CAPITOLO 20 - Cena

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Ero in camera mia e mi stavo preparando per la cena con Alastor quando sentì bussare.

Aprì e non vidi nessuno, poi però abbassai lo sguardo e vidi Niffti con una busta grande quanto lei.

"Oh Niffti ciao! Ti serve qualcosa?" Chiesi. Niffti era carinissima anche se un po' pazza.

"No tranquilla, ho appena finito di pulire. Ti dovevo solo portare questo, te lo manda Alastor." Rispose porgendo la busta.

L'afferrai e gli sorrisi. "Grazie di tutto Niffti."

"Di niente!" Disse per poi scappare via.

Rientrai in camera sedendomi sul letto. Aprì la busta dentro c'era un vestito e una lettera con un sigillo rosso. L'aprì e c'era scritto:

Mia Cara Odette,
ho pensato di facilitati la scelta dell'abito. Appena ho visto questo mi sei venuta in mente tu e ho pensato a quanto ti starebbe bene, nonostante tu sappia quanto io ti preferisca senza. Spero di vedertelo addosso a cena e soprattutto senza altro sotto.

-Alastor

Mi lasciai cadere sul letto sdraiandomi e stringendo la busta a petto. Per quanto questa lettera non sia così romantica aveva ammesso di pensarmi.

Felice presi il vestito ed era diverso da come me lo aspettavo...
(Quello nella foto)
Lo indossai senza intimo, ero praticamente nuda.

Dopo essermi truccata e acconciata i capelli decisi di mettermi un cappotto lungo sul vestito per coprirmi.

Uscì dall'hotel e trovai una limousine che stava aspettando. Entrai nella limousine e lì ritrovai Alastor.

"Buonasera cara" disse e mi baciò la mano.

Mi sedetti vicino a lui e mi baciò aprendo il cappotto. "Vedo che hai seguito quello detto nella lettera." Mi osservò. "Brava bimba."

Appoggiò una mano sulla mia gamba e pian piano saliva fino all'interno coscia.

"Alastor... C'è un altra persona." Dissi riferendosi al conducente.

"È pagato per stare zitto e farsi gli affari suoi." Rispose lui scazzato.

Arrivò alla mia intimità e iniziò a massaggiare il clitoride e già lì mi sentivo come su un altro pianeta. Poi infilò un dito e poi due facendo con loro lo stesso movimento che faceva con il cazzo.
Cercai di trattenermi ma quando raggiunsi l'orgasmo non ci riuscì.
Venni e lui leccò le sue dita piene del mio liquido. "Ottimo antipasto."

"Almeno adesso so che sai usare anche le dita."

"Avevi qualche dubbio?" Rispose lui presuntuoso.

Arrivammo in questo posto meraviglioso che però era totalmente vuoto.

"Alastor è bellissimo... Perché non c'è nessuno?" Chiesi guardandomi intorno.
Era un ristorante molto elegante su i toni del rosso e del nero. Anche le luci erano rosse.

"Perché stasera è tutto per noi questo posto. Volevo fossimo soli." Mi levò il cappotto e lo appoggiò sulla sedia. Si avvicinò stringendo i fianchi nudi. "Se spettacolare Odette."

Io non dissi niente mi limitai ad un sorriso timido.

Ci sedemmo e iniziammo a mangiare. In sottofondo c'era la musica jazz che tanto amava. Parlammo del teatro, del amicizia con Rosie e ridemmo tanto. Ad un centro punta prese la sua sedia e l'attacco alla mia per poi versare altro vino nei nostri bicchieri.

"Sali sul tavolo Odette." Disse lui all' improvviso.

"Cosa?" Disse pensando non intendesse sul serio.

"Sali sul tavolo. Fammi vedere quanto sei bella." Era più che serio.

Lo feci e lui si alzò dalla sedia per spostare le cosa da sopra tavola.

Si posizionò avanti a me osservandomi come se fossi un opera d'arte. "Cazzo se sei bella.."

Mi feci sdraiare e si mise sopra di me sul tavolo mordendomi il collo e poi il seno. "Sei perfetta cazzo. Se dopo fossi certo di poterti riavere ancore ti sbranerei. "

Aveva gli occhi assetati di sangue e sentivo il suo sospiro scendere sempre di più. Smise di scendere una volta arrivato alla curva della mia vita.

Sentì qualcosa di appuntito penetrarmi nella carne. Mi resi conto che mi stava mordendo solo quando sentì un dolore lancinante e mi ritrovai ad urlare dal dolore. Dolore che però non mi dispiaceva affatto, anzi.

Si staccò dalla mia pelle e iniziò a leccare il poco sangue che aveva iniziato ad uscire. "Cazzo si che sei buona."

"Quindi sono io la cena." Dissi sorridendo cercando di riprendermi.

Lui non rispose, entrò in me violento e continuò a leccare il mio sangue ogni tanto senza fermarsi nemmeno un secondo con le spinte.

"Ah mi fai male Ala-"

Mi interruppe prima che potessi pronunciare il suo nome per intero con uno schiaffo che questa volta diede in faccia. "Come cazzo ti ho detto che mi devi chiamare?"

"Padrone." Risposi il più in fretta possibile. Non riuscivo a respirare o a parlare o a fare qualsiasi altra cosa.

Continuò a darmi altri schiaffi ma sulle coscie. Sempre più forti. "Mi era mancata la tua pelle rossa dagli schiaffi."

Io continuavo ad orgasmare sempre di più senza fermarmi. Era l'unica cosa che riuscivo a fare. Era nella più completa estasi e il vino e il colore delle luci contribuirono. continuò così finché non venne.

Una volta venuto non si staccò ma si appoggiò su di me come se volesse riposare. Rimanemmo lì, in silenzio, cercando di riprendere fiato, per molto tempo.

"Credo sia arrivata l'ora di andare." Disse lui e io annuì.

Sistemammo un po' tutto e poi mi prese per la mano e mi fece mettere il cappotto. Uscimmo dal ristorante con lui che mi teneva stretto sotto il suo braccio, quasi come se avesse paura di lasciarmi andare.

Quando salimmo sulla limousine lui continuava ad avere il suo braccio stretto intorno a me e io mi accoccolai sul suo petto fino ad addormentarmi.

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Ciao belli!
Vi è piaciuto questo capitolo?
È più violento del solito lo so. Ma volevo provare a descrivere una scena del genere. Che ne pensate?

L'ultima scena è troppo carina secondo me.😭

Comunque ringrazio Fastic_Code che mi ha dato delle idee per i prossimi capitoli.

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