13

43 2 1
                                    

Clarke 

Mentre Octavia mi riporta all'uscita segreta, la mia mente è piena di pensieri.

Vorrei rimanere per Bellamy, ma so che in questo momento sarebbe inutile. Non lo riconosco più, dov'è il ragazzo che amo?

Prima di uscire, sentiamo due voci chiamarci.

Sono Abby e Marcus.

«Mamma!»

«Oh Clarke, tesoro mio! Sappiamo cosa ha fatto Pike, sta attenta».

Mi abbraccia, e una lacrima scivola via senza che io possa controllarla.

Dopo un po', torno da Lexa, entro nella sua tenda.

«Sei la Comandante. So che non vuoi la guerra. Cambia il motto. Sangue, non chiama sangue».

Provo a convincere Lexa, che inizialmente sembra incerta.

La guardo mentre è persa nei pensieri.

«Forse hai ragione, Clarke. Ma solo un altro sbaglio da parte del popolo del cielo...»

«Non ci saranno altri sbagli».

Provo a rassicurarla.

Sono seduta sul divano nella stanza di Lexa, cercando invano di trovare riposo.

Decido di prendere il blocco note e comincio a disegnare la figura della comandante che dorme tranquillamente.

Tuttavia, il sonno di Lexa viene interrotto da un incubo e mi avvicino per tranquillizzarla.

«Hey Lexa, è solo un incubo».

Le sussurro dolcemente.

Lexa annuisce, guardandomi negli occhi, ma prima che possa dire altro, Titus entra nella stanza portando con sé un grosso pacco.

«È stato inviato da Azgeda».

Informa Titus.

Lexa ordina di aprirlo e, improvvisamente, sono attaccata da un uomo che conosco fin troppo bene: Emerson.

Tuttavia, viene prontamente neutralizzato dalle guardie e portato via.

Insieme a Lexa entriamo nella sala del trono. La comandante prende la parola per prima.

«Clarke, devi decidere per il destino di Emeron, dato che ha commesso crimini contro il popolo del cielo. Solo a te aspetta questa decisione, e come mi ha detto Titus, Emerson dovrà essere ucciso da 49 tagli. Pensi di farcela?»

Mi giro verso Emerson, legato al palo, e poi guardo Lexa prima di avvicinarmi all'uomo.

«Hai ucciso i miei amici».

Gli dico, ma lui mi interrompe.

«Tu hai ucciso 381 dei miei abitanti, i miei due figli».

Ribatte.

Appena pronuncia quelle parole, tremo leggermente e lascio la stanza del trono per tornare nella mia stanza, dove trovo Titus.

«Cosa vuoi?»

Gli dico, senza avere voglia di ascoltare nessuno in quel momento, anche se alla fine lo lascio parlare.

«Dovresti far cambiare idea a Lexa, farla tornare al principio del sangue chiama sangue. Altrimenti, potrebbe venire uccisa».

Mi supplica.

«Non posso aiutarti. Se torniamo a seguire il principio del sangue chiama sangue, la guerra scoppierà contro il mio popolo».

Rispondo, con la testa confusa e dolorante.

In quel momento, avrei desiderato un consiglio da parte di Bellamy. Solo al pensiero del massacro da lui compiuto, il mio sangue si gela.

L'ora dell'esecuzione arriva troppo presto, senza darmi il tempo di decidere con calma.

Entro nella stanza del trono con passo lento, avanzo e prendo il coltello di Lexa.

«So che voi volete che uccida questo uomo, ma non sarà così».

Annuncio con fermezza.

«Chiedo che venga bandito dalle terre di Lexa per sempre. Se lo uccido, non riporterà in vita i miei amici. Non ci sarà nessuna giustizia».

Mi rivolgo quindi a Emerson.

«Che tu viva per sempre».  

InsiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora