Evelyn.23

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Passò la notte a ripensare al bacio che si era scambiata con Aleksander, non ci fu attimo in cui lei chiudesse gli occhi e rivivesse quel che era successo la sera prima.

Quando decise di alzarsi erano quasi le dieci del mattino, sospirò pesantemente al pensiero che quella stessa sera sarebbe dovuta andare a quell'appuntamento che il suo stesso marito le aveva organizzato noncurante del volere di lei.

Poco prima che potesse entrare in bagno i passi di Evelyn furono bloccati dal suono della porta che veniva aperta e quando vide il corpo imponente di Rafael farsi spazio nella stanza non poté fare a meno di fare una smorfia di disappunto.

<<Ho bisogno di parlarti>> proruppe lui

<<Io invece ho bisogno di una doccia quindi vai via Rafael>>

Fece per entrare in bagno ma Rafael fu più veloce e le prese il polso fermando la sua corsa sul nascere.

<<Non farlo>> le chiese e quando lei aggrottò le sopracciglia confusa continuò: <<Urlami contro, minacciami di morte, chiamami bastardo Evelyn, dì qualcosa, qualsiasi cosa, ma ti prego non essere indifferente>>

<<Non ho nulla da dirti Rafael>> rispose lei sprezzante divincolandosi poi dalla sua presa

<<Non ho scusanti>> disse <<Non ho giustificazioni, lo so, sono stato un grandissimo coglione, e vorrei poterti dire che non avevo scelta>>

<<E invece l'avevi la scelta Rafael, ma hai imposto a me la facoltà di non averne>>

<<E mi odio per questo angelo credimi, perché l'ultima cosa che volevo era farti finire fra le grinfie di Baker>>

Evelyn voltò il viso dalla parte opposta a quella di Rafael e ghignò malevola <<Avrei recuperato tutto ciò che avresti perso ieri sera>> disse poi sconfitta

Rafael deglutì a fatica <<Ti ho pugnalata->>

<<No, non mi hai pugnalata>> ringhiò Evelyn fermano le parole di Rafael <<Mi hai tradita>>

Rafael guardò gli occhi scuri e freddi di sua moglie, e capì di aver fatto il più grosso degli sbagli. Sentì qualcosa spezzarsi dentro e non riuscì a dire nulla per difendersi.

Era ben consapevole, lui, che difendersi da ciò che aveva fatto non aveva alcun senso, perché non c'era frase che giustificasse l'azione.

<<Hai utilizzato la stessa regola contro mio fratello non è vero?>>

E la domanda lo sorprese come un pugno in pieno volto <<No!>>

<<Non mi hai sposato per amore Rafael, tu non sei il tipo che ama. Perché l'hai fatto?>>

<<Perché ho visto in te il migliore degli alleati, e volevo averti dalla mia parte>>

<<Eppure non hai perso tempo nel tradirmi e io->>

<<Ti fidi una volta sola>>

Evelyn annuì piano, ammutolita da come aveva recitato le parole che lei stessa gli disse poco prima del loro matrimonio.

Lo guardò a lungo, e non poté che sentirsi ferita da come quell'uomo l'aveva usata come merce di scambio, come se la sua vita valesse meno dei territori stessi.

<<Farò in modo che tu non sia mai sola>> disse dopo un lungo momento di silenzio

<<Io non ho paura Rafael>>

<<E' per questo che voglio mettere qualcuno a sorvegliarti>> disse <<Non hai paura e puoi fare o dire qualcosa che faccia incazzare Baker>>

<<Allora facciamo che se io sento solo l'odore di uno dei tuoi uomini alle calcagna farò esattamente in modo che Edward Baker s'incazzi>>

Lo lasciò poi in mezzo alla stanza e si chiuse in bagno.

Quando uscì Rafael non era più in camera, e un mix tra sollievo e solitudine alleggiò nel corpo di Evelyn, così decise di andare in giro per prendere una boccata d'aria.

Si perse fra le strade di New York, si guardò in giro, e per la prima volta si sentì invidiosa.

Quando vide le ragazze della sua età camminare spensierate fra quelle vie si chiese perché lei non potesse essere come loro. Si sentì pressata da una vita che non aveva scelto lei di vivere e maledisse il giorno in cui era nata. Calde lacrime le velarono gli occhi, rivelando a lei stessa un lato vulnerabile che non sapeva di avere, eppure le ricacciò indietro, non gli diede possibilità di scendere e rigargli il volto, infondo lei non aveva mai pianto, nemmeno quando la madre morì, e questo la diceva lunga.

"I sentimenti sono per i deboli Evelyn"

"Lascia che scovino una tua debolezza e sei fottuta"

"Nessuno deve mai scalfire la tua corazza Evelyn"

Risuonavano in loop le parole di Marcus, suo padre, quando le impartiva lezioni di vita o lezioni su come affrontare la cosca mafiosa. E si rese conto, che quella in realtà, non era vita.

Ricordò ogni singolo giorno passato chiuso in casa, e si meravigliò di come quelli erano ricordi che aveva cercato di seppellire. Non aveva mai avuto amici, suo padre aveva assunto degli insegnanti privati e quindi non era mai andata a scuola. Non aveva avuto nessuna prima esperienza, non sapeva cos'era un ballo studentesco e non sapeva cosa fosse l'ansia prima di un'interrogazione.

"Sei l'angelo nero di New York mia dolce Evelyn, un diamante raro che nessuno deve sporcare e toccare"

Erano queste le giustificazioni che le rifilava suo padre, e come un pugno allo stomaco insieme a quei ricordi che aveva seppellito da qualche parte nel suo cuore nacque la consapevolezza che quello di suo padre non era altro che una protezione che aveva nei suoi confronti. Perché suo padre non voleva che lei subisse quella legge bastarda, a cui Rafael in realtà l'aveva costretta.

Quando rientrò in casa fu felice di trovarla silenziosa, ebbe il tempo per riflettere sulla serata che l'aspettava. Si preparò in silenzio, raccolse i lunghi capelli neri in una coda alta e optò per un vestito corto anch'esso nero.

Uscendo dalla stanza fu sorpresa di trovarsi di fronte Viktor, e immaginò che anche Aleksander fosse nei paraggi.

<<Sei venuto a controllare se sono ancora viva?>> chiese ironica all'uomo che le stava davanti

<<Sono venuto ad avvertirti visto che non vuoi una guardia>>

<<Da quando Rafael e Aleksander si confidano i segreti?>>

<<Da quando il tuo infido marito ha deciso di prenderti in moglie>> rispose Aleksander alle sue spalle

Si fermò per osservarla e fu quasi infastidito dalla maligna bellezza che la ragazza deteneva.

<<Ti ho fatto guadagnare un amico Aleksander, sii felice di questo>> sghignazzò Evelyn prima di lasciarseli alle spalle e superare successivamente anche Rafael.

Era l'ora dell'appuntamento.

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