Evelyn.18

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Viktor le voltò le spalle, perché non poteva fare altro.

D'altronde non toccava a lui rivelare il motivo che due anni prima aveva spinto il suo stesso fratello a lasciarla. Tuttavia, non poté fare a meno di voltarsi verso di lei, con la speranza nel cuore che l'orgoglio non le impedisse di cercare la verità.

Poco prima di arrivare all'auto il telefono di Viktor suonò e quando vi lesse il nome di James aggrottò le sopracciglia e rispose:

"E bene a cosa devo l'onore?"

"Non ti chiamerei se non fosse importante, ci vediamo fra mezz'ora a casa tua... Porterò anche Trevor"

La chiamata fu breve, comunque, lo spinse a salire in auto e sgommare via a tutta velocità.

Quando arrivò alla villa, dopo dieci minuti, non fu sorpreso nel trovare suo fratello seduto in uno dei grandi divano del salone.

Aleksander alzò gli occhi senza però parlare, non c'era domanda che poteva fargli perché nel viso di Viktor lesse tutte le risposte.

<<Io non posso lasciarla andare>> proruppe

<<Dille la verità Aleksander>>

<<La verità>> sogghignò

<<Perché no?>>

<<Perché non mi crederebbe>>

Viktor sospirò pesantemente e non appena aprì bocca la figura di Helen comparve nel salone seguita da James e Trevor

<<Che ci fate voi qua?>> chiese Aleksander

<<Dobbiamo parlare>>

Aleksander strinse gli occhi sulla figura di James prima di fargli strada lungo il corridoio per poi entrare nello studio.

<<A cosa devo l'onore?>> chiese ancora

James, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, posò alcuni fogli sul ripiano in noce che riempiva lo studio

<<Perché i nostri bilanci sono qui James?>> chiese Trevor afferrando uno dei fogli seguito a ruota da Aleksander e Viktor

<<Ho fatto il soliti bilanci mensili, e mi aspettavo di vedere un drastico calo visto l'incendio di villa Miller>> spiegò James <<Ma non c'è>>

<<Non hanno reclamato il quartiere?>> domandò Viktor

<<Spinto dal dubbio sono andato a Gramercy Park per controllare>> continuò James <<E sono stato ben sorpreso nel trovare i nostri uomini, le colonne protette e tutto nella norma>>

Trevor aggrottò le sopracciglia stranito dalle parole di James <<Perché nessuno ha reclamato il quartiere?>>

<<Perché nessuno lo aveva puntato>> rispose Aleksander posando poi il foglio <<Evidentemente il fine dell'incendio non era quello che pensavamo tutti>>

<<Non ci sono stati morti, né feriti>> constatò Viktor, che iniziò a riflettere sulle parole di James <<Evidentemente era un altro il movente>>

Aleksander, che nutriva molti dubbi in merito alla questione, si spostò vicino alla grande finestra che si affacciava nel giardino <<I tuoi uomini non ti hanno avvisato Trevor?>> chiese

<<No>>

<<E' stato fatto in maniera pulita, non ci sono state ripercussioni di nessun tipo>> diede voce ai suoi pensieri James

<<Che fosse stato fatto per tenere lontano me?>> pensò Trevor, ma poi, come se un lampo gli avesse illuminato la ragione capì che non era lui il motivo <<Evelyn>>

I tre uomini si girarono all'unisono verso Trevor, la cui faccia si era trasformata in una maschera d'ira <<E' lei il motivo>>

<<Perché>> chiese James

<<Perché così non ha più un posto dove tornare, semmai l'avesse voluto fare>>

E tutto iniziò a prendere forma in ogniuna delle loro teste.

<<Lei, oltre a villa Ferreira, non ha più una casa>> ringhiò Viktor

<<L'ha prima portata via e poi ha fatto in modo che non vi facesse più ritorno>> sibilò Aleksander.

Era tutto molto più chiaro per i tre uomini, Rafael Ferreira aveva distrutto l'unico posto che poteva dividerlo da Evelyn, l'unica domanda era... Perché? 

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