15 Una convivenza difficile

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ANNIE

Non sono passate nemmeno ventiquattro ore da quando Connor è entrato nelle nostre vite, e già la situazione è più tesa di una corda di violino. Non solo devo gestire la sofferenza per la partenza di Jake, ma devo anche cercare di tenere a bada Mary, che è decisamente infuriata. Dopo lo scontro di stamattina, è stato molto difficile calmarla...ma per fortuna so come prenderla, e adesso sembra essere tornato il sereno...ma è decisamente la quiete prima della tempesta. Prima di andare via sbattendo la porta, Connor ha detto che mi avrebbe chiamata. Come se niente fosse. Sospiro sprofondando sul divano. Per fortuna Mary è andata a fare delle commissioni.... non amo farmi vedere così.... nemmeno da lei. Sono successe talmente tante cose tutte insieme, da farmi completamente dimenticare l' università. In questo momento è l' ultimo dei miei pensieri...come posso pensare di studiare, visto che non ho nemmeno voglia di alzarmi dal letto? Guardo fuori, e mi accorgo che ha iniziato a nevicare....in fondo siamo a gennaio. Mi alzo per raggiungere la finestra, e ammirare la neve. La neve... adesso che ci penso, è stata per parecchie volte la compagna silenziosa di me e Jake... c' era quando ci siamo incontrati la prima volta al parco... c' era quando Jake è venuto prima che partissi con i miei amici per le vacanze di Natale.... c' era quando ha costruito i pupazzi di neve...e c' è adesso...solo che stavolta Jake non è con me. Una sensazione di calore sul viso mi fa capire che sto' piangendo senza nemmeno rendermene conto... è come se l' apatia avesse preso il sopravvento su di me ... provo dolore, ma sono troppo traumatizzata per sentirlo... è una sensazione molto strana... è come se fossi fuori dal mio corpo, e assistessi a quello che succede...mi asciugo il viso con le mani... adesso non è il momento di piangere... adesso è il momento di confrontarmi con Connor. Uno dei due deve fare il primo passo verso l' altro, affinché si possa creare un clima sereno....o almeno vivibile. Ma è chiaro che questa persona decisamente non sia lui. Connor non ha il minimo interesse ad avere un rapporto con me...e questo mi porta a chiedermi ancora una volta il motivo per cui abbia accettato di aiutare Jake...ma aiutarlo in cosa? Perché Jake avrebbe mandato un perfetto sconosciuto ad assicurarsi  che io stia bene?Mi prendo la testa tra le mani...santo cielo, sento che sta' per scoppiare. Mary ha ragione, volente o nolente Connor mi deve delle spiegazioni...non so come, ma devo provarci. All' improvviso un certo trambusto mi scuote. Mary è tornata, o almeno spero sia lei, visto l' episodio di stamattina. Camminando lentamente, mi affaccio sull' uscio del salotto, e con mio grande sollievo vedo Mary che litiga con il soprabito, cercando di toglierselo. Sospiro. Cosa diavolo vado a pensare? Non credo che accada più ciò che è successo stamattina. Mary si gira, e mi vede.

<<Cosa ci fai in piedi?? Dovresti essere a letto, non hai una bella cera!>> mi dice con il solito tatto. Mi volto verso il grande specchio, e in effetti mi rendo conto di aver avuto giorni migliori. I miei occhi sono spenti, i miei capelli in disordine, e la mia pelle sembra più pallida del solito...sono l' ombra di me stessa. Mary mi si avvicina, e mi abbraccia da dietro.

<<Scusami ti prego, io ... accidenti, a volte penso di avere qualche neurone con vita propria, che parla a sproposito>> dice seriamente affranta. Sorrido, anche se non può vedermi. Se non ci fosse lei a strapparmi un sorriso nonostante tutto, davvero non so cosa farei. Le prendo le mani, e mi giro, incontrando i suoi occhioni neri dispiaciuti.

<<La prima cosa che mi ha colpito di te è stata la tua schiettezza... seppur a volte piuttosto inappropriata...ma va bene così, non la perdere mai >> dico, sentendomi un ottantenne. Lei mi guarda perplessa.

<<Ehm.... grazie?>> Mi chiede confusa, non capendo se sia un complimento. Sorrido divertita, e le dò un buffetto sulla testa.

<<Ahi!>> Dice ridendo, per poi tornare subito seria.

<<Perché ho la sensazione che tu stia per uscire?>> Mi chiede sospettosa. Avevo pensato di tenergli nascosto il mio intento di andare da Connor, ma non sarebbe giusto. Mi guardo allo specchio, cercando di darmi una sistemata, ma non serve a niente. Sono un disastro. Senza voltarmi, dico:

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