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L'ufficio di Helios è più elegante di quanto pensassi.

Nel senso, le altre stanze erano completamente vuote, spoglie e prive di arredamento. Quando invece l'ufficio in cui ci troviamo è pieno di arredamenti, dipinti, quadri, sedie e tavoli lussuosi.

Appena si entra c'è un grande tappeto, con sopra un tavolino basso, di vetro, circondato da un divano a quattro posti e due poltrone.

Poi c'è una scrivania piuttosto grande, con una sedia che sembra quasi un trono. Dietro c'è una libreria che contiene però bottiglie d'alcol.

Infine le pareti della stanza sono decorate da dipinti con incorniciature d'oro.

C'è ne sono davvero di ogni tipo. Alcuni sono degli autoritratti, altri rappresentano la natura morta, e altri ancora incantevoli paesaggi, anche notturni.

Rimango a fissarli incantata.
Ci sono raffigurati prati ricchi di fiori, laghi con acqua cristallina, e tutto è così verde. Alberi, montagne, colline...

Caspita.

Questi quadri devono essere per forza stati dipinti da chi a vissuto nel mondo "bellissimo" che una volta esisteva.

Rimango ancora per qualche secondo incantata, fino a che mi ricordo che sono qui per ben altri motivi.

Il comandante Helios è in piedi, davanti alla libreria. Indossa giacca e cravatta, dei guanti e degli occhiali che li impediscono che lo guardi negli occhi.
Ci guarda sorridendo. Come se quasi stesse attendendo ansiosamente il nostro arrivo.

Mi volto un secondo per controllare che ci siamo tutti, e noto che Trace sta rendendo Thomas di nuovo invisibile. Sospiro di sollievo.

«Non mi sarei aspettato che arrivaste tutti e sei qui nel mio ufficio. Pensavo che qualcuno non ce l'avrebbe fatta, ma mi sbagliavo.» Fa una pausa, si gira in torno e afferra una bottiglia di vetro, con un strano liquido dorato dalla libreria.
«Devo dire che siete stati in grado di fare cose straordinarie. L'ho sempre saputo che avreste trovato il modo di sfruttare al meglio il vostro calore. Ammetto che ci siete riusciti.»

Non sto più di tanto ascoltando quello che dice, perché sinceramente non me ne frega un bel niente. Sono più impegnata a studiare i suoi movimenti, in caso facesse qualcosa di stupido, che potrebbe costarci la vita.

Sulla scrivania c'è anche una pistola.
Solo una, con nessuna scatola di proiettili accanto.

«Comunque, accomodatevi pure» ci fa cenno di sederci nel divano, mentre si avvicina a noi posizionano un po' di bicchieri nel tavolino di vetro.

«Senza offesa, ma non siamo arrivati fin qui per prenderci un aperitivo con lei» dice Kenjiro.

Helios scoppia in una fragorosa risata.
«Lo so benissimo. Ma prima di arrivare al punto, penso che abbiamo un po' da chiacchierare, non è così?» Lancia un'occhiata a sua moglie a suo figlio, prima di sedersi nella poltrona.

Noi tutti esitiamo, ci lanciamo occhiate furtive, e poi decidiamo di sederci.
Io, Hell, Kenjiro e Yumi siamo seduti nel divano.
Invece Trace è nella poltrona, seduta proprio di fronte a Helios, suo marito.

«Sapete...» Dice, mentre versa il liquido dorato nei bicchieri.
«Il divano su cui siete seduti è un pezzo unico di design. È stato progettato da Le Corbusier nel 1928. È stato salvato dalle tempeste solari, e dalla distruzione del pianeta, come ogni arredo che vedete in questa stanza.» Fa una pausa, appoggia la bottiglia nel tavolo e ci avvicina i bicchieri.
«La poltrona della mia scrivania è il trono appartenuto alla Regina Elisabetta II, a Re Carlo III, e così via ai loro figli.» Si volta, indica i quadri per la stanza e dice: «La notte stellata di Van Gogh, Il ponte giapponese di Monet, La Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, la Grande Jatte di Pierre Seurat, prato di Ferdinand Hodler, il giardino italiano di Gustav Klimt...» si volta verso di noi sorridendo, mentre dice: «Tutti questi sono famosissimi dipinti dei più grandi artisti per il mondo. La stazione li ha salvati dalla distruzione, per celebrarne tutt'oggi la memoria. Grazie a questi quadri possiamo ancora immaginare come era il mondo prima che venisse distrutto dalle tempeste solari. Non è fantastico?»

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora