ballo di fine anno

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Simone era bello, bellissimo, con quel completo grigio scuro e quella camicia bianca che faceva risaltare la pelle candida del suo collo

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Simone era bello, bellissimo, con quel completo grigio scuro e quella camicia bianca che faceva risaltare la pelle candida del suo collo.

E Manuel non aveva mai voluto fiondare le sue labbra e i suoi denti su quel lembo di pelle come in quel momento.

Soprattutto perché davanti a sé aveva Nina, la sua ragazza, che stringeva le sue braccia attorno al suo collo e la guancia sul suo petto. Ma lui non riusciva a distogliere lo sguardo da ciò che stava succedendo a qualche metro da lui.

Simone stava allegramente chiacchierando con Filippo, un ragazzo di 5E che da settimane gli ronzava intorno e ci provava con lui.

Quel nodo alla gola e quella sensazione di nausea fin troppo familiare era tornato a fargli compagnia.

Nell'ultimo periodo succedeva spesso che Manuel si sentisse sopraffatto dalla vicinanza dell'amico, che si era fatto più sicuro di sé e aveva iniziato a ricevere parecchi complimenti dai suoi spasimanti, ma non riusciva a capirne a fondo il significato.

E il pensiero che Filippo potesse fare di Simone quello che voleva lo aveva fatto impazzire, tanto da prendere le redini di quella situazione.

"Nina, scusa, devo annà a salutà 'na persona" borbottò Manuel, spostando la ragazza in modo un po' brusco e dirigendosi verso Simone.

Simone, vedendo Manuel avvicinarsi a lui velocemente, aggrottò le sopracciglia e assunse un'espressione confusa sul volto.

"Scusate se ve interrompo ma me serve Simone" disse Manuel, prendendo per un braccio l'amico e facendo un sorriso decisamente falso al ragazzo che guardava la scena con gli occhi sgranati.

I due si fermarono poco dopo, mettendosi in disparte dagli occhi indiscreti dei presenti alla festa.

"Quindi? Mi spieghi che vuoi? Stavo parlando con Filippo!" sbraitò Simone, incrociando le braccia al petto e fulminando Manuel con lo sguardo.

"Eh, immagino quante belle cose c'avevate da dirvi"

"Scusa, ma che cazzo vuoi? Per una volta che un ragazzo si interessa a me c'hai pure da ridire?" sbottò Simone, alzando il tono di voce e alzando le braccia al cielo spazientito.

"Davvero te interessa quello? Non va bene per te!" esclamò Manuel.

"Ah, e sentiamo, chi dovrebbe andare bene per me?"

Simone iniziò a ridere, quasi istericamente, dopo aver sentito le parole del maggiore, che però non curante si fiondò sulle sue labbra.

E Manuel lo sognava da mesi quel contatto, sognava di poter far danzare le sue labbra con quelle di Simone e non staccarsi fino a quando non gli sarebbe mancato il fiato.

Quando i due si staccarono per prendere un po' d'aria, si guardarono intensamente negli occhi e Manuel pronunciò delle parole che Simone si sarebbe solo sognato fino a quel momento.

"Io Simò"- iniziò il maggiore, accarezzando con il pollice la guancia liscia del ragazzo davanti a sé che sembrava imbambolato- "io so' giusto per te".

Simone riunì le loro labbra in un bacio più profondo e sconnesso, sicuramente meno delicato di quello che si erano scambiati pochi minuti prima.

Era un continuo scontro di denti e sospiri, dovuti anche alle loro mani che vagavano desiderose in cerca di lembi di pelle scoperti.

E a Simone sembrava di impazzire, ché le fredde mani di Manuel lo facevano sussultare dopo ogni contatto sul suo corpo caldo che fino a poco prima era stato coperto dai suoi abiti.

Quella sensazione era come una droga per lui, i brividi che vagavano per il suo corpo gli stavano facendo credere di essere finito in paradiso. Ché niente di terreno potrebbe mai arrivare a quel livello di piacere.

O almeno così credeva fino a quel momento, quando la mano di Manuel iniziò a vagare all'altezza del suo basso ventre e un respiro spezzato lasciò le labbra schiuse di Simone.

La sua reazione fece ridacchiare il maggiore, che si avvicinò al suo orecchio per lasciarci qualche bacio e sussurrare qualcosa che gli fece perdere completamente la lucidità.

"So' quasi sicuro che Filippo questo effetto non te lo fa" disse Manuel con un tono che Simone non aveva mai sentito, se non nei suoi sogni.

"Manu, andiamo via"- mugugnò Simone contro le labbra del maggiore- "o in bagno, dove ti pare, non mi importa".

Manuel annuì deciso e prese per una mano Simone, trascinandolo nella bagno più vicino e chiudendo la porta alle loro spalle.

Testa Tra Le NuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora