CAPITOLO 11 - Fiducia

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Il giorno seguente mi svegliai presto e mi preparai per andare a parlare con Alastor nel suo studio.

Scesi le scale, stavo per aprire la porta per uscire ma Rosie mi blocco con un: "dove stai andando?" Molto curioso.

"Oh giustooo. Non ti o più raccontato ieri." Feci finta di essermi dimenticata ma semplicemente non sapevo cosa dirgli. "Alla fine ho parlato con Alastor. Cioè me lo sono ritrovata davanti alla porta, era passato per un saluto, e lo fatto entrare."

"Bè era intuibile che Alastor fosse passato di qua, visto che non c'è più il cervo in frigo." Disse come se sapesse già tutto. Era incredibile sembrava sempre sapere tutto, qualsiasi cosa. "Allora? Ti a detto del tuo ex capo?"

"Si..." Gli raccontai in breve cosa avevo scoperto di lui.

"Non ci credo! Quell'uomo è un tormento!" Era parecchio innervosita.

"Vero ma adesso devo andare a..." Avevo già messo la mano sulla maniglia, ma pensai che meritava di sapere qualcosa in piu. Quindi riallontanai la mano dalla maniglia. "Per favore, so che non è una cosa di cui andare fieri, ma almeno tu non giudicarmi."

Rosie fece uno sguardo preoccupato.

"Io e Alastor abbiamo trovato un modo per fargliela pagare."

"E questa è una cosa bella no?" Chiese. Ma era evidente che aveva intuito che non avrebbe gradito il continuo della storia.

Non sapevo nemmeno come dirglielo, l'unica cosa che riuscì a dire fu "l'ho firmato." Mi vergognai così tanto in quel momento, non riuscivo a guardarla in faccia.

"NO." Disse a voce troppo alta."NON PUÒ AVERTELO FATTO FARE." Era così arrabbiata e disgustata.

"Non mi ha obbligata. Sono stata io e lo rifarei ancora."

Si calmò anche se non sembrava credermi "perché...?" Era così triste che mi sentì tremendamente in colpa.

"Voglio farla pagare a Luis. Voglio che non valga più niente. Ti prego capiscimi. Sono sua solo all'interno del teatro."

"Ma tu non sei il teatro. Sei mia amica e anche lui lo è. Questo è quello che mi fa più male. È che dovrebbe essere il mio più caro amico."

"Sono sicura che lo è davvero. Solo che questo patto conveniva ad entrambi..."

"Mi fido di te ma-"

"Ma ti prego sostienimi." La interruppi.

Lei sembrava ancora turbata ma penso si fosse già convinta che non potesse farci più nulla. "Quando capirò davvero come funziona la tua testa sarà troppo tardi." Disse facendo un lieve sorriso amaro. "Stai andando da lui?"

"Si... Dobbiamo parlare del piano..."

"Stai attenta." Disse con un misto di emozioni nel volto.

Sorrisi. "Lo sai che non so cosa significa." Dissi ironicamente sorridendo, ma non sembrava aver gradito particolarmente la battuta.

Aprì la porta e mi recai da lui. Ero sommersa di ansie ad essere sincera, ma appena aprì la porta del suo studio radiofonico e lo vidi seduto nella sua postazione mi calmai.

"Buongiorno cara. ce ne hai messo di tempo per arrivare." Disse lui come prima cosa.

"Lo so ma dovevo raccontare a Rosie del patto.."

"Ha reagito tanto male?" Sembrava che avesse appena pensato a Rosie per la prima volta.

Mi limitai ad un "Abbastanza." Restammo entrambi zitti per qualche minuto. L'ultima volta in cui ero entrata in quel posto era quando avevamo ballato insieme e bevuto il vino.

"Accomodati cara, abbiamo tante cose di cui parlare." Indicò la poltroncina vicino alla sua con la mano.

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Ciao! Ecco un nuovo capitolo.

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