20 - Scegliere

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"François si è addormentato...", constatò Oscar entrata nella stanza, avvicinandosi al letto del figlio, prima ancora di togliersi il mantello dalle spalle.

"Lui di sicuro si è solo divertito, oggi non si è accorto di niente", rispose André che aggiungeva nuova legna al camino.

Oscar si appoggiò al letto, mentre portava le dita alle tempie per massaggiarsi la testa: "Non si può certo dire sia stata una consueta festa di matrimonio...".

"In linea coi gusti del nostro amico!", esclamava André riferendosi allo sposo. "Alain a quest'ora, ormai, si starà già dando da fare...".

"Smettila, non è da te parlare così", si interruppe lei di colpo, voltandosi con tono di rimbrotto verso il marito.

"Dai, sto solo scherzando... con tutto quello che mi dice lui...", abbassò la voce, archiviando il discorso delle battute, intuendo che la moglie era un po' inquieta. "Come è andata con tuo padre? Sei piuttosto combattuta in questo periodo, non è vero?", le chiese, mentre si liberava a sua volta della giacca.

"Devo parlarti...".

"Immaginavo ti si fosse scosso qualcosa dentro... bene, ti ascolto", si sedette sul bordo del letto accanto a lei.

"Vorrei andare a confrontarmi con la gendarmeria, visto quel che è accaduto oggi. Mi piacerebbe propormi per seguire la formazione di eventuali guardie. Credo ve ne sia bisogno... non mi piace che ladri o delinquenti possano agire così deliberatamente. Anche in un posto come questo, che è sempre stato notoriamente tranquillo".

"Lo sapevo che tornavi alla carica...".

"Che vuoi dire? Ti darebbe fastidio, forse?".

"No. No, amore mio", ribadiva più deciso, mentre le prendeva la testa tra le mani per farsi fissare nel volto, "Certo che no. Non è di questo che parliamo...", si separò per alzarsi dal letto, ponendosi in piedi di fronte a lei: "Ma come potresti...".

"Perché sono una donna?", alzò lo sguardo rivolto al marito.

"No, non perché sei una donna", continuava a fissarla, "chi meglio di me conosce quanto saresti valida... però sì, è anche perché sei donna, in effetti".

"Per me avrebbe molta importanza... e tanto più perché sono una donna", riprendeva lei. "Nelle famiglie, i figli non vengono educati in buona parte dalle donne? Perché allora non comprendere quanto questo faccia la differenza anche nella società. Quanto hanno contato per me esercitare l'attitudine alla difesa e guadagnarmi la considerazione dei miei sottoposti. E quanto sarebbe importante formare come si deve delle giovani sentinelle al rispetto di una collettiva identità sociale. Se fosse una donna a insegnare ciò di cui è capace, costituirebbe una grande rivoluzione politica in questa epoca di rinnovamento e apertura".

"Soldati addestrati da una donna: capirebbero molte più cose, non posso proprio darti torto. Ebbene, tu questa rivoluzione l'hai già fatta, se è per questo", le disse lui illuminandosi. "Guarda l'effetto che hai ottenuto su Alain, e sui nostri compagni. O quello che hai fatto su di me, standomi una vita accanto. È vero, noi uomini abbiamo molto da imparare da voi donne".

"E noi da voi. Per questo sarebbe giusto cooperare per una realtà migliore. Quello che intendevo dire, André, è che io non ho mai svolto ciò che mi è stato consentito in quanto donna, ma solo come Oscar François de Jarjayes".

"Questo è quello che credi tu: consapevole di quanto ti sia sentita rinchiusa. Per noi, in caserma, però eri una donna eccome. E hai permesso ai miei compagni, inizialmente diffidenti, scettici, di ricredersi sulle capacità organizzative, di comando, di strategia di un individuo femminile. Che però, magari, ha insegnato loro anche un'umanità, un predisporsi all'evoluzione, una capacità di adattamento che l'uomo non sempre possiede".

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