29 - Il coraggio

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Oscar congedava le reclute, desiderosa di trascorrere finalmente il suo tempo col proprio bambino.

Aveva appena compiuto undici mesi, François, e da pochi giorni si era messo stabilmente in piedi, camminando agile sulle gambine.

Avrebbe avuto finalmente un compagno di avventure, suo figlio, e Oscar si augurava, a dire il vero, che il numero di bambini sarebbe aumentato presto anche per merito delle altre coppie che vivevano alla tenuta.

Entrata in casa con il pensiero di prendere il piccolo tra le braccia, cominciò a togliersi i guanti e a sfilarsi la giubba. Li abbandonò in salotto, sul bracciolo di un divano, e si piegò a cercare il figlio, nascosto dietro la poltrona, su un tappeto ai piedi della nonna, che sferruzzava sorvegliandolo da un sofà...

"Ecco la mamma, François. Corri!", si chinò all'altezza del bimbo, incitando i suoi passi, e lo trattenne a sé.

"Come state?", si rivolse poi alla nonna. Beandosi nel cogliere sul viso del figlioletto l'incanto delle sue molteplici espressioni, ascoltava il resoconto della fidata governante circa quelle ore trascorse insieme al nipote...

André ed Alain si sarebbero trattenuti fuori, per lavoro, almeno fino a dopo l'orario del pranzo. In quei giorni erano piuttosto richiesti i vini di loro produzione, avendo avuto André contatti con un facoltoso mercante che si occupava di distribuire beni di lusso nel nord dell'Europa, e che aveva garantito loro una certa disponibilità all'acquisto.

Per via della fiorente attività artigiana che vi confluiva, ed essendo transito territorialmente appartenente al passo di Calais, nonostante fosse una piccola cittadina, Arras era insignita di un certo rilievo nei commerci, persino a dispetto della crisi economica che attraversava la Francia a causa della rivoluzione.

Oscar aveva condotto il figlio con sé in camera, mentre si rinfrescava, liberata dell'uniforme; e nell'ascoltarlo lì, giocare a terra col suo tamburo, si gustava i suoi suoni, vocali e musicali.

"Gisé...", esclamava all'improvviso il bambino.

Si trattava della prima volta che chiamava la loro giovane amica.

Dunque Oscar scese poi al piano inferiore, sorvegliando il camminare talvolta veloce e incerto, talvolta più cauto e regolare di François, e chiese alla nonna: "Dov'è Giselle?".

"Ci vuole del tempo ancora, prima che ritorni. È andata a portare gli ortaggi richiesti nel mercato di Achicourt, stamani, con il carro. Ed è uscita presto, insieme a suo marito e al tuo, sapendo che avrei potuto occuparmi io del bambino".

"Mi spiace però abbia dovuto farsi carico di questa incombenza, proprio oggi che André e Alain hanno necessariamente dovuto assentarsi. Non c'era nessuno dei ragazzi che poteva almeno accompagnarla?".

"In verità si è offerta lei, perché Vivianne aiuta me e la ragazza dei mestieri nei compiti quotidiani, e gli altri sono impegnati in mansioni molto più necessarie: ci vuole qualcuno di fidato del resto che organizzi e sorvegli l'operato dei lavoranti nelle campagne, specie se André e Alain sono impegnati fuori per gli affari della tenuta. Comunque Giselle aveva appuntamento davanti alla casa di Sugane, poiché anche loro dovevano recarvisi, e dunque l'avrebbero scortata con il carro affinché non facesse il tragitto da sola".

"Loro ci sono sempre fedeli...", fece un sorriso. "Temo ci stiamo occupando di un po' troppe cose... specie da quando ho intrapreso questo nuovo compito; e anche tu, mi spiace che con tutto il tuo daffare hai dovuto badare pure a nostro figlio. André ha ragione", riprese mentre carezzava il bambino, "dovremmo cercare un'altra collaborazione. Se avessi saputo prima, avrei trovato la maniera di aiutare io Giselle".

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