28 - Quell'innamorato perso del marito

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"Noi siamo il primo gruppo, domani. Dobbiamo presentarci alla residenza del nuovo istruttore. Questo è il recapito: prepariamo le nostre cose per tempo, ci tiene molto si sia puntuali".

"Che cos'è questa storia... e ora pure le sedute a domicilio?".

"Sono ordini del comando. Era stato concordato un programma di allenamento straordinario".

"Cioè?".

"Non lo sapete? Me l'ha spifferato quello, il secondino leccapiedi di Fantin, lì all'ufficio... Pettegolo persino più di voi altri. Pare che la nostra bella signora istruttore", spiegava Luicien Masson ai ragazzi, "sia in dolce attesa. E dunque, per agevolare le sue condizioni, con dei turni ci sposteremo noi da lei...".

"Avete capito che favoritismi le fa il funzionario del comando? Chissà per quale motivo...".

"Il motivo che ci hanno detto: non ti pare?", Serousier lanciò un'occhiata a quel compagno che sembrava aver fatto un'insinuazione meschina. "Mi sembra mica cosa da poco", proseguiva nell'esprimere il suo punto di vista: "anzi, non pensate piuttosto che sia una circostanza ammirevole?".

"Bravo René! Hai ragione. Infondo lei ci tiene a svolgere il suo compito. E abbiamo visto che le competenze le possiede tutte", ebbe il coraggio di affermare Masson, dello stesso avviso del suo amico. "C'è solo da imparare da una persona così. Potrebbe lasciar perdere, dato che aspetta pure un figlio. E in effetti, una donna che accetta di svolgere un lavoro del genere ha tante complicazioni da considerare, probabilmente molte più di noi altri... cavolo, comunque questa qui, altro che bella, è davvero una femmina eccezionale. E se ti fa girare la testa, te la fa girare veramente! Mica ti passa come una avventuretta qualsiasi, come una che a trovartela nel letto, la mattina dopo, già ti ha stancato... inizio a capirlo per bene quell'innamorato perso del marito".

"Che ne sai si tratta del marito".

"Viene a prenderla tutti i giorni, con il lavoro che fa, e ci concepisce pure una creatura: se non è suo marito è un idiota. E non mi sembra proprio...".

"...Magari il figlio non è neanche suo".

"Non avevo finito. Idiota non mi sembra proprio: lui. Tu invece, vedi che la tua di ragazza non ti combina qualche impiccio, che non mi pare ragioni come uno poi tanto sveglio".

"Sei tu che ti stai innamorando... peggio di René! Ahhh-ahhh...".

"Come se ci fosse dello sbagliato in questo", replicò Serousier.

Masson proseguiva, circa il loro istruttore: "È che l'ammiro, l'ammiro eccome. Li ammiro entrambi, a dire il vero. Pure se lui non l'ho mai visto da vicino".

"Domani, André, resti qui alla tenuta? O avrai da fare fuori...", chiedeva Oscar avvicinandosi al marito, che lavorava allo scrittoio.

"Dovrei andare con Alain, abbiamo da organizzare la distribuzione di alcune merci... ma sul tardi, prima devo ordinare delle casse in magazzino. Ricordi, quei conteggi che facemmo insieme, l'altro giorno?", indicò con la penna in direzione dello scaffale.

"Certo, certo: un ottimo affare, proprio di questi tempi, tutte quelle commesse di vino...".

"Cosa volevi chiedermi, Oscar".

"Domani cominceranno a frequentare il nostro piazzale i gruppi dalla fortezza. Dato che necessitano di allenamenti seri con l'uso della spada, se tu fossi disponibile, ecco volevo dare una breve dimostrazione di alcune nozioni del combattimento. Con te. Nel mio stato sarebbe incauto avvalermi direttamente di uno dei ragazzi, qualche loro incertezza potrebbe nuocermi. Ma sarebbe diverso, se vi fossi tu. Non mi faresti mai del male; e conosciamo bene il linguaggio dei nostri movimenti. Ti darebbe incomodo, per caso?".

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