbastanza seccata.

"Sono Husk, vieni in cucina che facciamo colazione." Disse la voce fuori la porta.

Sbuffai e mi trascinai fuori dal letto. Mi vestii e andai in cucina dove c'erano Husk e Niffti. Probabilmente Alastor era già nel suo studio radiofonico.

"Buongiorno." dissi.

"Buongiorno." Risposerò in coro.

"Sembra che qualcuno qui abbia dormito davvero poco." Disse Husk osservandomi mentre beveva dalla sua tazza arancione.

"Abbiamo tutti dormito poco Husk." Risposi sedendomi accanto a lui.

"Si ma in particolar modo tu e lui."

"Ma i fatti tuoi mai?" Risposi scazzata. "Scusa Husk solo che non è giornata."

Socchiuse gli occhi per identificare cosa avessi sul collo e quando capì li spalancò. "Che cazzo ti ha fatto."

Misi una mano sul mio collo coprendolo, mi ero dimenticata di coprire i lividi della catena. "Cosa intendi?"

"Pensi che sia un idiota! Quei segni li conosco molto bene.."

"Senti.. era arrabbiato, c'era Vox e.. non lo so forse si è avvicinato un po' troppo" Non sapevo che altro dire "lo sapevo prima di firmare il contratto che non sarebbe stato bello come avrei voluto ma ho deciso di farlo lo stesso."

"Spero solo tu abbia capito che non gli importa davvero di te."

Abbassai lo sguardo guardando il vuoto. "Mi va bene far finta di non saperlo."

"Se ci pensi una cosa positiva c'è in mezzo a tutta questa merda. Nessuno di noi tre e solo adesso." Disse Husk.

Sorrisi guardando entrambi. Aveva ragione.

Dopo colazione decisi di uscire per fare una passeggiata. Camminai per molto tempo fino ad arrivare al palazzo delle tre V. Rimasi fuori e lo guardai per un po' ascoltando le parole di alastor che mi tornavano in mente, ma proprio quando decisi che era meglio evitare e quindi stavo per cambiare strada sentì una voce familiare.

Era Vox che stava sgridando il suo compagno Valentino,se così si può chiamare, e entrambi sgridavano una terza persona che non riuscì a identificare. Erano dietro un angolo di strada abbastanza deserta, non sentì molto, semplicemente lo stava sgridando per qualche scenata che aveva fatto. Quando si furono allontanati mi affacciai
dietro l'angolo e vidi un demone seduto per terra.

Mi avvicinai e notai che non stava per niente bene. Appena si rese conto della mia presenza si alzò di scatto.

"Scusami non volevo disturbarti, volevo solo sapere come stessi." Chiarì io.

"Pff ma chi cazzo sei? lasciami in pace sto benone." Iniziò ad allontanarsi traballando.

"Non mi sembra proprio. Io sono La Perle, la ragazza che dirige il nuovo teatro. Tu invece?"

"Aspetta è tuo quel posto?"

"Si" dissi annuendo. "Allora?"

"Davvero non mi hai mai visto?" Chiese quasi offeso.

"No... Dovrei?"

"Sono Angel Dust! Sono famosissimo, ho interpretato un sacco di film porno."

"Quindi lavori per Valentino..?"

"Per favore non ho voglia di parlarne soprattutto con una sconosciuta. Ma.. ammetto che la mia vita sarebbe leggermente più facile se trovassi un modo di stare lontano da lui mentre non lavoro..." Sapevo dove volesse andare a parare.

"Mi stai chiedendo di venire a vivere al teatro? Se vuoi far parte del teatro devi lavorare, non è un hotel." Risposi.

Parlammo per un bel po' e decisi di dargli una mano, a patto che rispetti una serie di regole. In fondo avevamo qualcosa in comune.

La parte che mi preoccupava di più era convincere Alastor. Ma pensandoci anche loro avevano una cosa in comune, entrambi odiavano le tre V.

Decisi di portare subito Angel con me al teatro, per presentarlo Niffti e Husk da cui sembrava molto interessato. Aspettammo Alastor e quando arrivò provai a raccontargli la storia, ma non volle sentirla. Appena sentì che apparteneva a Valentino mi disse che poteva restare. Probabilmente per fare dispetto a Vox.

Dopo questo ci recammo nella sala del palco e ci sedemmo in due posti vicini in prima fila. Dovevamo scegliere, tra i vari artisti che si sarebbero presentati, quali avrebbero potuto lavorare per il teatro.

Erano molti di più di quelli che mi aspettavo. E questo mi rese molto felice, voleva dire che Alastor si stesse davvero impegnando per mantenere il patto.

Le selezioni durarono un sacco di tempo ma riuscimmo comunque a scegliere bene gli artisti, formando diverse categorie. Dopo aver salutato tutti rimanemmo solo io e lui in quella stanza.

Era come se mi stesse ignorando da ieri sera, da quando uscì dalla mia stanza, e anche adesso continuava a farlo.

"Bene credo abbiamo finito. Tra un'oretta fatti trovare nel mio studio. Così ti aggiorno sui gruppi e le parti." Nemmeno il tempo di rispondere e già se n'era andato...

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Ciao!
Su questo capitolo non ho niente da dire in realtà. Non mi piace per niente perché è stato scritto molto velocemente e si vede.
Ma almeno abbiamo finalmente il nostro Angel Dust!!!!

Rosso Sangue // Alastor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora