CAPITOLO 22 - Pubblicità

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La mattina dopo andai al palazzo delle tre v e non feci neanche in tempo ad entrare che Vox mi aveva già vista.

"Buongiorno! Sono felice che tu ti sia convinta a venire. Viene andiamo in studio." Mi prese per il braccio e mi portò subito in studio. Forse aveva paura potessi cambiare idea? Non so.

Lo studio di registrazione era grande e pieno di telecamere. Mi fece vedere come voleva fare la pubblicità, mi chiese se mi piaceva e io annuì.

"Solo... Vorrei aggiungere un altra cosa" disse lui dopo aver finito di spiegare.

"Cosa..?" Chiesi io.

"Nella pubblicità ci devo essere anche io vicino a te. Dirò solo qualche frase ma... Per il mio tornaconto ci devo essere anche io." Spiegò lui.

Non mi sembrava tanto cattiva come cosa, visto che il guaio l'avevo già fatto. Ad Alastor dava fastidio anche solo il fatto che io guardassi Vox per più di tre secondi, così acconsentì.

Mentre registravamo la fine della pubblicità Vox si avvicinò e mentre diceva la sua frase mi strinse leggermente la vita.

Fu sottile come cosa quindi gli altri demoni non gli prestarono minimamente attenzione ma sapevo che Alastor gli avrebbe dato peso. Parecchio peso.

Quando finimmo tutto mi strinse la mano, mi salutò e ringraziò.

Nel mentre che tornavo al teatro pensavo alla cazzata che avevo fatto e alle conseguenze che avrei incontrato non appena Alastor avrebbe visto la pubblicità.

Ero così persa nei miei pensieri che non mi resi conto di chi stava camminando affianco a me.

"A cosa pensi?" Chiese il demone.

Tremai dallo spavento siccome non me lo aspettavo e per questo non riconobbi subito la sua voce. "Alastor! Mi hai fatto spaventare."

"Da dove vieni?" Chiese senza perdere troppo tempo.

"Stavo facendo un giro. Non posso?" Risposi abbastanza nervosa.

Aveva capito che c'era qualcosa che non andava ma non insistette. "Io torno dalla radio. Andiamo insieme a casa?" Chiese mentre mi porgeva il braccio.

Camminammo a braccetto e durante il tragitto parlavamo e scherzavamo, era così piacevole passare del tempo con lui.

Pensai alla prima volta che parlammo, a quanto eravamo cambiati in così poco tempo, a quanto mi facesse sentire bene nonostante tutto. Mi sentì incredibilmente in colpa, lo avevo pugnalato alle spalle e ancora non lo sapeva.

Mentre passeggiavano molti demoni ci guardarono straniti. Effettivamente non era una cosa da tutti i giorni vedere il demone della radio stretto a una donna. La cosa che fece peggiorare i miei sensi di colpa e che a lui non sembrava fregare qualcosa dei demoni che ci guardavano. Anzi sembrava volere solo quello.

"Visto che è quasi ora di mangiare che ne dici di mangiare qualcosa qui e poi tornare a casa?" Chiese indicando un ristorante.

"Certo." Sorrisi ed entrammo insieme ancora a braccetto.

Chiese un tavolo per due e il cameriere, che sembrava abbastanza terrorizzato, ci portò subito ad un tavolo.

Parlammo del teatro fino a quando non gli feci una domanda fuori tema. "Come va con Rosie?"

Lui sorrise. "Oh molto bene. Anche se litighiamo rimane sempre la mia più cara amica. Sai lei non sbaglia mai." Allungo la mano fino a prendere la mia. "e tu incredibilmente le piaci molto." Mi strinse la mano e mi guardava dritto negli occhi.

Almeno fino a quando non si concentrò su un punto dietro di me. Lasciò di scatto la mia mano e pian piano la sua faccia assumeva un'espressione sempre più carica di rabbia e di disgusto mentre fissava il punto alle mie spalle.

"Odette.che.hai.fatto?" Disse con la voce ricolma d'odio.

Mi girai subito e vidi quello che più temevo. Nel ristorante c'erano delle tv tra cui una dietro di me e in quel momento stavano trasmettendo la pubblicità del teatro.

Non sapevo come fosse possibile che già fosse in onda ma d'altronde Vox è letteralmente la TV.

Mi rigirai verso di lui, non sapevo cosa dire, parlavo con molta fatica. "Ti posso spiegare ti prego ascoltami." Cercai di stringere di nuovo la sua mano ma la sposto.

"Dimmi solo cosa avevi in mente." Sembrava davvero si stesse trattenendo dall'esplodere. "Non ti bastava la pubblicità della radio?"

"Volevo battere Luis anche nel suo territorio! Ti prego capiscimi! Scusami..."
Ero sul punto di piangere.

"Ma cosa vuoi che io capisca Odette. Non facciamo scenate, finiamo di mangiare come se niente fosse e usciamo da qui."

Mangiammo in fretta ma quando uscimmo dal ristorante lui non venne a casa con me, anzi andò nella direzione opposta senza guardarmi neanche un secondo.

Mentre tornavo a teatro da sola pensavo a quanto fosse bello camminare insieme a lui, a quanto mi piacesse fare qualsiasi cosa con lui.

Quando arrivai finalmente a teatro mi sedetti al bancone di Husk e iniziai a piangere. Non volevo parlare volevo solo piangere e lui lo capì. Probabilmente aveva già visto la pubblicità e aveva già capito tutto.

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Ciao!

Vi piacerebbe se il prossimo capitolo avesse il Pov di Al?

Questo capitolo è scritto molto in fretta quindi se ci sono degli errori di scrittura non fatevi problemi a scriverli così li correggo.❤️

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