Silenzio

29 5 0
                                    

|| MINHO POV ||

Il silenzio. 

Ci sono pareri contrastanti legati a questo (se vogliamo chiamarlo così) "fenomeno" o meglio, "clima". 
Io personalmente, lo definisco "ambiente".
Imbarazzante, ansiogeno, rilassante, pauroso, stressante, assordante, irritante...questi aggettivi di solito attribuiscono le persone al silenzio, giusto?

Ora immagina una vita fatto di solo e assoluto silenzio: nessun rumore, le persone non parlano, non esiste alcun tipo di suono al mondo, gli uccelli all'alba non cinguettano e la musica è solamente una delle tante parole che viene associata a un'azione o a un'immagine poiché non vi è alcun tipo di melodia udibile.
Ecco...in un certo senso il mondo in cui vivevo era esattamente così: avvolto nel totale silenzio.
ovviamente riuscivo a udire ogni suono proveniente dall'ambiente circostante e tutto ciò che prima ho elencato, non sono sordo...non completamente.

Ed eccomi quì, vivendo in un mondo fatto completamente di quiete all'interno della mia mente...no, forse del mio intero corpo.
A differenza di tutti però per me, il silenzio, rappresentava la più grande debolezza, un vuoto suscettibile a qualsiasi interpretazione io voglia attribuirgli, uno stato tra l'esistere e vivere e il vivere perché semplicemente si esiste. 
Una prigione che mi rendeva spettatore della vita di cui ero costretto, per volere di qualcuno, a dover vivere.

Ed ora qui...tornato all'agenzia dopo ben sei anni di lontananza, a ballare una delle poche canzoni che mi permettono di riordinare e distinguere alcune emozioni che riesco a identificare e a far emergere: dolore...ma non un dolore fisico:
il dolore di una mancanza.
Il dolore di una vita ad aspettare qualcosa, qualcuno.
Il dolore e il tormento di una continua ricerca senza conoscere nemmeno ciò che si sta cercando.
Troppo immerso nelle emozioni che mi stava donando quella canzone, non mi accorsi del leggero bussare alla porta. 

Per un attimo credevo di averlo solo immaginato, ma quando qualcuno bussò nuovamente con meno esitazione, corsi a spegnere la musica per avvicinai ad aprire ma… "P-per favore, non aprire la porta...".

Questa voce...

"Sono la persona di cui ieri Bang Chan ti ha parlato, cioè ti ha chiesto di interpretare per me la canzone non volendo salire io sul palco"

Non prestai la minima attenzione alle parole, ciò che riuscivo a udire fu solamente la sua voce...e proprio come anni prima, qualcosa in me accadde.

"Potresti allontanarti dalla porta? Con me ho dei fogli e una penna, vorrei passarteli così da poter comunicare...la aprirò giusto il necessario per far passare le cose"

Non riuscivo più ad avere il controllo del mio corpo ogni qual volta che sentivo quel suono...

Perchè mi ricordi qualcuno che conosco?
Ascoltare questa voce mi fa quasi gemere dal dolore, un grido straziante al quale però non riesco a dire di cessare anche se i miei timpani stavano scoppiando.
Solo Hyunjin era riuscito a sovrastare questo grande nulla, sussurrando in esso affinchè io potessi sentirlo, ma questa voce, spezzava completamente il mio mondo, superando qualsiasi barriera imposta dalla mia mente.
Lui mi arrivava forte, irruento.

Chi sei tu che riesci a sovrastare il mio silenzio?

Presi i fogli e la penna posati di fianco alla porta.
< Ho già detto a Chan di no. Perché insisti? >

Volevo vedere fin dove si sarebbe spinto, se quella sensazione strana che stava riaffiorando in me era dovuta a lui o solamente era stata una pura coincidenza.
Ma pochi minuti dopo, una flebile melodia che ormai conoscevo fin troppo bene, mi portò a piegarmi in due, crollare sul pavimento in ginocchio, completamente immerso in quel suono ovattato a causa della porta che ci separava.
Ciò che stava cantando...era la canzone che ballavo da quando ero tornato...

Lì, per terra, sul freddo parquet della sala danza, un'altra porta del mio inconscio fu aperta dalla voce di quel ragazzo...e per la prima volta, da quando avevo memoria, una calda e amara lacrima accarezzò la mia guancia.
Mi beai di quel suo delicato tocco, percependo la sua scesa millimetro dopo millimetro fino a cadere e morire.
Avevo riconosciuto la voce mentre cantava, sapevo che appartenesse al nuovo cantante della JYP che non aveva svelato la sua identità, e sapevo anche che dietro quella sua richiesta, vi era qualcosa che stava nascondendo, qualcosa che avrebbe potuto aiutarmi molto di più a comprendere quel ragazzo e io, dovevo in qualunque modo cercare di comprenderlo.

Perchè mi faceva quest'effetto? Perché solo con la sua voce era riuscito a farmi provare tutto questo? Perchè....perchè.... e ancora perché.
Non mi sarei mai aspettato però che accettasse così facilmente la mia proposta, o meglio, la mia condizione...questa canzone era così importante per lui da doverla nascondere così ossessivamente?

In realtà, indipendentemente dal fatto che la canzone mi sarebbe piaciuta o meno, avrei comunque accettato quella collaborazione...c'era qualcosa che per la prima volta nella mia vita, mi cantava una melodia così rumorosa e potente, che ne venni attratto come un marinaio segue incosciente il canto delle sirene seppur lo guidino alla morte...

Ma come se tutto ciò non fosse già abbastanza da elaborare e sopportare, questa canzone...queste fottutissime parole che ora stavano rimbombando in questa vuota e a tratti malinconica sala da ballo...mi stavano raccontando una storia che non avevo mai sentito attraverso l'uso di queste parole, non avevo mai sentito questa supplica attraverso la presenza e la prospettiva di qualcun altro.













Non avrei mai pensato che la mia storia potesse appartenere a qualcun'altro.

Tre Vite  ||Minsung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora