11 - Senso di buono

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Si alzava un vento caldo. Gli alberi in fiore erano depredati dei petali, che scendevano come una neve primaverile sui prati ondulati dal soffio del mezzogiorno.

Oscar, seduta con la schiena contro un tronco, sentiva forte la sua vita pulsarle nell'animo, leggera, impalpabile come quell'aria da cui riceveva un incredibile senso di buono.

I suoi capelli biondi provavano ad aderirle al viso, ma pazientemente ne scostava i riccioli, che recuperavano la direzione collettiva di tutta quella chioma vaporosa orientata dal vento. Sorrideva come non le era mai accaduto prima.

Il suo bambino era in braccio a lei, e lo custodiva, proteggendolo, mentre continuava a porgergli il latte, prestando attenzione ai suoi gorgoglii, e massaggiando quelle piccole manine che la sua creatura teneva infisse sul suo seno.

"François, fatti coprire per bene", gli disse nel rimboccare di più la copertina leggera che lo riparava, poiché il bimbo, vivace, si dimenava con le gambine. Lei non aveva l'abitudine di fasciarlo, voleva fosse libero di muoversi, mostrando una certa autonomia rispetto alle pratiche comuni adottate per gli infanti.

Suo marito, di fronte, un po' in discesa rispetto all'altura sulla quale lei era seduta, cercava di allenarsi con la spada, sferzandola contro il rumore del vento, ma l'attrazione verso le due persone che più amava al mondo, non gli permetteva di concentrarsi seriamente su quell'esercizio.

"André!", si rivolse forte a lui dopo averlo seguito nei movimenti.

"Dimmi, Oscar".

"Vieni pure a stare qui, vicino a noi due. Si capisce che non hai molta voglia di allenarti, e non è un bello spettacolo vederti maltrattare quella spada".

"È che sicuramente voi mi interessate di più".

"E allora? Vieni!".

"Siete così belli quando state insieme, che mi sembra di intromettermi in una conversazione tutta vostra" continuava a parlare agitando la lama. "Ammetto quanto mi piaccia spiarvi, ma è come se steste parlando tra di voi, e non mi sembra giusta l'idea di disturbarvi".

"Hai ragione, stiamo come parlando. È vero: io apprendo molte cose da lui. E lui credo faccia lo stesso con me. Ma tu non potresti mai essere di disturbo, vieni pure accanto a noi".

André si diresse in direzione dell'albero, mise la spada di famiglia di fianco a quella di Oscar, si poggiò sulle ginocchia reclinandosi fino a porgere un piccolo bacio sulla guancia di suo figlio. Si ritrasse a guardarlo, punto da quella infinita tenerezza. Poi cinse sua moglie a sé, mentre lei continuava in silenzio a nutrire il loro bambino.

"Per molti la felicità ha ambizioni valorose, il sapore di chissà quale conquista o scoperta. Non dico che queste cose non siano importanti. Lo sono moltissimo, spesso lo sono per tutta l'umanità. Però io non so pensare alla mia felicità come qualcosa di diverso da quello che provo in questo momento. Con te. E con lui".

"Ti senti mai in confitto per aver lasciato Parigi? Per non poter cooperare a fianco di Bernard, per la rivoluzione?", gli domandò Oscar.

"Proteggere te, la nostra unione, François, per me conta più di qualunque altra cosa, lo sai", proseguiva scandendo i suoi pensieri: "piuttosto, vorrei fermarmi ad assimilare il vento, la voce di nostro figlio sulla melodia delle rondini in cielo, e ricordarmi per sempre che, qui, con questo sole, con lo stomaco che comincia a mormorare pregustando il succulento pranzo di mia nonna, abbracciato alla mia bellissima sposa, ebbene, in questo momento sono stato eternamente felice. E voglio esserlo ancora, perché quel che spero è di avervi sempre accanto a me".

Oscar assorbiva quella grande serenità, poggiata a suo marito, e avvalorava tutto quello che aveva pronunciato, mentre teneva gli occhi chiusi. Come se in quell'atto di chiuderli, non fossero contenuti solo il suo abbandono, la fiducia. Ma il sigillo di quanto detto, l'ammissione dello stesso benessere. Una sensazione avvertita tante volte, in innumerevoli situazioni. Adesso se ne rendeva conto. Erano sposati; possedevano il privilegio di un figlio; si regalavano finalmente del piacere. Ma quel sentore di buono, tra loro due non era cosa nuova: li aveva di continuo riguardati. Come quando andavano insieme, per esempio, proprio lì ad Arras, da ragazzi.

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