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Sono unisciti dal bunker altri Terrestri. Tutti armati, che ci puntano la pistola alla testa. Thomas ora è nascosto dietro Kenjiro. Noi abbiamo tirato fuori dalle tasche i coltelli, ma non li faremo del male.

«Mettete giù quelle pistole, per favore» sto cercando di tenere il tono più calmo possibile.

«La stazione ci restituirà i nostri bambini, pur di non perdere i loro preziosi esperimenti riusciti.» Isabelle carica la pistola.

«Ho detto mettete giù le pistole.» Ripeto, con tono più cupo e serio.
Non sto scherzando, devono metterle veramente a terra. Perché se il flare mi si attivasse, la pistola potrebbe sciogliersi nelle loro mani.
Ma se glielo dico, sarebbero ancor più terrorizzati da noi.

«Avete sentito, buttate le pistole a terra se non volete che vi si ustionino le mani!» Urla Hell.
Loro ubbidiscono.

«Non vogliamo farvi del male, vogliamo solo parlarvi. Voglio farvi sapere la verità, perché meritate di conoscerla.»
Isabelle e Arthur rimangono in silenzio, come per dire: "va avanti" e così faccio.
«La stazione sperimenta sugli umani cercando di renderli immuni al calore. Gli esperimenti finora non hanno mai funzionato, a parte qualche caso particolare»

Isabelle recupera la pistola da terra, si avvicina a noi, e urla: «Mi stai dicendo che sono morti?! Mi stai dicendo che tutti i nostri bambini sono stati uccisi?!»

«Probabilmente, sì.» Il mio cuore si è appena sbriciolato. Qualcuno ci ha affondato una lama, e sta continuando a rigirare il coltello.
«Se ci porterete nel punto di incontro, le guardie vi uccideranno e vi cattureranno pur di avere noi indietro. È una trappola.»

«Sono tutte stronzate!» Sbotta Arthur gesticolando con la pistola in mano.
«Tutte stronzate!» Ripete urlando con rabbia.
«Come possiamo credervi? Come possiamo credere che i nostri bambini siano morti, senza vedere nemmeno i loro corpi?!»
Distoglie lo sguardo da me, si avvicina a Hell, li afferra il mento, guardandolo negli occhi.
E poi,
Poi li punta la pistola alla tempia.

Hell rimane immobile, fermo, il suo corpo non trema e non si muove nemmeno di un millimetro. Ha uno sguardo calmo, rilassato, come se nessuno li stesse puntando contro la pistola. Come se in questo momento, non stesse rischiando la vita.

«Tu!» Urla Arthur.
«Tu, maledetto bastardo!» Lo colpisce alla testa con il calcio della pistola, Hell barcolla, e la sua testa sanguina. Sanguina sanguina e sanguina ancora.

Io mi precipito verso di lui, li porto le mani sulla testa, cercando in qualche modo di fermare il sangue, e le mie lacrime scendono incontrollate, anche se lui mi sussura: «È solo un taglio, tesoro, sto bene.» Ma io li urlo contro, li urlo perché non si è spostato, perché non ha fatto nulla, perché è stato fermo, immobile, e lui risponde: «Perché me lo meritavo.»

«Che cazzo vi dice il cervello!» Urla Kenjiro.
«Vi stiamo aiutando, vi stiamo raccontando la verità, e voi massacrate uno dei nostri?!»

«Questo bastardo,» Arthur punta di nuovo la pistola contro Hell. «È il figlio del comandante! È una sua guardia, ed è la stessa che ha portato via mia moglie! La stessa guardia che le ha puntando la pistola alla testa in questo modo!» Urla ancora più forte, e carica la pistola.

Il mio cervello sta cercando di elaborare quello che ha sentito, il mio cuore si sta frantumando, ma le mie gambe si muovono, ed eccomi, eccomi che sono davanti a Hell, ed eccomi che sto fissando la pistola che Arthur mi sta puntando contro.

«Spostati!» Urla. «Spostati, è lui che devo ammazzare! È lui che merita di morire!»

«Lascia andare la pistola.» Sto seriamente combattendo per non perdere le staffe.
«Lasciala andare, buttala a terra. Chiunque ha qualcosa addosso di metallo, lo lasci andare. Adesso.»

«Non prima di aver ammazzato la guardia che ha portato via mia moglie!»

«Apprezzo tesoro che tu mi difenda, ma davvero, posso difendermi da solo.» Mi sussura Hell.

«Vedo come ne sei capace.» Dico lanciandogli un'occhiata. Lui sbuffa.
«Posa la pistola adesso, Arthur. Se il mio flare si attiva, chiunque si trovi vicino a me sentirà le brezza di camminare sulla superficie del sole.»

«Che cosa sexy, principessa.»
Lancio un'occhiataccia anche a Kenjiro.

Gli altri Terrestri gridano qualcosa, mollano le pistole, ed entrano di nuovo dentro il bunker.
Isabelle si avvicina ad Arthur, e li abbassa la pistola.

«I nostri bambini non ci sono più...» Mormora.
«Non ha più senso mantenere l'accordo, dobbiamo proteggerci, e non rischiare di perdere altre persone.»

«E li lasciamo andare così?!» Urla Arthur.
«Lasciamo andare il figlio del comandante come se niente fosse? Come se non ci avesse strappato via metà dalla nostra gente? Hai almeno una vaga idea di quante persone li sotto,» indica il bunker, «Non vedrebbero l'ora di farlo a pezzi? Sai quanti non vedono l'ora di torturarlo, per tutto il dolore ci ha inflitto? E tu vuoi lasciarlo andare!»

Sento lo stomaco scoppiare.

«Pensi che io riesca a tollerarlo? Pensi che anch'io non senta lo stesso dolore che provi tu, e tutti gli altri? Ma adesso, guardalo. Sta scappando, non è più una guardia al servizio del comandante. Sta scappando con i prigionieri della stazione. E sono sicura che odi suo padre, tanto quanto lo odiamo noi. Hai già fatto abbastanza, Arthur. Ora abbassa quella pistola.»

Arthur abbassa la pistola, ma prima di allontanarsi, guarda Hell un'ultima volta.
«Potrai anche essere un ricercato, adesso. Ma non ti libererai mai e poi mai da quello che hai fatto. Sei stato complice di tutto questo disastro, e mi hai portato via mia moglie. L'hai strappata dalle mie braccia. Quindi vattene. Vattene e non farti più rivedere! Perché se incrocerò ancora una volta il tuo sguardo, la prossima volta mirerò al cuore.»

Alza la pistola,
La carica,
Prende la mira,
E spara.

Un urlo sfugge dalla calma di Hell, che crolla a terra, premendosi entrambe le mani sulla gamba sinistra, e il sangue esce, esce esce incontrollato, e i muscoli sulla sua faccia sono tutti contratti, e combatte per non urlare a squarciagola.
Io e Kenjiro ci buttiamo a terra da lui.

Arthur rientra nel bunker, invece Isabell strappa un pezzo di tenda, e ce lo lancia.
«Stringeteglielo forte, in modo da bloccare l'emorragia. Prendete la macchina parcheggiata fuori, e scappate. Scappate il più lontano di qui, e vi prego... portate Thomas con voi. Lui è uno dei vostri.»

Cerco di afferrare le informazioni che mi sta dicendo, ma sono troppo in panico per riuscire a capire.
Sono qui, con gli occhi offuscati dalle lacrime, che stringo il pezzo di tessuto intorno alla gamba di Hell, mentre lui combatte per non mettersi ad urlare. Stringo la benda, ma il dolore vince, e un'urlo straziato gli sfugge.

«Scusa! Scusami, mi dispiace... resisti, resisti, ti prego...» Sono un piaciugo di singhiozzi.

«Non... scusarti, tesoro» la sua voce è così bassa, così debole, ed io non riesco a controllare le lacrime.
«Starò bene, non piangere. Tranquilla.»

«Ma ti hanno sparato!» E tutto quello che riesco a dire.

«Si, me ne sono accorto.» Sulle sue labbra c'è un piccolo sorrisino.
«Ma con il flare, la mia pelle si rigenera.»

Si può morire di sollievo?
Perché se è così,
Penso proprio che accadrà.
Sto morendo di sollievo.

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora