31 - Un autentico cavaliere

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"Bene, accomodatevi Rosalie e Bernard. Siate i benvenuti", tutto emozionato, André faceva largo ai suoi amici, nell'ingresso nel salottino, appena giunti da Parigi...

"André, ti trovo in forma", lo prese per il braccio Bernard stringendo ancora la sua mano. "La vita da marito ti fa bene!".

"E da padre! Ma dov'è Oscar", chiedeva Rosalie impaziente di vederla...

"Sedetevi, sedetevi pure, posso portarvi qualcosa fintanto che arriva? Oppure desiderate forse riposare nella vostra camera?".

"Tranquillo, André, non preoccuparti. Aspettiamo qui con te, e intanto parliamo un po', non abbiamo alcuna fretta". Si sedettero insieme nei divani posti frontalmente. "E così tua moglie riesce comunque a conciliare la vita militare con la tranquillità domestica, è straordinario".

"Sì, ha cominciato dall'inizio dell'anno. Tra poco ci raggiungerà, si sta liberando dell'uniforme. È sempre ligia al dovere, e tiene da conto il suo abbigliamento da istruttore!".

"Siete arrivati, come state", anche Oscar scendeva entrando finalmente nella stanza, e si avvicinava per stringere la mano e abbracciare i suoi ospiti che si erano alzati per lei...

"Siete sempre la stessa, Oscar, e sempre alle prese con le vostre mansioni".

"Rosalie, ci davamo del tu. Non ricordi?", le rispose facendo pure cenno di sedersi.

"Hai ragione, tanto è il rispetto nutrito in questi anni che mi era venuto spontaneo rivolgerti una maggiore riverenza".

"Non sarà piuttosto che è trascorso un po' troppo tempo, dal periodo in cui a Parigi metteste a disposizione la vostra dimora anche per noi?", si accomodò pure lei accanto al marito.

"Sì, è vero anche questo".

"Sono sicura che André vi avrà già condotto al vostro alloggio, al piano superiore, mentre io mi cambiavo", nel far questo, Oscar si accostò al braccio di lui, discretamente. E gli rivolse: "Hai già avuto modo di fargli vedere il nostro François?".

"Non ancora, Giselle ci raggiungerà subito. Nostro figlio stava facendo una passeggiata con lei, prima che rientrassimo".

"Siamo ansiosi di conoscerlo. E siamo lieti di apprendere che tu abbia ripreso a svolgere i compiti militari per i quali sei tanto tagliata".

"Oh, non sono più un colonnello: per mio stesso volere rinunciai al mio grado e al mio titolo. Sono un istruttore tecnico, non un ufficiale".

"Ma ti tratteranno tutti come un capo! Figuriamoci! ", ne era certo Bernard.

"E persino di domenica assolvi questi impegni?", si informava Rosalie.

"No, generalmente no, ma ho prestato servizio oggi per essere esonerata domani dagli allenamenti".

Ecco che li raggiungeva anche Giselle, e davanti a sé il piccolo di casa, che entrava nel salotto dirigendosi spedito verso la propria mamma.

"Amici, abbiamo il piacere di farvi conoscere nostro figlio, François Alain Gregory Grandier", lo presentava il papà tutto orgoglioso, mentre il piccolo rimaneva ancorato al viso di Oscar.

"Ma che meraviglia!", esclamava Rosalie profondamente commossa, mentre Bernard rideva compiaciuto.

Il bimbo per tutta risposta, si girò voltando le spalle, nascondendo il volto paffuto tra i capelli della madre.

"E finalmente possiamo anche presentarvi Giselle, moglie di Alain e nostra fidata collaboratrice per la gestione del bambino", proseguiva il capo della famiglia.

"Molto lieta di fare la vostra conoscenza", la ragazza fece un leggero inchino.

"Il piacere è tutto nostro madame", la salutarono gli Chatelet. "Possibile che un essere come Alain abbia una moglie tanto graziosa?", scherzava amichevolmente Bernad. "E ora vostro marito dov'è?".

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