Chi sono davvero?

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|| JISUNG POV ||

Mi sono sempre sentito come se ti appartenessi, lo starti accanto e l'amarti erano semplici come respirare, ma dopo aver capito che forse questi sentimenti non erano nient'altro che il semplice scherzo, o dono (dipende da come lo si vede) del destino, mi sono sentito soffocare da tutto ciò che abbiamo vissuto insieme.
Tutte le tue parole mi ritornano in mente all'infinito e il tuo profumo impresso nella mia mente, è diventato vento ed è volato via.
Il tempo continua a passare lento, la luna e la chitarra mi guardano ogni notte, ma ciò che riesco a fare è solamente piangere e lasciare questo squarcio nel petto ricucirsi per riaprirsi ancora e ancora, fino a quando non sarà più in grado di rimarginarsi e sanguinerà solamente.

Il tuo tocco caldo talvolta mi rassicura durante il giorno, ma pensando di intrecciare di nuovo le nostre dita, mi guardo indietro e non ti vedo più.
Le lacrime mi legano in qualche modo a te, ancorato nel passato che io ho deciso di lasciar andare.
Non è semplice spiegare i miei due me che combattono per aggiudicarsi la mia mente e i miei ricordi, siedo in una stanza buia per tutti i miei giorno e spengo la luce che ho paura di ritrovare dentro di me.

Non ho più possibilità di tornare a sentirmi come mi sentivo quando lui mi stava accanto...adesso sono solo vuoto e triste.
Mi fa piangere tutto ciò che guardo e mi ricorda lui, un odore, un gesto, un luogo, una parole, un oggetto e persino il mio riflesso allo specchio.

Per quanto riguarda te, sei felice lì fuori anche se non sono al tuo fianco? Spero che in qualche modo riesca a superarla.
Sono grato alla notte che talvolta mi permette ancora di vederti in sogno, mentre ci sorridiamo e ci guardiamo con quegli occhi che sembravano urlare la parola amore.
Di tutta questa storia restano solo le mie voci assillanti. Avrei voluto avere il potere di riuscirti a leggere dentro per risparmiarmi e risparmiarti il dolore di questo improvviso distacco.
Credo di essere diventato te sai? Tutte le mie emozioni, le parole e anche le mie espressioni sono fredde e vuote: quando ho sorriso, ho visto solo tristezza nella persona che provava ad aiutarmi.

Ripenso ogni giorno al momento in cui cadesti in ginocchio di fronte a me supplicandomi di restare e credere che tutto fosse reale, avrei veramente voluto stringerti quella mano che mi allungasti, stringerla e abbracciarti stretto dicendoti che non avrei mai potuto andare in nessun luogo che non sia dove sei anche tu, che non dovevi piangere ma sorridere perchè sei migliore con quel tuo sorriso. Ma quel giorno decisi di ascoltare quella parte di me che martellandomi nella mente diceva: "non sono veri sentimenti, lui è condizionato e ossessionato da te, è rimasto intrappolato nel passato, ma tu non sei la persona di quel passato, sei Han Jisung", e così forse per codardia, forse per il cuore ormai sanguinante, scappai il più lontano possibile.

La radio risuona all'interno della stanza, aspetto che giunga il momento che la mia voce invade lo spazio affinchè mi porti all'interno di quella solitudine in cui mi sono rinchiuso per scrivere in questi mesi.
Stazione dopo stazione, giungo finalmente a quella familiare melodia, chiuso gli occhi e tiro le ginocchia al petto mentre aspetto di sentirmi cantarre.

~ Non posso dire nulla, le parole indugiano nella mia bocca.
A volte ho paura che qualcuno lo scopra.
Urlo e grido alla pioggia, preoccupato che il suo suono copra la mia voce.
Il cielo sta diventando nuvoloso.
Spalle pesanti, vestiti bagnati,
anche la musica ad alto volume mi sembra così silenziosa.
La mia voce frustrata la voglio lavare sotto la pioggia in modo che non penetrino più a fondo in me.
Baby sta cadendo fino all'ultima goccia.
Lascia andare ogni goccia con un sorriso, ognuna di esse, anche l'ultima goccia a portata di mano.
Fingere di stare bene mi rende ancora più solo.
Guardando un posto diverso tutto da solo, non importa quante volte provo a disegnarlo e a cancellare le mie preoccupazioni,
niente cambia mai.
Immagino che un giorno mi ci abituerò.
Probabilmente dimenticherò questa sensazione e continuerò a vivere.
Se mi tengo occupato, un giorno starò meglio.
Proprio come la terra che si indurisce dopo la pioggia e i fiori sbocciano di nuovo.
Mi sforzo di sorridere, i giorni si allungano e continuo a diventare sempre più esausto.
Mi sento come se fossi solo al mondo.
Riuscirò anche a nascondere questo sentimento e a stare bene?
Mai. ~

E se mi aggrappassi di nuovo a te? Riuscirei anche solo a ricordarmi di quando ero felice e innamorato?
Stringo tra i pugni il lenzuolo tirandolo fin sopra la testa come per proteggermi, nascondermi, sparire una volta e per tutte da questo limbo infernale che si ripete nei giorni incessantemente.
Non avevo un posto in cui trovare ristoro. Vivevo nel terrore di non poterlo mai più rivedere ma allo stesso tempo, provavo quel dolore nella possibilità di incontrarlo per caso per strada, portandomi a rinchiudermi in questa piccola stanza che appartiene solamente al mio io presente senza alcuna traccia del passato.

Il tempo passa incerto, non riesco a pensare al domani, il futuro è avvolto nell'ombra più fitta e quando quelle poche volte chiudo gli occhi e li riapro in un mio vicino futuro, ancora una volta, vedo tutto sfocato, tutto inizia con me che affogo nelle lacrime salate.

Lo scricchiolio della porta e il suono dei passi sul pavimento, mi portano a nascondermi ancora di più sotto quel sottile e inutile strato di tessuto impregnato di mesi di lacrime salate.
Il materasso si piega sotto il peso del corpo che si è seduto al mio fianco e la schiena mi si scalda al contatto con la mano che accarezza da sopra il tessuto la mia pelle pallida e gelida.

"Ti ho preso una fetta di Cheescake alla pasticceria che ti piace tanto" sussurra nell'ombra. Resto immobile senza degnarlo di risposta, il silenzio aveva qualcosa di confortante ma allo stesso tempo, temevo quello stato di quiete oscura.
"Hai sentito la nuova canzone alla radio? Pare stia piacendo molto ai tuoi fan" continuò nella speranza di alleggerire quell'aria cupa.
Uno sbuffo di rassegnazione interruppe quella calma e la mano che aveva preso ad accarezzarmi la schiena si staccò rude.
"Sono passati tanti mesi Ji...è passato veramente tanto tempo e tu non fai altro che startene chiuso quì dentro a scrivere, suonare e deprimerti sotto le coperte. Vuoi capire che sono preoccupato per te? Perchè non riesci a capire quanto vederti così mi faccia male?"
Quel tono inclinato nella sua voce non fece altro che richiamare ancora più lacrime all'interno dei miei occhi gonfi e rossi.
"Parlami...ti chiedo solo questo...solo di parlarmi come una volta, io sono e sarò sempre quì per te ad ascoltarti senza mai giudicarti"

Con il tessuto che stringevo tra le dita mi asciugai il viso dalle lacrime ormai secche e da quelle che poco prima avevano preso a scendermi lungo le guance, soffocai quell'ultimo singhiozzo che mi bruciò quasi la gola e con tanto, ma tanto coraggio, abbassai il lenzuolo per poter guardare per qualche attimo gli occhi lucidi di Chan.

"Non ho mai pensato di sentire per qualcuno quello che sentivo per lui e non credevo nemmeno di poter vivere sentendomi me stesso con qualcuno..." Sussurrai appena percepibile, ma con quel vuoto all'interno della stanza, sembrava quasi stessi urlando.
"Perchè usi il passato Ji? " Chiese dolcemente accarezzandomi una guancia.
"N-non lo so, sembra che tutto ciò che abbiamo condiviso e provato fosse solo un castello campato in aria, tutto dettato da questa cosa chiamata destino e io non so se ciò che provavo per lui è reale...e-"

"jisung, sono passati mesi e mesi e mesi, e tutto quello che fai è lavorare, lavorare e lavorare fino allo sfinimento per poi rinchiuderti in camera sotto le coperte e piangere ogni notte" mi interruppe guardando un punto lontano rivolto verso la finestra.
Come faceva a sapere quelle cose...ero sempre attento a soffocare ogni grido, ogni singhiozzo, tutto...
"No, è inutile che ti stupisci, ti conosco da anni e non ho bisogno di vederti e sentirti per capire che tutto ciò che fai è soffrire in silenzio. Ma se soffri, vuol dire che c'è qualcosa che ti sta facendo del male no? Il dolore e la sofferenza sono sempre scaturiti da qualcosa e so che quel qualcosa è Minho."
Scossi la testa a quelle parole, sentendo la rabbia e la collera crescere lentamente.
"Non è solo questo Chan, c'è tutta la storia delle mie due vite precedenti, Cazzo! SONO MORTO! MORTO CHAN! SONO STATO ANCHE UCCISO, PENSI CHE SIA FACILE PER ME EH!? PENSI CHE CIÒ CHE HO NELLA TESTA SIA SOLO MINHO? NO, NON È COSÌ!" Urlai così forte che quasi non riuscii a riconoscere me stesso.
Chi stavo diventando?
In cosa mi stava trasformando tutta questa assurda storia?
Chan mi guardò esterrefatto, nei suoi occhi lessi un misto tra delusione e tristezza, tra la pietà e il voler solo aiutarmi.

"Non sto assolutamente dicendo questo, e se ti ho dato modo di pensarlo scusami Ji.."
Posso solo dirti che ciò appartiene al tuo passato e non a quest-"
"No" lo fermai, "non è solo il mio passato, è anche il mio presente, un presente che per quanto ci provi a vivere, ripiomba sempre nel passato in qualunque cosa che faccio, che dico, che pendo...i-io non so nemmeno più chi sono..."

Minho a quanto pare è sempre stata una costante, una certezza all'interno di ogni mia vita, ma quando questa certezza si è rotta, nessuno poteva capire il caos che vi era scaturito da tale rottura.
Ed è a causa di questa rottura che adesso mi ritrovo a naufragare nel mio amore avvolto nella nebbia.

Tre Vite  ||Minsung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora