22 - Sorprese II

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Sorprese II

"E così questo Fantin mi ha chiamato, affinché sentisse la mia. Gli ho detto che Oscar è  figlia di un generale, ma che è diventata colonnello in seguito a infaticabile disciplina e allenamento", André raccontava tutto entusiasta ad Alain quanto era accaduto in quei giorni.

"Che storia, ragazzi. E tutto grazie al nostro matrimonio! Mi viene da ridere. Ora che lo racconterò a Giselle, poi...".

"Ti abbiamo pure fatto litigare con tua moglie...".

"Ah, lascia stare, ti assicuro che ho avuto ottimi argomenti per porvi rimedio; e non sono mai stato così felice, nonostante tutte le pene che ho patito negli ultimi anni!".

André gli rivolse un sorriso, lieto di sentirlo così soddisfatto, ritmando una mano sulla spalla del compagno.

"E poi non ci piacciono le cose consuete, altrimenti sai che noia!" Alain si mise a esclamare contento. "Giselle ha un bel caratterino, tutto sommato è proprio così che la voglio!".

"Non dirlo a me, che di certo con Oscar non mi sono annoiato mai...".

"E tu che intendi fare, amico".

"Sostenere la sua scelta, cos'altro potrei fare. Anche se non so come sarà possibile a dire il vero... Del resto, questa faccenda è venuta fuori quasi da sola".

"Già, tu la sostieni sempre... Sai, credo in tutta sincerità che tu abbia più fegato di lei. Un qualsiasi uomo si sentirebbe prevaricato da una femmina simile: ma tu non ti fai fermare da niente, quando si tratta della tua donna. Lo confesso, ti ho conosciuto e non ho creduto da subito che fosse degna dei tuoi sentimenti. Mi sbagliavo".

André annuiva come per dargli ragione. Su tutto.

"Però non mi sono mai sbagliato di una cosa", riprese subito a discorrere Alain, "e i tuoi modi da signorino non me l'hanno mai data a bere: sai perché mi fidavo di te e non ti ho mai ritenuto una spia? Perché non eri affatto succube del comandante. Anzi", proseguiva convinto, "ai miei occhi eri più cocciuto di lei, perché tu la volevi proprio com'era, assolutamente determinato a possederla, una così. Non avevi il minimo dubbio, mai intimorito da lei. Cavolo, André! Eppure la maggior parte dei nostri soldati la riteneva tanto forte per essere una donna, che neanche era capace di ammetterlo che avrebbe voluto farselo un giro con una come tua moglie... ed è inutile che mi guardi con quella faccia, sai. Lo sappiamo tutti che avrebbe fatto risuscitare persino i morti, tanto ci era sembrata bella!".

"E tu, invece? Tu avresti voluto, Alain?", il parere appassionato del compagno imponeva quasi al circospetto marito di Oscar di chiederglielo; nonostante non si fosse mai abbarbicato su un così malagevole argomento nel loro legame d'amicizia.

"Ah, ma che diamine di domanda è? Che non lo sai, poi, che sono un uomo sposato!? ". Alain, resosi conto con ritardo di essere stato lui stesso a sobillare la faccenda, si sentì preso alla sprovvista: "Che mi vieni a domandare, Cristo, che io non le so nemmeno dire le bugie. Mica sono un ipocrita...", si grattò la fronte con il pollice. Decise dunque di superare quell'incaglio, col suo parlare senza remore. "All'inizio, come tutti, mi avrebbe intrigato eccome l'illusione di poterla domare, una così... autorevole, con quel non so che... non soltanto bella. Tu no, però, tu non ci tieni affatto a domarla, e per quello, perché non hai bisogno di farlo, sei invece il solo che ci riesce!", gli rispose guardandolo dritto in viso. "Da quando ho messo a fuoco che razza di donna fosse, non mi ci è voluto molto a capire che era solo roba tua. Dico davvero. Cosa avrei dovuto mettermi in mezzo, quando non sarei mai stato capace di amarla, e quando tu sembri nato apposta per farlo!".

André fu soddisfatto della sincerità del vecchio compagno d'armi. Che proseguiva ancora nel rassicurarlo:

"E poi dovresti saperlo. Se io adesso non potrei mai tradire mia moglie, di certo non avrei mai potuto tradire un amico. Piuttosto, credimi, mi sarei fatto ammazzare".

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