Io sono quì con te

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⚠️ PRESENZA DI LINGUAGGIO ESPLICITO E OMOFOBO⚠️

|| MINHO POV ||

Seguii quella breve stradina ciottolosa fin quando le scarpe della figura che mi precedeva non si fermarono.
Un suono acuto e fastidioso rimbombò all'interno della casa, eco che si propagò seppur ovattato, anche al di fuori. Per tutto il tempo non avevo fatto altro che tenere la sua mano stretta nella mia, lasciando di tanto in tanto qualche carezza e stringendola talvolta un po' più forte per rammentare la mia presenza al suo fianco.
Quando però avvertimmo la porta aprirsi, Jisung come spaventato, con un rapido movimento sciolse le dita dalle mie e ritirò la mano.
Avvertii qualcosa rompersi all'interno del mio corpo e cercai sul suo viso una spiegazione a quell'improvviso gesto, risposta che però non ottenni poichè non mi rivolse alcuno sguardo.
"J-Ji?" Un ragazzo poco più basso di me con capelli neri mossi e sguardo sorpreso, guardava Jisung come se avesse appena visto un fantasma.
"Ciao Binnie" salutò il mio amico timidamente, rivolgendo al ragazzo un debole sorriso malinconico prima di avvicinarsi per abbracciarlo.
Restai a guardare i due ancora più confuso di prima, cercando di spiegarmi il gesto fatto precedentemente e quella strana reazione tra i due ragazzi. Stavano insieme?

Aspetta ma...io l'ho già visto da qualche parte...

"C-Come stai?" chiese il più basso a Jisung con occhi lucidi mentre toccava il suo viso come per convincersi che fosse effettivamente reale. "Bene Bin, sto bene non preoccuparti, tu come stai piuttosto?" sorrise senza distogliere lo sguardo dall'altro.
Quella situazione incominciò a provocare una sensazione spiacevole alla bocca del mio stomaco, infastidito dalle loro effusioni come se io non fossi presente.
"Ehm ehm" tossi per attirare la loro attenzione.
"O scusa Min, lui è mio fratello Changbin, Changbin lui è il mio amico Minho".

No aspetta...fratello?? A quelle parole guardai Jisung sconcertato, non mi aveva mai detto di avere un fratello e mi sentii turbato in un certo senso, sapendo che quella sensazione di fastidio l'avessi provata per...il fratello.

"Ciao, piacere Minho" mi presentai stringendo la mano che aveva allungato.
"Su entrate forza, mamma e papà non ci sono, avevano un appuntamento di lavoro quindi dovrebbero tornare tardi" spiegò guardando Jisung per rassicurarlo. Difatti quest'ultimo dopo quelle parole si rilassò e per la prima volta da quando eravamo arrivati, mi guardò rivolgendomi un piccolo sorriso.
"Allora ragazzi, come mai qui? Non fraintendere Ji, mi sei mancato come l'aria e lo sai, ma non mi aspettavo che...beh, hai capito" disse al fratello riservandomi uno sguardo fugace e incuriosito.
"Anche tu mi sei mancato Bin, ma ogni giorno metto in pratica ciò che mi hai insegnato e-"
"Non ci credo! Non dirmi che hai accettato finalmente di lavorare con Chan!" esultò Changbin abbracciandolo quando lo vide annuire alla domanda.

"Siamo qui perché stiamo cercando un vecchio libro che Jisung ricorda aver visto da bambino" dissi osservandomi intorno in cerca della soffitta di cui il mio amico aveva parlato.
"Quale libro? Posso aiutarvi nella ricerca dato che in questa casa ce ne sono fin troppi, così possiamo fare prima e-" Jisung tirò un piccolo schiaffo sul braccio di Changbin per interromperlo. "Ahia Ji!!" piagnucolò. "Non parlare troppo, ti prego" sussurrò al più basso cercando di non farsi sentire da me, che però udii chiaramente le sue parole, decidendo però di far finta di niente.
"Okay...allora, per fare in fretta conviene dividerci, non sono sicuro che quel libro stia ancora in soffitta, però Bin potrebbe andare a darci un'occhiata mentre io controllo le camere di...m-mamma e p-papà e tu controlli il piano di sotto va bene?".
Tutti d'accordo, ognuno si diresse verso la propria zona da perlustrare, ma prima che Sungie salisse, gli afferrai il polso facendolo voltare verso di me. "Hey...ci sono io con te, ricordalo" dissi accarezzandogli il dorso della mano.
"Lo so" sussurrò tirando in sù gli angoli della bocca per poi voltarsi e continuare a salire le scale.

Si percepiva che vi era qualcosa che lo turbava, lo rendeva inquieto e, con la scusa di cercare il libro, curiosai un po' in giro per capire meglio il clima che vi era in quella casa.
Ispezionai la grande libreria che vi era nel salotto, cercando tra quei libri, qualcuno che mi ricordasse anche solo vagamente quello visto a casa di mia nonna.

Il tempo passava e di quel libro nessuna traccia su quella ( fin troppo grande) libreria, così iniziai a perlustrare i diversi mobili all'interno del salone, ma più di qualche bolletta e qualche effetto personale, non trovai.
Inutile cercare in cucina e nel bagno, così mi diressi verso l'ultima stanza presente su quel piano.

Entrai in quello che sembrava un piccolo e modesto studio, arredato con una semplice scrivania, una cassettiera e un mobiletto al fianco della scrivania
All'interno della cassettiera, trovai diversi vestiti di numerose taglie: alcuni abiti erano da neonato, altri invece erano per bambini non più grandi di cinque anni, un ciuccio, delle scarpine, alcune copertine con degli animaletti disegnati sopra...
Che appartenessero al piccolo Jisung? Con quel pensiero estrassi una piccola tutina blu con una stampa righe bianche e celesti, sorridendo nell'immaginare il mio piccolo Sungie in quel minuscolo pezzo di stoffa.
Terminato con la cassettiera, non restava altro che controllare i cassetti del mobiletto vicino la scrivania e... Bingo!

Mi ritrovai davanti un libro di medie dimensioni che somigliava straordinariamente a quello della nonna, seppur con immagine di copertina differente.
Presi così l'oggetto dal cassetto, intravedendo solo allora, una fotografia ingiallita.
Sistemai di fretta il libro nello zaino per poi concentrarmi sull'immagine: indubbiamente la foto era molto vecchia e mal tenuta, i bordi dissestati e consumati dal tempo e i colori non più nitidi ma sfocati. Vi erano un uomo e una donna che tenevano in braccio un bambino molto piccolo che indossava uno di quei cappellini a punta dei compleanni. Osservandola meglio, l'uomo nella foto doveva per forza essere il padre di Jisung, aveva le stesse guance paffute e occhi tondi, mentre la donna avev- "CHANGBIN!!! SIAMO A CASA!!" sistemai velocemente le foto nel cassetto per poi riprendere lo zaino in spalla e uscire dalla stanza.
"E TU CHI SEI!" urlò la donna appena misi piede in salotto. "Che ci fai in casa mia!" continuò a sbraitarmi contro, fin quando dal piano superiore non comparve Changbin con alle sue spalle Jisung.

"Mamma tranquilla è un mio amico, si sarà perso andando a cercare il bagno" spiegò scendendo le scale.
"COSA CI FA QUELLA FECCIA IN CASA MIA!" gridò nuovamente appena vide chi nascondeva dietro di sè Changbin

Feccia?

"Mamma non è come sembra è semplicemente passato p-"
"Allora forse non siamo stati abbastanza chiari quando ti abbiamo detto di non farti mai più vedere". Un uomo con un viso molto simile a quello del fratello di Ji, fece la sua entrata nel salone squadrando disgustato il ragazzo.
"M-mi dispiace i-io stavo solo-"
"NON MI INTERESSA! TI AVEVO DETTO DI NON FARTI PIU' VEDERE IN QUESTA CASA E DI NON PARLARE MAI PIU' A MIO FIGLIO FROCIO!". Si avvicinò pericolosamente ai due ragazzi, facendo scattare anche me nella loro stessa direzione, preoccupato e arrabbiato allo stesso tempo, per come stessero trattando quello che doveva essere loro figlio.
La donna a quella mia reazione mi guardò disgustata "Sei amico di quello vero? sei frocio anche tu?" domandò scrutandomi.
Serrai i pugni lungo il corpo per trattenermi dal reagire in maniera eccessiva.
La rabbia mi ribolliva nelle vene e i denti quasi mi fecero male da quanto stessi serrando la mascella.
"Se ti rivedo mettere piede in questa casa, sei morto! MI HAI CAPITO FROCIO DI MERDA?!!!" urlò l'uomo alzando una mano pronto a colpire Jisung.
Prima che si impattasse contro la guancia del più piccolo, bloccai a mezz'aria il suo polso stringendolo così forte da far gemere quell'essere dal dolore.

"Io e VOSTRO FIGLIO ce ne andiamo, e state pur certi che in questa casa non metteremo più piede per non aver a che fare con persone di merda come voi. Ma non osate mai più rivolgere quelle parole a lui o mettere un singolo schifoso dito sulla sua pelle, sennò vi farò vedere cosa può essere in grando di fare quello che voi chiamate frocio" sibiliai a denti stretti tremante di rabbia, strattonando con forza l'uomo per farlo cadere sul pavimento.

Sotto lo sguardo incredulo e impaurito dei presenti, presi la mano di Jisung trascinandolo finalmente fuori da quella disgustosa casa.


Tre Vite  ||Minsung||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora