Chance

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Come ogni notte che si rispetti, mi ritrovavo nuovamente su questo piccolo e triste balconcino illuminato dalla luce della luna che protegge la città dalle tenebre oscure della notte.
Dopo aver subito l'ennesimo shock di cadere nel vuoto, mi sono alzato dal letto e sono venuto qui.
Le 3.56...beh, non male...

Giro e rigiro tra le mani quella piccola agenda di cuoio, solitamente riposta nel primo cassetto della scrivania a prendere polvere per del tempo definibile più o meno lungo.
Sospiro e abbasso lo sguardo dal cielo portandolo su quel piccolo oggetto, accarezzando la fredda pelle con il pollice.
"Forse...dovrei..." sussurrai tra me e me.
Ero tornato a casa dall'agenzia verso le 19.00, ed è da quell'ora che penso e ripenso alle parole provenienti da quella dannatissima porta.

~Tutto quello che voglio è niente di più
di sentirti bussare alla mia porta,
perché se potessi vedere il tuo viso una volta ancora
morirei da uomo felice, sono sicuro~

Solo una persona tanto ferita, sensibile e coraggiosa allo stesso tempo, poteva sostenere il peso di ballare su quel testo così...disperato? 
Non lo so, non so come potrei riuscire a esprimere ciò che gira nel mio intestino incessantemente.
Se devo cantare dal vivo il mio disagio, il mio grido di disperazione per non essere come io...come tutti si aspettano e vogliono che io sia...allora voglio che questo peso possa portarlo e trasmetterlo una persona che senta sue le mie parole.




"Non dimenticarti di passare al supermercato oggi! Non voglio rimanere a digiuno come settimana scorsa solo perché eri stanco!" dissi a mo’ di rimprovero a Chan, ancora a lavorare dopo una lunga giornata di registrazioni nel suo studio.
Si può dire che non riuscisse a pensare pienamente al suo lavoro dal momento in cui mi aveva convinto a partecipare a quello stupidissimo evento che si sarebbe tenuto da lì a qualche giorno...forse solo un paio di settimane.
Sarebbe riuscito Hyunjin a terminare in tempo la coreografia?
Ero stanco, veramente stanco, non una stanchezza fisica sia chiaro, ma bensì mentale: paranoie su paranoie di quanto accaduto il giorno prima, tra la proposta di Chan, Hyunjin, quella canzone...

Ed era proprio quest'ultima a tormentarmi o meglio, chi la stesse ballando...
Presi dalla scrivania del mio amico dei fogli e una penna prima salutarlo e uscire:
sarei stato coraggioso almeno una volta nella mia vita, avrei lottato per qualcosa per il quale sentivo di dover fare. Era la cosa giusta e ne sarebbe valsa la pena per me e per chi avrebbe visto e ascoltato la canzone che tanto ha avuto successo senza essere capita realmente fino in fondo.

In breve tempo, aimé, varcai la soglia dell'edificio che comprendeva le diverse sale, troppe a mia considerazione, per essere una sola agenzia.
Mossi solo qualche passo prima di sentirla...era lei, sempre la stessa canzone, sempre le stesse sensazione che non riuscivano ad abbandonarmi, e sempre la stessa sala...
Mi avvicinai alla porta godendomi tutto di quella canzone, dalla musica alle parole, perfino alcuni passi pesanti che risuonavano contro il duro parquet.
Qualcuno all'interno,  stava ballando.
Quel qualcuno all'interno sapevo essere lo stesso ragazzo di cui Chan mi aveva parlato.
Quando dopo qualche minuto la musica terminó, inspirai profondamente e presi quei fogli che avevo recuperato insieme alla penna, bussai più volte, fino a quando sentii dei passi avvicinarsi alla porta.

"P-per favore, non aprire la porta..." dissi abbastanza forte da farmi sentire. "Sono la persona di cui ieri Bang Chan ti ha parlato, cioè ti ha chiesto di interpretare per me la mia canzone non volendo io salire sul palco" precisai per cercare di "presentarmi".
Come previsto non udii nessuna risposta.
"Potresti allontanarti dalla porta? Con me ho dei fogli e una penna, vorrei passarteli così che possiamo comunicare...la aprirò giusto il necessario per fare passare le cose". 
Aspettai qualche secondo prima che il ragazzo batté un colpo alla porta.
Presi tale gesto come un consenso, così come detto, aprii un piccolo spiraglio e feci scivolare la penna e i fogli dall'altro lato della soglia, richiudendola subito dopo.
Aspettai qualche secondo prima di veder scivolare ai miei piedi un foglietto.

- Ho già detto a Chan di no. Perché insisti? -

Perché insisto? 
Oh sai, non riesco più a togliermi dalla testa la canzone che stai ballando e non so per quale motivo voglio che sia tu a ballare la mia canzone tra due settimane? 
Cosa avrei dovuto dirgli? La verità?

"Tutto quello che voglio è niente di più
di sentirti bussare alla mia porta...
Perché se potessi vedere il tuo viso una volta ancora, morirei da uomo felice, sono sicuro.
Le parole della canzone che stai ballando, si stanno ripetendo incessantemente senza un motivo nella mia mente da quando ieri le ho sentite".
Alla fine mi arresi alla realtà dei fatti, sperando che, essendo sincero, potesse cambiare idea e convincersi a collaborare.
Aspettai qualche minuto ma da sotto la porta non vidi passare nessun messaggio.

"Sai, sono stato costretto a partecipare all'evento dell'agenzia...avevo due possibilità in realtà: cantare tra due settimane sul palco o fare uscire una nuova canzone, ma vedi..." ripensai alla mia situazione e a quel l'ultimatum tanto scomodo.
"Non mi voglio mostrare, non voglio che la mia identità sia svelata, per questo ho bisogno che qualcuno interpreti la mia canzone al posto mio..." Spiegai.
Man mano che parlavo, la voce si fece sempre più debole e indecisa, incerto se tutto quel che avevo affermato fosse passato attraverso la porta.

- J.One...una condizione e una possibilità. -

Questo vi era scritto su quel pezzo di carta passato mi poco dopo.
Mi soffermai sul mio nome d'arte per qualche secondo di troppo.
Non sapevo se essere stupito del fatto che avesse capito chi fossi o se avere paura che qualcuno oltre Chan avesse scoperto la mia vera identità.
Poi però, accantonai queste preoccupazioni inutili, mi focalizzai sulla possibilità che potevo avere nel far accettare la collaborazione.
"Mh...si va bene, cosa vuoi che faccia?" Chiesi un po' titubante.

Una condizione...una possibilità...

- Voglio ascoltare la canzone che non vuoi pubblicare: se mi piacerà accetterò, ma se non mi convince rifiuterò nuovamente. -

C-cosa?
Io non avevo mai accennato o alluso in alcun modo al fatto che avessi scritto un'altra canzone.
Nessuno sapeva né tanto meno doveva conoscere quel dettaglio.
Perché era arrivato a quella stramaledetta conclusione? 
Non aveva ascoltato la proposta che mi era stata fatta da Chan?! 
Perché ero lì a praticamente implorarlo se avessi avuto un'altra canzone? 
Stavo per cedere all'ansia, a quell'ansia distruttiva che mi logorava il corpo da ormai anni.

- Puoi sempre mostrarti se non vuoi farmi ascoltare la canzone. - scrisse.

"No!" Urlai appena letto l'altro messaggio.
"Come fai a dire che ho un'altra canzone? Secondo te avrei chiesto a qualcuno di esibirsi al posto mio se l'avessi avuta?" Chiesi arrabbiato, ormai mezzo in panico per quelle due richieste a dir poco assurde e irrealizzabili.

- Quando mi hai raccontato della motivazione dietro questa richiesta, ti sei soffermato solo sul perché non volessi mostrarti e poi ti ho sentito sussultare quando ti ho chiesto di sentire l'altra canzone, cosa che ha confermato la mia presupposizione -

Restai a bocca aperta appena terminato di leggere...
Chi era questo ragazzo?
Sospirai e pensai attentamente alle possibilità: avevo messo tutto il mio poco coraggio nel venire qui e tentare di fargli accettare la mia proposta e proprio quando ci stavo riuscendo, volevo buttare tutto all'aria?
"Posso almeno chiederti di non parlare e non dire niente a nessuno riguardo la nuova canzone? E-è importante per me... è molto importante..." abbassai lo sguardo quasi sussurrando queste parole.

- Come vuoi -

Presi il biglietto e lo strinsi tra le mani.
"L'impianto è dotato di bluetooth?"
Aspettai qualche secondo prima di ricevere un nuovo foglietto con il codice per collegare il telefono alla cassa della sala.
Smanettai con il cellulare per un po', riuscendo infine a trovare il giusto canale e connettere i due apparecchi.

"Perché non vuoi ascoltare invece la canzone che ballerai? Mi sembra più logica come cosa..." Chiesi incuriosito.

- Se hai scritto una canzone e l'hai pubblicata, significa che questa canzone racconta una parte di te che è oggettiva e comprensibile ad occhio nudo, per chi conosce la tua identità. 
Quest'altra invece, può dirmi molto di più di te, perché contiene una parte che nessuno conosce, una parte di te che tieni nascosta...la tua parte più vera. -

Ed era proprio per questo che non voglio che nessuno la senta - avrei voluto dirgli...

Tre Vite  ||Minsung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora