19 - Tempi di miseria

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La prima domenica di dicembre dopo il compleanno di Alain, si tennero finalmente le sue nozze con Giselle. Una bella giornata di festa per gli sposi, attorniati dalla famiglia Grandier, i vecchi compagni d'armi e i nuovi amici di Arras, oltre ai numerosi parenti della sposa.

Era un onore per Alain che anche il Generale si fosse mescolato a quella marmaglia rumorosa. Il militare aristocratico aveva preso molto in simpatia la vecchia recluta di Oscar, per i suoi modi diretti e intelligenti, per l'onestà e amicizia rivolta a sua figlia e al genero.

Alain ci aveva visto giusto, inoltre, quando ipotizzava con André, nel pianificare i preparativi, che più il nonno si sarebbe distratto col bambino, più l'amico se la sarebbe potuta spassare con la moglie: "non fa una piega, no?", aveva spiegato ad André; ed effettivamente il generale gradiva avere occasione di occuparsi del piccolo François. Nella caoticità della festa, si riservava lo spazio per intrattenere il nipote, e riceveva gratificazione in questo, nel fatto che il bambino, vivace, talvolta intemperante e spazientito, venisse invece catturato dalla voce del nonno, e vi trascorresse senza fatica il tempo con docilità; potendo contare sulla vigilanza di nonna Marie, accanto a loro, di modo da concedere ai genitori del bimbo di danzare al centro della stanza, tra gli amanti del valzer.

Oscar e André, testimoni delle nozze, si erano sposati in un contesto ben più dimesso, nel bel mezzo dei focolai di Parigi, con scarsità di viveri e cerimonie; dunque avrebbero desiderato offrire al loro amico la possibilità di tenere il banchetto presso il salone della tenuta, potendo contribuire con spazio e scorte alimentari ai rinfreschi, prestando accoglienza alla coppia di sposi e ai loro ospiti.

Ma Alain non se l'era sentita di accettare. Non voleva approfittare della generosità degli amici, che già offrivano loro alloggio e lavoro. Inoltre, se la partecipazione del generale costituiva per Alain un onore importante, gli sarebbe sembrato troppo consentire a delle persone poco raffinate o niente accorte di accedere agli ambienti eleganti di quella che era stata una sua dimora; con la possibilità di danneggiare qualcosa... o peggio ancora, di farla sparire. Erano pur sempre periodi di miseria!

Non ultimo, aveva anche pensato che se mai Rosalie e Bernard fossero giunti da Parigi, sarebbe stato meglio che la compresenza del generale e del giornalista, limitata al tempo della festa, fosse legata a un territorio neutro, e non agli ambienti familiari di Oscar. Tuttavia, Bernard declinò l'invito. E per nessuno di loro, Alain, André né tanto meno sua moglie, fu difficile stabilire quale fosse la causa. Da quando loro si erano trasferiti ad Arras con il padre di Oscar, i coniugi Chatelet avevano sempre evitato di far visita agli amici, perché l'ortodossia di Bernard, fido di Robbespierre, era tale da non consentire promiscuità sociale con un membro dell'ancien Régime.

Dopo la cerimonia nella cattedrale di Notre Dame et Saint Vaast, il ricevimento di Alain e Giselle si tenne dunque nella sala centrale di Allas, la locanda di Monsieur Dardenne, conosciuto da André e Oscar fin da ragazzi.

Nell'alberghetto era stata allestita la stanza affinché la nuova coppia vi trascorresse anche la prima notte di nozze.

"Oscar, ma che ti succede!? Non sei qui, a ballare con me, adesso!".

"Oh, hai ragione André. È solo che mi sto guardando intorno...".

"Di nuovo la tua gelosia!".

"No, no... non è questo. Almeno non per ora...".

Lui non poté frenare un sorriso.

"Non ti sei accorto: vi sono persone che non hanno diritto di trovarsi qui. È da un po'... è da un po' che le tengo d'occhio...".

"Chi?".

"Temo siano nascosti tra gli invitati, André. Non voglio allarmare, né rovinare il matrimonio di Alain, però... se non controllo la situazione, magari potrebbe essere rovinato sul serio... Hai notato quello, quello con la marsina rossa, là nell'angolo?".

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