15 - Le chiacchiere e i fatti

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Per il compleanno di André si era pensato di andare a fare una scampagnata in un bellissimo punto di Arras, una altura dalla quale si godeva della vallata.

La coppia aveva esteso l'invito a partecipare alla giornata ricreativa anche ad Alain e alla sua nuova ragazza Giselle, giunta da poco più di un mese alla tenuta.

Sembrava una cosa seria, stavolta, per l'amico burlone del reggimento, che non aveva perso tempo per riuscire a conquistarla. Sorprendentemente garbato, galante, e soprattutto onesto con lei. Ma sempre guascone, quando si trovava a conversare a tu per tu con André.

Dopo il pasto consumato all'aperto, sulla tovaglia disposta ancora sul prato, i due uomini, un po' distesi, con lo sguardo sulla vista panoramica, osservavano anche le loro due donne che socializzavano; Oscar e Giselle facevano giocherellare il bambino su di una coperta, riparate all'ombra di un pino, e la gioiosità del piccolo, sempre più vivace e in vena di piccole scoperte, permetteva di familiarizzare in modo piuttosto naturale.

Il bambino si mordeva i piedini, sulla via dell'esplorazione del corpo e dell'ambiente circostante, portando comunemente gli oggetti alla bocca.

"Guarda Oscar cosa gli fa fare adesso, Alain": André invitava l'amico ad osservare.

Quello che André si aspettava di vedere era un giochino tra il figlio e sua moglie che lui ormai conosceva bene; come prevedeva, infatti, vide Oscar prendere un sonaglietto per catturare l'attenzione del piccolo il quale, una volta agganciato l'oggetto con lo sguardo, lo seguiva anche con il movimento: la mamma spostava il sonaglio di lato per indurre il bambino a ruzzolare sul fianco, passando dalla posizione supina a quella prona. Attitudine che, nel promuovere la sua coordinazione, soddisfava la richiesta del piccolo ad essere stimolato nell'attività ludica e nel divertimento.

"Ecco: hai visto? Lui non vuole stare mai fermo, e lei ha già imparato a convogliare i suoi movimenti: fanno come delle piccole esibizioni, ogni volta", diceva André eccitato, come solo i padri sanno essere dei progressi dei propri figli.

"Ma lo lasciasse un po' in pace, povera creatura: o forse a un anno, invece che aver imparato a camminare, dovrà già marciare a passo di parata, Cristo!".

"Sei proprio un idiota... Ma non capisci che è finito il tempo di poppata-ruttino-riposino? È lui che ha bisogno di stancarsi, usare energie, non annoiarsi quando è sveglio: e quando dorme poi, François, se non è un po' esausto! O vorresti forse farci fare ancora le notti in bianco?".

"Sei sempre il solito assatanato, vero? So quale bianco ti preoccupa, certo, mica ti riferisci a non poter dormire!".

"E tu sei sempre il solito idiota!".

"Sì, sempre. Con la differenza che adesso sono un idiota innamorato...".

"Ma tu senti... non eri quello che diceva, Fermatemi per tempo, prima che ci rimanga secco, eh?". Rideva per sfotterlo bonariamente... "Sono felice per te. Vedrai la vita in modo diverso, ora. E più maturo... Lo spero!".

"Lei mi rende felice... e poi adoro le sue battute, dice le cose con intelligenza, mi interessa sapere ciò che pensa. Voglio chiederle pure di sposarmi. A dicembre, per il mio compleanno. Quale dono meglio di questo: non voglio farmela mica sfuggire".

"Questo si chiama parlare. È bellissimo. Glielo hai già detto?".

"No. Stasera, pensavo. Da soli. È solo da oggi che ci penso, a vederle così, le nostre donne parlare insieme. Che senso avrebbe aspettare? Sono convinto sia quella giusta...". E intanto, un po' in silenzio, tornavano a guardarle intrattenere il bambino.

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